Milano, nuovo processo per baby gang con accuse legate a insulti e diffusione dati personali

Il trapper Baby Gang è attualmente sotto processo a Milano per diffamazione e violazione della privacy, mentre una nuova indagine della procura di Catania riguarda una videochiamata effettuata durante un concerto.
Baby Gang è coinvolto in un processo a Milano per diffamazione, violazione della privacy e istigazione a delinquere legati a insulti social verso una giornalista Mediaset, mentre a Catania è sotto indagine per una videochiamata sospetta durante un suo concerto. - Unita.tv

Dal capoluogo lombardo arriva una nuova puntata giudiziaria per il trapper Baby Gang, coinvolto in un caso complesso che risale a circa tre anni fa. L’artista è finito a processo per episodi legati a insulti social, violazione della privacy e istigazione a delinquere, a partire da commenti su una giornalista Mediaset che aveva criticato. Nel frattempo, si aggiunge un’altra indagine che coinvolge il cantante a seguito di un evento durante un suo concerto.

Il processo in corso a milano e le accuse contro baby gang

L’udienza del processo a Milano ha visto ieri un nuovo capitolo della vicenda per Baby Gang, condotta a partire dal rinvio a giudizio dello scorso anno. Al centro del dibattito ci sono le accuse di diffamazione, violazione del codice della privacy e istigazione a delinquere. Il punto cruciale riguarda un episodio avvenuto circa tre anni fa, in cui il trapper avrebbe insultato una giornalista di Mediaset, rea di aver trasmesso un servizio ritenuto offensivo nella trasmissione “Fuori dal coro”.

Secondo l’accusa, le offese non sono rimaste nei messaggi privati, ma sono state diffuse pubblicamente su piattaforme social. Inoltre, Baby Gang avrebbe pubblicato il numero di telefono della giornalista con l’invito ai suoi follower di molestare la donna con insulti e minacce. L’azione ha generato una vera e propria campagna di offese online, che ha portato a conseguenze giudiziarie serie.

Sviluppo del processo e ruolo del legale

Nella nuova udienza, è stato confermato che il processo andrà avanti fino al prossimo 10 ottobre, quando il trapper dovrà presentarsi in aula per rispondere personalmente alle domande del giudice, nell’ambito dell’interrogatorio. Il legale di Baby Gang, l’avvocato Niccolò Vecchoni, ha chiarito che la reazione del cantante è stata scatenata da quello che lui definisce «informazioni false» contenute nel servizio della giornalista. Queste riguarderebbero due vicende giudiziarie del 2022, punto focale del contendere.

Dettagli sull’accusa e le testimonianze in aula

Il procedimento in corso si concentra soprattutto sulla violazione della privacy, reato che attira particolare attenzione quando implica la diffusione di dati sensibili come numeri di telefono. In questo caso specifico, la pubblicazione pubblica del contatto personale della giornalista su un network ampio ha esposto la donna a molestie e commenti offensivi più volte.

Nel corso dell’udienza, sono state portate testimonianze e evidenze tratte da messaggi e post social, oltre alle registrazioni del programma “Fuori dal coro”. Questi elementi vengono esaminati per valutare la veridicità delle accuse, la natura delle comunicazioni e la responsabilità diretta di Baby Gang nei fatti contestati.

L’accusa sottolinea che il comportamento del trapper avrebbe violato il diritto alla riservatezza e che l’incitamento dei follower a insultare avrebbe costituito istigazione a delinquere. La difesa, dal canto suo, si concentra sull’argomento che quelle informazioni pubblicate erano frutto di una risposta a informazioni giudicate errate dal cantante, innescando così un dibattito acceso sul confine tra diritto di critica e tutela della persona.

Nuova indagine della procura di catania per un fatto avvenuto durante un concerto

Oltre al procedimento milanese, il nome di Baby Gang è tornato sulle cronache giudiziarie per un’inchiesta aperta dalla procura di Catania. L’intervento è scattato a seguito di un evento durante uno dei suoi concerti, durante il quale il trapper avrebbe effettuato una videochiamata in diretta da un carcere catanese.

La persona raggiunta alla videochiamata è un altro trapper, Nico Pandetta, noto anche lui e detenuto nel penitenziario locale. La procura si occupa ora di capire le modalità di questa chiamata e se sono state rispettate le procedure previste per le comunicazioni da e per il carcere.

Dubbi sulla procedura

La natura della comunicazione ha sollevato dubbi sulla possibile violazione delle norme penitenziarie o su eventuali irregolarità nel controllo di quel tipo di contatti, viste le restrizioni normali per i reclusi. Allo stato attuale, la vicenda è in fase di accertamento, senza che siano stati formulati pubblicamente capi di imputazioni precisi.

Il ruolo di baby gang tra musica, cronaca e giudiziaria nel 2025

Baby Gang resta una figura centrale della scena trap italiana, ma anche un soggetto chiamato a rispondere di episodi che coinvolgono la sua presenza sui social e il rapporto con i media. Il 2025 si sta configurando come un anno decisivo per il cantante, con processi e indagini che faranno luce su comportamenti contestati da anni.

La combinazione di eventi giudiziari e la sua attività pubblica manterranno alta l’attenzione su Milano e Catania, città dove si svolgono le questioni legali più recenti. I prossimi sviluppi giudiziari, in particolare le udienze e gli interrogatori previsti, saranno una tappa significativa per chiarire ruoli e responsabilità, dentro e fuori dai palchi.