Un’inchiesta giudiziaria a Milano ha messo in luce un giro di abusi che coinvolge lo sfruttamento di giovani donne attraverso false visite mediche filmate senza consenso. Le vittime venivano attirate con offerte di lavoro ingannevoli e poi sottoposte a presunti esami ginecologici, ripresi da telecamere nascoste e utilizzati per ricatti e diffamazioni. Sono almeno 135 i casi segnalati dal 2016, con diversi video finiti in chat private di pornografia amatoriale.
Il racconto delle vittime e l’orrore delle false visite
Una delle protagoniste di questa vicenda ha descritto la propria esperienza come un trauma profondo e paralizzante. Si è sentita “impietrita” e “inerme” appena rimasta sola con i due uomini nello studio in via Francesco Sforza, nel centro di Milano. Le venne chiesto di spogliarsi e di sottoporsi a una visita ginecologica mentre veniva filmata. Il primo scatto d’angoscia le ha impedito di muoversi. “Ero sotto choc – ha detto – temevo che potessero farmi del male”. Dopo l’uscita dal locale, il terrore è aumentato per la possibile diffusione dei filmati, realizzati senza alcuna autorizzazione.
La violenza psicologica si è tradotta in insonnia, scoppi di pianto e attacchi di panico che hanno spinto la ragazza a rivolgersi a un’associazione per vittime di violenza e a uno specialista psichiatrico. Questo caso ha dato il via alle indagini coordinate dal pm Antonio Pansa, dopo la denuncia presentata il 9 giugno 2024, appena due giorni dopo i fatti. L’inchiesta ha consentito di individuare altre vittime, alcune delle quali potrebbero decidere di parlare nei prossimi mesi.
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Le modalità di reclutamento: offerte di lavoro e promesse di denaro
Le donne coinvolte rispondevano ad annunci online che proponevano lavori “a giornata”, soprattutto nel campo dei video didattici o promozionali. Il falso studio medico utilizzava poi questa scusa per organizzare “ricerche scientifiche” o “test” su alcune apparecchiature, offrendo compensi tra 150 e 500 euro. Nel corso del periodo investigato, si sono contati almeno 135 tentativi di contatto con giovani donne, alcuni avvenuti persino all’estero, come a Miami.
Il profilo delle persone prese di mira è molto vario: al di là di attrici, modelle e studentesse di recitazione, l’indagine ha evidenziato la presenza di altre figure come nuotatrici e pallavoliste. Il radiologo Antonio Cirla e il produttore cinematografico Alessandro Marco Possati avvicinavano soprattutto ragazze atletiche per farle sottoporre a finti test o rilevazioni, apparentemente a campione.
La presenza di telecamere e la diffusione dei video in chat private
Almeno sei donne si sono sottoposte alle visite false, che però si sono trasformate in riprese porno fatte di nascosto. Alcune di queste immagini sono poi finite di nascosto in almeno sei chat di Telegram frequentate da persone interessate a video amatoriali ambientati in studi medici. Una delle ragazze ha raccontato di aver creduto che in studio ci fosse una dottoressa, ma poi le è stato detto che sarebbe stata sostituita da un medico uomo. Così si è trovata sola con Cirla e Possati.
Il 9 maggio 2024, i due sospettati, ai domiciliari con l’accusa di violenza sessuale di gruppo, si sono presentati davanti al gip Mattia Fiorentini per rispondere delle accuse. La loro versione dei fatti è attesa dagli inquirenti e intanto proseguono le verifiche sull’entità del fenomeno.
Sequestri, identità delle persone coinvolte e particolari sull’indagine
Durante una perquisizione a Como, nella casa del radiologo in pensione Cirla, sono stati trovati e sequestrati un revolver e un fucile detenuti illegalmente, un elemento che aggiunge nuovo rilievo all’inchiesta. Cirla ha 71 anni, mentre Possati, 42 anni, proviene da una famiglia veneziana nota per essere stata proprietaria dell’hotel Bauer, storico albergo affacciato sul Canal Grande e Piazza San Marco.
Emergono dettagli curiosi sul comportamento di Possati: per confondere le vittime o chi indagava, in alcune occasioni avrebbe usato un accento straniero simulato. È possibile che Cirla non fosse al corrente della vera identità di Possati durante gli incontri con le ragazze.
L’inchiesta rimane aperta e le autorità giudiziarie continuano a ricostruire dinamiche e ruoli di chi ha orchestrato questa rete di abusi mascherati da visite mediche. Presto potrebbero emergere nuove testimonianze e altri indagati.