Milano, famiglie sospese incontrano la procura per i cantieri sequestrati sotto indagine

Un gruppo di famiglie bloccate in cantieri sequestrati a Milano chiede un incontro con la procura per risolvere le difficoltà abitative e ottenere chiarezza sulle indagini in corso.
Famiglie coinvolte in cantieri sequestrati a Milano chiedono alla procura soluzioni urgenti per sbloccare le loro case bloccate da indagini su abusi edilizi. - Unita.tv

Un gruppo di famiglie che ha acquistato casa in complessi edili sequestrati ha ottenuto un incontro con la procura di Milano. Questa tensione nasce dall’impossibilità di completare o consegnare le abitazioni, bloccate per presunti abusi edilizi. Le famiglie chiedono una via d’uscita per evitare che le loro vite restino in pausa, mentre le indagini proseguono. Il confronto in programma rappresenta un evento senza precedenti, destinato a fare chiarezza su una causa che coinvolge la gestione urbanistica cittadina.

Il conflitto tra bisogni delle famiglie e assetti urbanistici in chiave giudiziaria

Le tensioni attorno ai cantieri sequestrati riflettono un contrasto tra esigenze abitative di chi ha già pagato e le verifiche legali sul rispetto delle norme edilizie. Le inchieste e i sequestri sono nati da sospetti di abusi, ma dall’altra parte ci sono decine di famiglie che rischiano di rimanere senza casa per lunghi periodi. Le misure adottate dal comune e la magistratura non sembrano avere un calendario definito per risolvere queste situazioni.

Il comitato delle famiglie sta ora spingendo per avere un peso politico maggiore e per accelerare le pratiche. Le prossime settimane saranno decisive, con incontri istituzionali e possibili proteste pubbliche. Le storie raccolte e i dossier presentati alla procura rappresentano basi solide per mettere in evidenza le difficoltà vissute. Lo scenario rimane complesso, con processi giudiziari in corso e normative che si fanno più severe. Nel frattempo, le famiglie si trovano in un limbo senza tempi certi per tornare a vivere le proprie case.

La situazione delle famiglie e le difficoltà vissute

I membri del comitato si sono riuniti in una parrocchia di Sant’Ildefonso per aggiornarsi e preparare le prossime mosse. L’attesa si trasforma in preoccupazione: il tempo che passa senza case termina col pesare sulle vite di chi ha investito risparmi e progettato il proprio futuro. Filippo Maria Borsellino, portavoce del gruppo, ha ribadito che il dialogo con il Comune è rimasto un incontro isolato senza sviluppi concreti. Inoltre, manca un reale supporto da parte delle imprese coinvolte.

Nei prossimi giorni, alcune delegazioni saranno ricevute dai capigruppo del consiglio comunale, sia tra maggioranza che opposizione. La richiesta è di accelerare interventi e decisioni, perché la politica pare muoversi più lentamente delle necessità delle famiglie. Inoltre, si stanno preparando iniziative pubbliche per dare visibilità al problema. Maggio si prospetta un mese decisivo, nel quale il comitato punta ad ottenere segnali concreti. Viene evidenziato però che le nuove norme approvate dal comune riguardano soprattutto il futuro dei cantieri, e non risolvono la situazione di chi è bloccato da mesi o anni nelle loro abitazioni.

Le nuove regole comunali per i cantieri e le implicazioni legali

La giunta milanese ha stabilito linee di indirizzo più rigide riguardo alla gestione degli interventi edilizi che superano certe altezze o densità. In pratica, interventi oltre 25 metri di altezza o con densità superiore a 3 metri cubi per metro quadro, oppure con modifiche rilevanti al piano di governo del territorio, devono seguire il piano attuativo invece della segnalazione certificata di inizio attività. Queste linee vogliono arginare gli abusi riscontrati e seguirne meglio la conformità alle norme urbanistiche.

Queste misure in parte riflettono le osservazioni mosse dalla procura e dai tribunali, che hanno confermato i sequestri di diversi cantieri. Alcune situazioni sono già approdate in tribunale, con processi avviati contro costruttori e progettisti; altre sono in attesa di giudizio. Per esempio, si attende il termine dell’indagine sulle residenze lac, che potrebbe portare a richieste di rinvio a giudizio nei prossimi giorni. È arrivata intanto la decisione della Cassazione che ha respinto il ricorso della società francese Nexity contro il sequestro del cantiere nel parco delle cave.

Di fronte a queste questioni, l’incertezza per gli acquirenti si consolida: molti hanno versato cifre rilevanti e non riescono a ritirare caparre, rimanendo intrappolati in progetti fermi senza una prospettiva chiara di uscita. I lavori del gruppo di lavoro interno al comune hanno portato alla bocciatura di 17 progetti importanti nell’arco di un anno, con misure sospensive o di diniego. Tra questi anche via Savona, giudicato non conforme. Queste decisioni tengono bloccati numerosi investimenti e famiglie in uno stato di incertezza protratta.

L’incontro tra famiglie sospese e procura: i temi sul tavolo

Martedì 13 maggio 2025, una delegazione del comitato delle “famiglie sospese” si recherà a Palazzo di Giustizia per dialogare con la procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano e con il pool di pm che coordina le indagini nate dalla Guardia di Finanza. In questa riunione verranno portati documenti e testimonianze raccolte direttamente dalle persone coinvolte. Le famiglie provengono da due cantieri sequestrati: le residenze lac in via Cancano e lo Scalo House tra via Lepontina e via Valtellina. Entrambe le aree sono bloccate da mesi a causa di sospetti su violazioni edilizie.

Il comitato aveva chiesto un incontro da tempo, dopo aver consegnato dossier con le loro storie anche al sindaco Sala. Ora si punta ad avere un confronto diretto con la magistratura per mostrare le difficoltà che stanno attraversando. Viene riconosciuto il ruolo della procura ma si sollecita un percorso che possa sbloccare le situazioni attuali. Le famiglie denunciano un’accresciuta frustrazione: oltre ai cantieri fermi, c’è delusione verso le istituzioni e le imprese edili, che non hanno dato risposte concrete fino a ora. L’incontro dovrebbe rappresentare un passo per uscire da questa fase di stallo.