Mimmo Calopresti a Milano per sognoRealtà tra cinema di denuncia e racconto di umanità

Il festival sognoRealtà a Milano, con registi come Mimmo Calopresti, esplora temi complessi come il naufragio di Cutro e l’inquinamento, utilizzando il cinema per stimolare riflessioni sociali.
Il festival sognoRealtà a Milano, con la partecipazione di Mimmo Calopresti, presenta film d’autore che affrontano temi sociali complessi come il naufragio di Cutro e la gestione dei rifiuti, unendo cinema e impegno civile per raccontare storie umane oltre la cronaca. - Unita.tv

Il cinema resta uno strumento potente per affrontare temi complessi come il naufragio di Cutro del 2023 o la gestione dei rifiuti nelle nostre città. A Milano, il regista Mimmo Calopresti presenta i suoi lavori durante il festival sognoRealtà, una rassegna dedicata al cinema d’autore. Tra documentari e film di finzione, emergono storie che scavano oltre la superficie, cercando di cogliere l’essenza delle persone e delle comunità coinvolte.

SognoRealtà a milano: un festival per il cinema d’autore in spazi suggestivi

Il festival sognoRealtà si svolge nel chiostro grande della chiesa di San Marco a Milano, offrendo un palco a tre registi che portano sullo schermo realtà difficili ma fondamentali. Oltre a Mimmo Calopresti, tra gli ospiti figurano Alessandra Cardone e Pupi Avati. L’evento dura tre giorni con proiezioni e incontri aperti al pubblico, fino a esaurimento posti.

Tra i temi trattati c’è l’inquinamento raccontato in “Immondezza”, che documenta la raccolta dei rifiuti lungo 350 chilometri di territorio, un lavoro che unisce il gesto concreto della pulizia al messaggio di rispetto e responsabilità verso l’ambiente. Calopresti offre una testimonianza che va oltre la cronaca: attraversa il degrado per scorgere tracce di bellezza e impegno reale.

Il festival e il dramma di cutro

Un altro punto centrale del festival è il film su Cutro, che indaga un dramma recente. Nel dicembre 2023, un naufragio di migranti al largo della Calabria ha provocato molte vittime e suscitato dibattiti sulle politiche migratorie e sull’umanità del soccorso. Calopresti racconta con attenzione e rispetto questa pagina complicata, mettendo a fuoco storie di persone più che numeri.

L’iniziativa milanese dimostra come il cinema possa animare spazi simbolici e città, facendo dialogare cultura, politica e società. Qui, l’arte viene usata per creare consapevolezza e stimolare riflessioni in chi guarda.

Il racconto umano oltre il fatto di cronaca: la visione di mimmo calopresti

Il cinema di Mimmo Calopresti punta a mostrare il volto delle persone dietro eventi drammatici o situazioni diffuse. Il regista spiega che “più che fissarsi sui fatti giornalistici, il suo lavoro vuole catturare le differenze umane e le relazioni tra individui in situazioni estreme o ordinarie.”

Nel caso di Cutro, ha scelto uno sguardo che coglie il contrasto tra vivi e morti, cercando sfumature e dettagli spesso ignorati dalla narrazione pubblica. Calopresti porta questi aspetti all’interno dei suoi film, mostrando la complessità e resistenza delle persone davanti alla tragedia.

Questo modo di vedere deriva da una percezione personale: il rischio di assuefarsi e diventare indifferenti alle notizie. Facendo cinema, il regista si confronta anche con questa distanza che cresce nell’opinione pubblica. Il gesto di raccontare diventa un antidoto contro lo scivolare nell’insensibilità. La sua cifra artistica è proprio questa incubazione di attenzione profonda, dove realtà e sguardi si incrociano senza superficialità.

Raccontare storie meno note o rappresentare la difficoltà di certi contesti serve anche a creare una valvola di umanità. Quel che emerge, quindi, non è solo il problema o la tragedia, ma la vita delle persone con le loro contraddizioni e speranze.

Cinema e politica: il ruolo e i limiti di una narrazione impegnata

Calopresti riconosce al cinema una funzione politica, nel senso di veicolare una visione della società e interpellare chi guarda in modo diretto. Tuttavia segnala come spesso la politica sia poco presente nelle soluzioni concrete della realtà.

Il regista sottolinea che dentro certe dinamiche c’è tanta propaganda o superficialità, che allontanano la fiducia e quindi la partecipazione. La denuncia da sola non basta, si avverte una crisi della comunicazione politica ed elettorale, come dimostra l’astensione crescente.

Ecco perché il cinema può intervenire con un racconto basato su immagini, parole e emozioni per far capire la vita reale della gente, invitando a riflettere più a fondo. L’azione del cinema non si limita a informare ma contribuisce a creare consapevolezza e reazioni.

La scelta della regia per molti arriva da questo bisogno: Mimmo Calopresti afferma di “aver intrapreso questa strada anche per conoscersi meglio, e capire quale immagine di sé trasmettere al mondo.” Raccontare storie diventa così una doppia esperienza, personale e collettiva, che lega autore e spettatori.

Finzione e documentario: due linguaggi per un cinema che indaga la realtà

Mimmo Calopresti ha lavorato in ambedue i formati, film di finzione e documentari, e trova interessanti entrambi. Il cuore resta fare cinema, qualunque sia il tipo di progetto.

Secondo lui, il cinema vive in uno spazio che oscilla tra realtà e surrealtà, costruendo un linguaggio visivo e narrativo senza troppi vincoli. La finzione permette di inventare e rappresentare situazioni con libertà creativa, mentre il documentario si concentra su fatti e testimonianze vere, pur nella costruzione di una visione specifica.

Eppure, i due modi non si escludono a vicenda. Calopresti cerca un equilibrio, lasciandosi affascinare dai dettagli della realtà e dalle possibilità del racconto poetico. Il suo lavoro “Immondezza” è esemplare in questo senso: riprende un tema concreto come i rifiuti, ma ne estrae immagini cariche di senso e atmosfere che ricordano la poesia.

Il riferimento a pier paolo pasolini

In questo omaggio, il riferimento a Pier Paolo Pasolini è centrale. Calopresti vede Pasolini come un maestro nell’accostare letteratura e cinema, nell’affrontare temi sociali con uno sguardo unico. Lo cita anche per il modo in cui Pasolini “si muoveva dentro un linguaggio accessibile e insieme profondo, capace di coinvolgere credenti e non.”

L’idea è che il cinema riesca a comunicare più cose insieme, mescolando realtà, emozione e simboli, e così poter arrivare a più persone.

Milano e il cinema italiano: sfide e prospettive

SognoRealtà nasce in una città con un pubblico vivace e appassionato di cinema. Secondo Calopresti, Milano ha un’importanza particolare in questo senso, anche se non è tipicamente un centro di produzione massiccia come altre città.

Milano ha sale di qualità e un pubblico che torna, dimostrando interesse reale. Per il regista, questa città è anche esempio di trasformazioni sociali e culturali, un luogo in movimento in cui si fa strada il futuro.

Il cinema italiano si trova in una fase difficile, ma con personalità capaci può affrontare la crisi e superarla. Calopresti sottolinea che la storia insegna che nei momenti critici emergono lavori significativi. Purtroppo leggi e attenzioni alla cultura non sempre aiutano, ma la forza del cinema e del pubblico continua a mantenere viva la sua presenza.

La sua relazione con Milano è forte da tempo: anche vivendo altrove Calopresti ha frequentato la città, cogliendo i cambiamenti e le energie. Milano rimane un punto di riferimento per guardare avanti, un posto dove il cinema resta vivo e pronto a raccontare nuove storie.

Nuovi progetti e interesse per i fenomeni sociali emergenti

Calopresti sta lavorando a un nuovo film ambientato tra Italia e Francia, ancora in fase di definizione. Nel frattempo, manifesta curiosità per alcune realtà contemporanee, come quella degli influencer milanesi che stanno cambiando i modi di comunicare e costruire la propria immagine.

Questi ragazzi trasformano le proprie vite in racconti pubblici e diffusi, in una sorta di rivoluzione comunicativa che pesa anche nel mondo culturale e sociale della città. Il regista vede in tutto questo un fenomeno nuovo da indagare, che potrebbe diventare materia per un film.

L’attenzione verso questi temi conferma l’interesse verso racconto umano e sociale che attraversa tutta la sua produzione. Restano da seguire gli sviluppi di questi progetti, che sono parte del lavoro che continua senza sosta dietro le quinte del cinema italiano.