Milano è al centro di un acceso confronto politico mentre si avvicina il Remigration Summit, un incontro dell’estrema destra programmato per sabato prossimo in una località del varesotto ancora non resa nota. Nonostante lo spostamento della sede dell’evento fuori dal capoluogo lombardo, la sinistra milanese ha confermato la propria mobilitazione con due iniziative distinte contro il summit. L’attenzione e la tensione nella città crescono in vista di queste manifestazioni che coinvolgono diverse realtà politiche e sociali.
La prima manifestazione antifascista spostata a piazza san babila
La prima contromanifestazione contro il Remigration Summit è stata organizzata da alcune grandi realtà storiche come la Cgil, Anpi, Arci e Acli. A questo gruppo hanno aderito anche partiti come Pd, Avs, M5S e Italia Viva. Originariamente prevista in piazza Duomo, la manifestazione è stata spostata a piazza San Babila su indicazione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Il cambiamento di luogo è stato scelto per motivi organizzativi e di sicurezza.
L’evento si svolgerà sabato prossimo a partire dalle 14.30. Sono attesi interventi di rilievo da parte di autorità politiche e sindacali, tra cui Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, la segretaria del Pd Elly Schlein e Nicola Fratoianni, portavoce di Alleanza Verdi Sinistra. Luca Stanzione, segretario milanese della Camera del Lavoro, ha sottolineato l’importanza di mantenere la manifestazione anche nel caso in cui il Remigration Summit dovesse essere cancellato. La preoccupazione riguarda soprattutto l’avanzata di forze di estrema destra in Europa, specialmente in Germania, dove si teme una crescita di movimenti simili.
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Questa manifestazione è percepita come un segnale di allerta e contrarietà a quei discorsi e azioni radicali che, secondo gli organizzatori, alimentano divisioni e odio nella società. Il messaggio principale riguarda dunque un “nessuno spazio per l’odio”, ribadendo la necessità per la sinistra e i lavoratori di farsi sentire contro idee che ritengono pericolose.
Corteo antifascista internazionale da largo cairoli con i centri sociali antagonisti
In parallelo alla prima iniziativa, sempre per sabato pomeriggio ma alle 15, è stato pianificato un secondo corteo antifascista che partirà da largo Cairoli. Questa seconda manifestazione è promossa da realtà legate ai centri sociali antagonisti. Lo slogan scelto dagli organizzatori parafrasa il noto motto trumpiano “Make America Great Again”, declinandolo in “Make Europe Antifa Again” a segnalare una prospettiva più internazionale e radicale della protesta.
Il corteo viene definito come “antifascista internazionale” e gli organizzatori aspettano militanti provenienti da diverse parti d’Italia ma anche da paesi europei, alimentando così una certa tensione fra le forze dell’ordine. Proprio queste ultime mostrano preoccupazione per possibili scontri e momenti di caos, viste le presenze di gruppi antagonisti e la sensibilità che si è creata intorno a questo tipo di manifestazioni.
Sarà una giornata delicata per la sicurezza pubblica a Milano, con diversi agenti impegnati nel controllo e nella gestione degli eventi, per evitare che la protesta degeneri in violenze. Il corteo rappresenta un segnale forte di resistenza antifascista, ma anche di confronto acceso con le idee portate dal Remigration Summit e dai suoi partecipanti.
Il sindaco di milano si pronuncia sul remigration summit e il dibattito sull’immigrazione
Giuseppe Sala, sindaco di Milano, ha espresso la propria opinione sul Remigration Summit e sulle manifestazioni in città. Il primo cittadino ha chiarito la sua speranza che l’evento non si svolga a Milano perché lo ritiene “inutile e dannoso”. Sala ha definito il summit come composto da “soli slogan”, sottolineando così una posizione critica sull’iniziativa dell’estrema destra.
Ha anche fatto riferimento a una registrazione, diffusa di recente, che mostra gli organizzatori del summit discutere della visibilità ottenuta grazie alle critiche mosse proprio nei suoi confronti. Questo scambio, secondo Sala, conferma una strategia comunicativa che si nutre anche delle proteste e delle critiche.
Il sindaco ha tentato di affrontare il tema dell’immigrazione con realismo, sottolineando la complessità di un fenomeno storico. Non ha sostenuto l’immigrazione irregolare, ma ha riconosciuto il ruolo degli immigrati nella società milanese e italiana. Da questa prospettiva ha evocato un approccio costruttivo per la sua gestione, probabilmente in contrasto con le posizioni rigide e radicali portate dall’estrema destra.
Milano resta quindi una città in fermento per eventi legati a questioni di forte tensione politica e sociale, mentre la sfida fra le idee opposte si svolge nel contesto delle piazze e tra le parole di chi guida le sue istituzioni.