
Il 14 giugno a Milano si celebra la quarta edizione del Disability Pride, con una sfilata e numerose iniziative per promuovere inclusione, diritti delle persone con disabilità e supporto ai caregiver, evidenziando le criticità dell’accessibilità urbana. - Unita.tv
Il 14 giugno a Milano torna il disability pride, evento dedicato alla vita delle persone con disabilità e all’abbattimento delle barriere cittadine. L’appuntamento, giunto alla sua quarta edizione, coinvolge diverse associazioni che condivideranno momenti di confronto e manifestazioni pubbliche per richiamare l’attenzione su diritti e difficoltà quotidiane. Nel frattempo, nei giorni precedenti si susseguiranno incontri e laboratori su temi specifici riguardanti la disabilità e il ruolo dei caregiver famigliari.
La sfilata di corpi non conformi come gesto di visibilità e inclusione
La manifestazione centrale del disability pride sarà una sfilata di “corpi non conformi”, persone con disabilità accompagnate dai propri figli, che sfileranno con le attrezzature necessarie, come le macchine salvavita e carrozzine decorate, per ribadire la dignità della loro vita. Mariella Meli, presidente di famiglie disabili lombarde, ha sottolineato che questo evento vuole mostrare al pubblico una vita autentica, senza gli sguardi sospettosi o compassionevoli che spesso si posano sulle persone con disabilità. L’obiettivo è un cambiamento di percezione sociale, che non identifichi la disabilità con una condizione meno degna o limitante, ma come parte integrante del vivere quotidiano.
Le associazioni promotrici di questa iniziativa sono numerose: abbatti le barriere ets, fondazione mantovani casttorina, fondazione idea vita, cologno zero barriere, nessuno è escluso, associazione paraplegici lombardia, alatha onlus, per i diritti umani, tecnologicamente insuperabili e famiglie disabili lombarde. Questo rende la rete organizzativa molto ampia e rappresentativa dell’impegno sul territorio lombardo. L’evento sarà un’occasione per raccogliere diverse istanze, superare pregiudizi e accendere un dibattito pubblico più concreto sui diritti civili e sociali delle persone con disabilità.
Il programma della settimana del disability pride, tra tavoli tematici e momenti di comunità
Oltre alla sfilata, il disability pride 2025 propone una serie di iniziative nei giorni che la precedono e seguono. Il 7 giugno, alla biblioteca chiesa rossa, si terranno tavoli di confronto con esperti e cittadini sulle barriere architettoniche, sensoriali e cognitive, sulla vita indipendente delle persone con disabilità, sulle difficoltà dei caregiver e sulle disabilità invisibili e neurodivergenze. Questi momenti permettono una riflessione critica sulla reale accessibilità della città in diversi ambienti e contesti.
Il 12 giugno è invece previsto un laboratorio dedicato alla creazione di cartelloni per la partecipazione attiva alla sfilata di sabato. È un momento che coinvolge soprattutto chi parteciperà direttamente al corteo, dando forma ai messaggi che saranno portati in piazza. Il 16 giugno invece è in programma una cena sociale presso cascina torchiera. Questo incontro ha finalità di aggregazione tra persone con disabilità, famigliari e volontari, per rafforzare legami e supporti reciproci.
Questa articolazione del calendario evidenzia un approccio che non si limita alla manifestazione pubblica, ma approfondisce le problematiche in modo strutturato, toccando temi delicati come l’accesso agli spazi urbani, la complessità del caregiving e l’inclusione delle diverse forme di disabilità.
Le criticità dell’accessibilità a milano: problemi ancora aperti e richieste concrete
Milano, nonostante sia una metropoli avanzata sotto molti aspetti, evidenzia ancora numerose difficoltà riguardo all’accessibilità per chi ha disabilità. Maurizio Attanasi, presidente di cologno zero barriere, ha ricordato come manchino scivoli sui marciapiedi, obbligando a deviazioni complicate per chi si muove in carrozzina o con ausili. Le aree con dehors e i monopattini in circolazione aumentano le difficoltà di mobilità e sicurezza.
Tra i problemi più gravi ci sono gli ascensori spesso guasti o fuori servizio nelle stazioni della metropolitana. Questo limita pesantemente l’accesso ai mezzi pubblici e isola molte persone con difficoltà motorie. Inoltre, le case popolari non sono adeguatamente dotate di strutture adatte per ospitare persone con disabilità, lasciando molti senza alternative pratiche e dignitose.
L’assessore al welfare, Lamberto Bertolé, ha sottolineato come la disabilità vada vista come una questione che coinvolge tutta la città e non solo i servizi sociali. Questo implica un impegno più ampio, con interventi che migliorino concretamente la vita urbana e le condizioni per muoversi e partecipare.
Il ruolo del disability pride nella rivendicazione dei diritti e nel contrasto alla solitudine dei caregiver
La manifestazione è soprattutto uno strumento politico e sociale per riaffermare il diritto delle persone con disabilità a una vita piena e alla partecipazione attiva. Andrea Chaykin, di abbatti le barriere ets, ha spiegato che il disability pride nasce dal basso, da chi vive sulla propria pelle le difficoltà legate all’accesso agli spazi pubblici e all’esercizio della democrazia. Non si tratta solo di festa, ma di una forma di protesta e rivendicazione.
Mariella Meli ha soffermato l’attenzione su un aspetto poco considerato: il lavoro dei caregiver famigliari, persone che assistono 24 ore al giorno figli o parenti con disabilità grave. La mancanza di supporti e tutele lascia questi caregiver spesso isolati e in difficoltà. Meli ha parlato di “morti bianche del welfare” per indicare le conseguenze gravi di questa solitudine e assenza di sostegno.
Fortunato Nicoletti, vicepresidente di nessuno è escluso, ha richiamato la necessità di non frammentare la questione della disabilità in compartimenti separati, ma di concentrarsi sui bisogni comuni che uniscono tutte le persone con disabilità. Questo passaggio punta a superare divisioni interne e a costruire una visione unitaria per le richieste di cambiamento.
Tutti i rappresentanti presenti a Palazzo Marino hanno chiesto inoltre che la consulta comunale per la disabilità riceva un ruolo più significativo nel dialogo con la giunta milanese, valorizzando le competenze di chi vive quotidianamente queste tematiche e può offrire indicazioni concrete per le politiche cittadine.