Milano tra lavoro e abitazioni: le sfide secondo la segretaria generale della cgil Lombardia
L’occupazione in Lombardia mostra segnali preoccupanti, con un calo del lavoro femminile e una crisi abitativa a Milano che spinge i lavoratori fuori dalla città. La Cgil chiede interventi urgenti.

Lombardia affronta segnali di rallentamento occupazionale, con difficoltà maggiori per le donne e una crisi abitativa a Milano che spinge i lavoratori fuori città; la Cgil sollecita interventi su lavoro, edilizia pubblica e sanità. - Unita.tv
I dati sull’occupazione in Lombardia mostrano segnali che preoccupano, specialmente per il mondo femminile. Milano resta un punto di riferimento per chi cerca lavoro, ma il prezzo da pagare è alto: la difficoltà a trovare casa spinge molti lavoratori fuori dalla città. Valentina Cappelletti, nuova segretaria generale della Cgil Lombardia, racconta uno scenario complesso fatto di numeri precari e di necessità urgenti nel campo dell’abitare e dei diritti.
Il quadro dell’occupazione in Lombardia: segnali di rallentamento e disparità di genere
Nel terzo trimestre del 2024, in Lombardia sono stati attivati oltre 515mila nuovi contratti di lavoro, ma già questo dato nasconde una frenata rispetto all’anno precedente. Gli avviamenti, infatti, sono diminuiti dell’8,7%, mentre i rapporti di lavoro cessati si aggirano intorno ai 469mila. Il saldo positivo non basta a tranquillizzare: la crescita si ferma e il peso maggiore resta sulle spalle degli uomini, che coprono il 54% delle nuove assunzioni. Le donne, al contrario, registrano un calo su più fronti. Diminuisce la stipula di contratti full time e soprattutto quella di contratti a tempo indeterminato, situazione che riguarda soprattutto le donne straniere. Questo scivolamento verso forme di lavoro meno stabili mette a dura prova la parità e la stabilità nel mondo del lavoro.
Tensioni internazionali e impatti sul lavoro femminile
Le ragioni di questo andamento vanno ricercate anche nelle tensioni internazionali che condizionano l’economia e riducono le prospettive di crescita. Il lavoro femminile rischia di perdere terreno, un fattore che ha ripercussioni anche sulla qualità della vita e sull’autonomia economica. C’è quindi una battaglia ancora aperta per garantire condizioni dignitose a chi lavora, soprattutto se donna, e per limitare la precarietà che in questa fase sembra consolidarsi.
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Le dimissioni volontarie e la dinamica dei contratti: una mobilità senza certezze
Un fenomeno che nei mesi passati aveva attirato l’attenzione è quello definito delle “grandi dimissioni”. Anche in Lombardia questo fenomeno si conferma: quasi un quarto delle cessazioni di contratto avviene su base volontaria. Le dimissioni superano di molto i licenziamenti, che rappresentano solo il 6% dei casi. Gli addetti pubblici e privati si muovono quindi spinti dalla volontà di cambiare, cercare condizioni migliori o opportunità diverse, un dato che indica un mercato del lavoro in fermento. Ma non tutti riescono a cogliere questi benefici: ci sono persone che finiscono ai margini pur avendo competenze ricercate. Il rischio di aumentare la divisione tra chi ottiene condizioni più vantaggiose e chi resta escluso è evidente.
Contratto collettivo e regole certe
Cappelletti evidenzia l’importanza di rinnovare i contratti collettivi per assicurare miglioramenti estesi a tutti i lavoratori, non solo a pochi privilegiati. La capacità di dare regole più certe e tutele più solide a chi cambia lavoro è essenziale per garantire una maggiore equità in un periodo che rischia di essere più incerto del passato recente.
Milano tra attrattività e crisi abitativa: il nodo degli alloggi diventa urgente
Milano mantiene una capacità attrattiva forte per chi cerca lavoro, ma affronta una crisi crescente sul tema abitativo. Il costo elevato degli affitti e la scarsità di soluzioni abitative pubbliche spingono diversi lavoratori fuori dal centro della città. Questo fenomeno rischia di indebolire il tessuto sociale e produttivo della metropoli, che non riesce più a ospitare chi contribuisce alla sua vitalità economica. La perdita di residenti è un segnale allarmante e una sfida per chi governa la città.
La mancanza di un’opzione abitativa accessibile rischia di diventare un ostacolo alla crescita anche economica. Milano deve quindi guardare con attenzione a questo aspetto, studiando interventi che possano contenere la spinta verso l’esterno e permettere anche a chi lavora di vivere in città senza sacrifici eccessivi.
Ripartire dall’edilizia pubblica e dall’housing sociale per proteggere chi lavora a milano
Tra le soluzioni proposte c’è il ritorno all’edilizia pubblica. Le politiche per favorire l’housing sociale si sono rivelate insufficienti rispetto alle esigenze concrete di molti lavoratori, soprattutto quelli a basso reddito o precari. L’obiettivo è calmierare i canoni degli affitti, rendendoli sostenibili per una fascia ampia di popolazione. Non si tratta solo di una questione economica, ma anche sociale e urbana. Senza adeguate risposte, la città rischia di perdere pezzi importanti del proprio capitale umano.
Urbanistica e interesse pubblico
Anche la gestione dell’urbanistica è un nodo da affrontare con attenzione per evitare in futuro scelte che possano creare ulteriori squilibri. Cappelletti invita a riflettere sugli errori del passato e a mettere al centro l’interesse pubblico nella pianificazione delle prossime mosse. Questa attenzione può fare la differenza per la qualità della vita di tanti milanesi e di chi desidera lavorare e vivere nel capoluogo lombardo.
La sanità lombarda al centro delle richieste della cgil: tre incontri ignorati dalla regione
Un altro tema sollevato riguarda la sanità. La Cgil Lombardia ha richiesto tre incontri alla Regione per discutere questioni cruciali, ma non ha ricevuto risposte. Questo silenzio istituzionale conferma una difficoltà nel dialogo tra sindacato e potere pubblico. Le sfide della sanità riguardano non solo gli operatori del settore ma anche i cittadini, che si trovano davanti a strutture spesso sotto stress e a risorse limitate.
L’assenza di confronto rischia di allontanare le parti e di peggiorare situazioni già critiche. La sanità pubblica, in una regione economicamente rilevante come la Lombardia, dovrebbe invece rappresentare un punto di equilibrio e tutela per tutti. La situazione attuale apre scenari di crescente tensione sia sul fronte lavorativo che su quello dei servizi essenziali.
Il quadro descritto da Valentina Cappelletti evidenzia una Lombardia alle prese con problemi importanti che coinvolgono l’occupazione, la casa e i servizi pubblici. Soluzioni durature richiedono impegno e attenzione da parte di tutti gli attori coinvolti.