Home Milano e il fenomeno delle interdittive antimafia: 44 provvedimenti nel 2024, un aumento rispetto all’anno precedente

Milano e il fenomeno delle interdittive antimafia: 44 provvedimenti nel 2024, un aumento rispetto all’anno precedente

A Milano, nel 2024, le misure antimafia sono aumentate a 44, evidenziando l’infiltrazione di cosche siciliane e calabresi in vari settori economici e la crescente attenzione delle istituzioni.

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Nel 2024 a Milano sono aumentate le misure antimafia contro infiltrazioni di cosche siciliane e ’ndrangheta, che operano in modo nascosto in vari settori economici, complicando la lotta alla criminalità organizzata. - Unita.tv

Il panorama delle infiltrazioni mafiose a Milano continua a manifestarsi con decisione. Nel 2024 la prefettura ha emesso 44 misure di contrasto, un numero in crescita rispetto al 2023. Questi dati mostrano come le organizzazioni di stampo mafioso continuino a puntare su Milano per investire capitali illeciti in diversi settori economici. Il fenomeno riguarda soprattutto cosche provenienti da Sicilia e Calabria e presenta modalità di azione più nascoste e difficili da individuare.

Le interdittive antimafia e altre misure a milano nel 2024

Nel corso del 2024, la prefettura di Milano ha emanato complessivamente 44 provvedimenti legati ai controlli antimafia. Di questi, 30 sono interdittive, suddivise tra 8 comunicazioni e 22 informative antimafia. Sono 8 in più rispetto al 2023, quando le interdittive si erano fermate a 22. L’incidenza delle imprese milanesi su quelle lombarde raggiunge ben il 60%, considerando un totale regionale di 50 interdittive.

Queste cifre mostrano una recrudescenza nel contrasto alle infiltrazioni, ma anche la permeabilità delle attività economiche ai tentativi di infiltrazione. Alle interdittive si aggiungono 9 cancellazioni dalla cosiddetta white list di Palazzo Diotti, lista delle imprese considerate affidabili, e 5 accertamenti nell’ambito della prevenzione collaborativa. Questa crescita di interventi porta il totale delle misure adottate a 44, con un incremento di 19 unità rispetto all’anno precedente.

Nei primi due mesi del 2025, solo su corso Monforte sono state fermate 7 imprese con provvedimenti antimafia, un ritmo che porterebbe a circa 42 casi entro fine anno, senza considerare altri avvisi di preavviso con procedimento in corso. Il dato segnala quanto le istituzioni mantengano allerta alta e cercano di limitare le infiltrazioni di gruppi criminali nel tessuto imprenditoriale milanese.

La presenza di cosche siciliane e le attività nel territorio lombardo

Il rapporto della Direzione investigativa antimafia sul 2024 conferma la presenza attiva di cosche siciliane a Milano e in Lombardia. Nel documento, si fa menzione di gruppi legati a Cosa nostra trapanese, corleonese e alla famiglia barcellonese di Messina. Tre interventi interdittivi riguardano imprese collegate a queste organizzazioni.

Un esempio significativo è rappresentato dalla chiusura nel marzo 2024 del bar Las Vegas ad Abbiategrasso. Il locale era riconducibile a Paolo Aurelio Errante Parrino, cugino acquisito di Matteo Messina Denaro, considerato capo del cosiddetto “Sistema mafioso lombardo”. Questa struttura è stata smantellata dall’inchiesta Hydra e oggi è al centro di un processo nell’aula bunker del carcere di Opera.

Altre interdittive riguardano una società che opera nel montaggio e smontaggio di ponteggi e ascensori ed è legata ai corleonesi e un’impresa del settore edilizio e impiantistico affiliata alla famiglia barcellonese di Messina. Questi episodi confermano come le cosche si infilino in attività che pur sembrando lontane dal mondo mafioso, offrono opportunità di riciclaggio e controllo di appalti.

Modalità operative e strategie delle mafie in lombardia

Il dossier antimafia descrive il modo di operare delle organizzazioni criminali in Lombardia come diverso da quello tipico delle regioni d’origine. Qui, i gruppi preferiscono mantenere un basso profilo e rafforzare un’economia clandestina camaleontica, più che controllare militarmente i territori. La violenza viene usata solo in casi specifici per difendere posizioni economiche.

Questo approccio rende la lotta contro le infiltrazioni più difficile. Le attività illecite si mimetizzano fra l’economia legale, rendendo arduo individuare i segnali di penetrazione mafiosa. Nel contesto lombardo prospero, le cosche si sono adattate attendendo di mantenere gli affari sotto traccia, sfruttando strumenti sofisticati di frode e riciclaggio.

La magistratura ha documentato inchieste su frodi fiscali con fatture false, autoriciclaggio, intestazioni fittizie e bancarotte fraudolente. Questi strumenti permettono ai clan di nascondere gli illeciti dietro operazioni apparentemente normali, offrendo così una copertura più efficace rispetto al passato.

La ’ndrangheta e i suoi interessi nel territorio di milano e lombardia

Anche la ’ndrangheta si conferma protagonista tra le mafie presenti in Lombardia. L’attività congiunta di Dia e forze dell’ordine ha svelato tentativi di infiltrazione nei più vari ambiti economici locali. Settori come agricoltura, ippica, edilizia, autotrasporti e ristorazione sono stati al centro di indagini per presenze di cosche di provenienza catanzarese e crotonese.

Inoltre, sono emersi episodi di penetrazione in ambiti più specifici come distribuzione di carburante, movimento terra, gestione rifiuti e somministrazione di alimenti da parte di esponenti di gruppi ’ndranghetisti reggini. Questi settori offrono opportunità di riciclaggio e consolidamento di potere economico.

Un caso eclatante è l’omicidio del boss Antonio Bellocco, ucciso dal socio Andrea Beretta. Le indagini hanno svelato come gli interessi ’ndranghetisti si intreccino con il mondo del tifo organizzato. Nell’operazione “Doppia Curva”, la curva nord dello stadio Meazza è stata considerata un luogo in cui le cosche possono reclutare sostenitori e nascondere attività criminali dietro gruppi sportivi.

Questi elementi confermano come le mafie lavorino per espandere la loro influenza in settori diversificati, usando metodi sia diretti che indiretti per mantenere il controllo nel tessuto economico e sociale di Milano e dintorni.