Minacce contro la figlia di meloni, professore nei guai per un post generato dall’intelligenza artificiale
Un professore è al centro di una polemica dopo aver pubblicato un post offensivo contro la figlia di Giorgia Meloni, giustificando il gesto come frutto di un’intelligenza artificiale.

Un professore è finito al centro di una polemica per un post offensivo contro la figlia di Giorgia Meloni, generato da un’intelligenza artificiale, che ha messo a rischio il suo posto di lavoro. - Unita.tv
Un professore è al centro di una polemica pesante dopo aver pubblicato un post offensivo contro la figlia di Giorgia Meloni, usando un paragone con una vicenda drammatica di cronaca nera. Il docente ha spiegato che quel messaggio era stato generato da un’intelligenza artificiale e non frutto di una sua idea diretta. Il caso ha suscitato forte scalpore, mettendo a rischio il suo posto di lavoro. Ecco tutti i dettagli.
Il post offensivo contro la figlia della premier e la giustificazione del docente
Il botta e risposta che ha acceso la bufera social comincia con un post molto pesante rivolto alla figlia di Giorgia Meloni. Nel messaggio, il professore augurava alla ragazza di fare la stessa fine di Martina Carbonaro, la 14enne uccisa dall’ex fidanzato ad Afragola, nel 2023. Quella frase ha scatenato reazioni immediate e dure su scala nazionale. Intervistato da Il Corriere della Sera, l’uomo ha cercato di spiegare che lui in realtà non ha scritto il post di sua mano.
La versione del docente
Il docente ha sottolineato che il contenuto è stato prodotto da un’intelligenza artificiale. Racconta di aver chiesto casualmente al software “fammi un messaggio contro Meloni” e di aver ricevuto una risposta che non avrebbe mai immaginato. Ammette di aver pubblicato quel contenuto con leggerezza e senza riflettere troppo. Solo il giorno dopo, resosi conto della gravità del testo, ha rimosso il post di sua iniziativa, ma intanto era già stato salvato e diffuso da altri utenti.
Il professore ha inoltre spiegato che quella scelta è stata un errore dettato da una stupidità momentanea, e non rappresenta il suo pensiero. Da parte sua si è detto disposto a chiedere scusa direttamente alla famiglia Meloni, in particolare alla premier e alla sua figlia. Ha affermato di aver preso questa vicenda molto sul serio, pur continuando a vivere un senso di disagio e di rimorso.
La posizione del professore tra solidarietà degli studenti e timori per la carriera
Nonostante lo scontro pubblico che lo ha coinvolto, il professore ha raccontato di aver ricevuto sostegno soprattutto da parte degli studenti della scuola dove insegna. Dice che i ragazzi lo hanno contattato con messaggi di vicinanza e che in classe non ha mai avuto problemi. Il racconto mostra un uomo chiuso in casa, che riflette sulle conseguenze del suo gesto.
Il docente ha messo in evidenza la contraddizione della situazione: lo sconforto per aver pubblicato il post e la paura di perdere l’impiego a pochi anni dalla pensione. Sono in realtà due elementi che coesistono dentro di lui. Racconta di fare volontariato, di amare gli animali e di passare del tempo negli ospedali a fianco di bambini malati, aspetti che vuole far sapere per delineare un quadro più completo di sé.
Intenzioni legali
Infine, ha manifestato l’intenzione di presentare una denuncia per difendersi da chi lo ha diffamato o preso di mira in seguito alla vicenda. Nelle sue parole traspare un senso di smarrimento e anche il timore che questa storia possa rovinargli il futuro professionale.
Contesto politico e reazioni istituzionali al caso
Il post offensivo è nato in un clima politico teso e polarizzato. Il professore ha precisato di avere scritto quella frase in risposta a una notizia seguita in televisione, riguardante la posizione dell’Italia nella guerra in Israele e la decisione di non dissociarsi dal conflitto, mantenendo l’invio di armi. Quel fatto aveva provocato in lui una reazione istintiva.
La vicenda ha raggiunto Roma e si sta diffondendo su scala nazionale. Fonti vicine al ministero dell’Istruzione confermano che il ministro Alberto Valditara ha mostrato un forte disappunto verso il comportamento del docente. A quel punto si è aperto un procedimento disciplinare che potrebbe condurre al licenziamento, visto anche il peso mediatico assunto dalla questione.
Sviluppo della vicenda
Il professore ha detto di avere ancora due anni prima di andare in pensione e di non voler concludere la sua carriera in questo modo. Gli organi competenti stanno valutando l’accaduto, mentre il dibattito sull’uso dell’intelligenza artificiale nella comunicazione online si fa sempre più acceso, soprattutto davanti a casi di questo tipo.
La vicenda resta una questione delicata tra libertà di espressione, responsabilità digitale e rispetto delle persone coinvolte in prima persona. Nel frattempo le istituzioni continuano a monitorare situazione e sviluppi.