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Milano, quindicenne confessa omicidio dell’ex vicina di casa: fermato dalla polizia

Un ragazzo di 15 anni ha confessato di aver ucciso la sua ex vicina, Teresa Meneghetti, a Milano. Le indagini sono in corso per chiarire le circostanze dell’omicidio avvenuto il 14 maggio.

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A Milano, un ragazzo di 15 anni ha confessato l’omicidio della sua ex vicina, un’anziana di 82 anni, avvenuto il 14 maggio. Le indagini sono in corso per chiarire le cause e la dinamica del fatto. - Unita.tv

Un episodio drammatico ha scosso il quartiere Cermenate a Milano, dove un ragazzo di 15 anni ha confessato di aver ucciso la sua ex vicina di casa. L’episodio è avvenuto nel pomeriggio del 14 maggio, quando il giovane ha fatto ritorno a casa con segni di sangue sulle scarpe e ha riferito tutto alla madre. L’anziana vittima è stata trovata morta in un appartamento della periferia sud. Le autorità hanno subito avviato le indagini, coinvolgendo la polizia scientifica e la procura dei minori.

Confessione e primo intervento della madre

La vicenda si è consumata in una palazzina gialla di via Cermenate, dove M.S., nato a novembre 2009, è rientrato verso le 14 mostrando segni evidenti di agitazione e con le scarpe macchiate di sangue. La madre, originaria del Venezuela, non ha esitato a chiedere spiegazioni e ha ricevuto una confessione scioccante: il figlio ha ammesso di aver ucciso l’ex vicina di casa, la signora Teresa Meneghetti, conosciuta come “Terry” nel quartiere. Il ragazzo ha anche mostrato alla madre un oggetto usato durante l’aggressione: una lampada di pietra portata con sé nello zaino. Di fronte a quella testimonianza, la donna ha subito chiamato il 112, fornendo indirizzo e dettagli utili per un intervento rapido.

Le forze dell’ordine sono arrivate rapidamente all’appartamento di via Verro 46, dove la vittima viveva al terzo piano. Lì, gli agenti hanno trovato la donna a terra, senza vita. La situazione aveva bisogno di un accertamento rapido, dato che ogni indizio lasciava pensare a un’aggressione brutale. La presenza della lampada come arma è un dettaglio che gli investigatori hanno concentrato sin da subito nei rilievi scientifici.

Andamento della giornata e comportamento del giovane

La mattina del 14 maggio per la signora Meneghetti era iniziata come al solito. Questa donna di 82 anni si recava regolarmente al “Dolly Bar” per il caffè mattutino, dove era tra le prime clienti servite. Le telecamere di sorveglianza hanno catturato il quindicenne attorno alle 9 del mattino mentre si avvicinava al palazzo di via Verro, dove fino al 2024 aveva vissuto con la donna. Nonostante la scuola fosse vicina, quel giorno non si è mai diretto alle lezioni, scegliendo invece di entrare nel condominio dove aveva convissuto con la vittima.

Per quasi tre ore, il ragazzo è rimasto nei pressi dell’abitazione, tra il pianerottolo e il cortile interno. Il suo comportamento non ha destato particolari sospetti negli altri residenti, che lo hanno incontrato durante quelle ore. Solo al rientro della signora Meneghetti, poco dopo mezzogiorno, la situazione è cambiata. Quel pomeriggio si sono scatenate le azioni che hanno portato alla tragedia.

Il conflitto e il gesto fatale

Secondo la ricostruzione fornita dal giovane alla madre, poco dopo il ritorno della signora Meneghetti ci sarebbe stata una discussione tra i due. L’adolescente ha detto di aver chiesto aiuto per “scappare”, una richiesta cui lei avrebbe risposto negativamente. Da qui, la lite sarebbe degenerata. Il ragazzo ha affermato di aver afferrato la donna al collo, strangolandola. In un secondo momento, avrebbe colpito la vittima con la lampada di pietra, infierendo ulteriormente.

Alle 13 un’altra telecamera ha ripreso l’uscita del ragazzo dall’edificio. Da lì ha raggiunto la sua abitazione, dove ha raccontato tutto alla madre dopo appena un’ora dal fatto. Quella confessione ha dato il via a tutta una catena di azioni da parte delle forze dell’ordine per ricostruire dettagliatamente quanto accaduto.

Intervento della polizia scientifica e procedura legale

Dopo la chiamata della madre, la questura di Milano ha attivato immediatamente un intervento con le volanti e la squadra mobile. Sul luogo del delitto sono arrivati il dirigente Alfonso Iadevaia, medici legali, pm della procura dei minori e agenti della polizia scientifica per i rilievi. La presenza delle tute bianche ha indicato la necessità di raccogliere ogni elemento utile per chiarire modalità e dinamica dell’omicidio.

Il quindicenne, con genitori separati e padre all’estero, è stato condotto in questura per l’interrogatorio. La procura dei minori ha aperto un fascicolo per omicidio volontario. In serata, durante una breve pausa fuori dalla questura, la sorella della vittima ha avuto un mancamento davanti all’edificio, sostenuta da alcuni agenti. Anche questo episodio sottolinea la tensione che l’accaduto ha generato nelle persone coinvolte.

Per ora, sono previsti accertamenti psichiatrici per determinare se il giovane fosse in grado di intendere e volere durante l’aggressione. La sua giustificazione, che avrebbe voluto solo andarsene, non convince gli inquirenti, ma resta il dettaglio centrale di un fatto che si è consumato senza un movente chiaro. Le indagini vanno avanti con attenzione, nella speranza di capire cosa abbia spinto un ragazzo così giovane a compiere un gesto così estremo.