Milano si stringe attorno a due nuovi lutti sul lavoro avvenuti a distanza di poche ore. Questi incidenti, che hanno colpito la città e la sua provincia, evidenziano ancora una volta la fragilità della sicurezza nei cantieri e nei luoghi di lavoro. Le prime indagini delle autorità mirano a ricostruire con precisione le dinamiche di questi fatti così tragici.
Caduta da ponteggio a lambrate: muore giovane muratore al lavoro su un balcone
Questa mattina, intorno alle 9.30, un muratore di 24 anni è precipitato da un ponteggio in un cantiere condominiale di via Bassini, nel quartiere di Lambrate, a Milano. Il giovane, originario del Kosovo, stava lavorando alla ristrutturazione di un balcone al quarto piano di un edificio. Nel corso dell’attività, è caduto nel cortile sottostante, riportando ferite che si sono rivelate fatali.
Un collega presente in cantiere è rimasto illeso. I soccorsi sono arrivati velocemente, ma i medici del 118 hanno potuto solo constatare la morte del muratore. Sul luogo, sono intervenuti carabinieri, polizia locale, i vigili del fuoco e personale dell’ATS. L’attenzione si concentra ora sulla stabilità del ponteggio e sulle condizioni di sicurezza adottate in cantiere. In effetti, i vigili del fuoco hanno iniziato a mettere in sicurezza l’area rimuovendo il materiale pericolante e analizzando l’eventuale presenza di difetti strutturali su cui il giovane avrebbe potuto perdere l’equilibrio.
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L’operaio lavorava per una ditta edile con sede nel Bresciano. La dinamica precisa della caduta resta da accertare. Le indagini a cura delle forze dell’ordine, già in corso, dovranno stabilire se il crollo è stato provocato da un problema tecnico, dalla mancanza di adeguate misure di protezione o da una distrazione.
La vittima di carpiano: operaio investito da motrice in un polo logistico
La tragedia di questa mattina segue di poche ore un altro incidente mortale sul lavoro verificatosi lunedì 5 maggio, poco prima delle 23, nel polo logistico della DHL a Carpiano, in provincia di Milano. L’operaio Roberto Vitale, 60 anni, è stato travolto da una motrice manovrata da un collega di 62 anni. Vitale, dipendente di una società esterna chiamata BS Trasporti, stava camminando nell’area del piazzale quando è stato investito accidentalmente.
Nonostante i tentativi di soccorso, l’uomo è deceduto sul posto. Secondo quanto riportato dal coordinatore UIL Traporti Lombardia Domenico Albanese, “Vitale era in pensione ma continuava a lavorare per integrare il reddito, segnando un quadro di difficoltà economiche sopraggiunte con l’aumento costante del costo della vita.” La motrice era condotta da un altro operaio esterno alla DHL, impiegato in un’attività di trasporto all’interno del polo logistico.
L’incidente solleva ancora un interrogativo sulle condizioni di sicurezza negli ambienti di lavoro, soprattutto in aree logistiche dove la presenza di mezzi in movimento crea rischi elevati. Le autorità stanno lavorando alla raccolta di testimonianze e prove, mentre le verifiche sulla gestione delle operazioni e sulle misure adottate all’interno del polo sono in corso. Anche questo caso evidenzia la vulnerabilità di chi svolge mansioni pesanti in contesti complessi come quello della logistica.
L’impatto degli incidenti sul lavoro a milano nel 2025
Il ripetersi di eventi mortali simili in un breve arco di tempo conferma un problema persistente nella sicurezza del lavoro a Milano e in alcune sue aree limitrofe. L’attenzione degli organi di controllo, come ATS e vigili del fuoco, si concentra sulle condizioni di cantiere e sulla prevenzione di rischi che, nel caso del giovane muratore come per il dipendente della DHL, hanno assunto conseguenze fatali.
Non si tratta di casi isolati, ma di episodi che richiedono un esame rigoroso delle pratiche lavorative, delle attrezzature impiegate e delle disposizioni di sicurezza. La presenza di multistakeholder, tra cui imprese edili, società di trasporto e logistica, impone un coordinamento stringente per evitare che eventi del genere si ripetano. L’attenzione resta alta su ogni fase del lavoro che coinvolge operai spesso esposti a pericoli elevati, soprattutto in contesti urbani e industriali.
La serialità di queste tragedie impone un approfondimento che non può limitarsi all’analisi giudiziaria, ma deve coinvolgere un monitoraggio capillare delle condizioni di lavoro a 360 gradi. Il bilancio di vite spezzate richiama nuovamente al bisogno di interventi concreti per mitigare i rischi e salvaguardare chi opera in settori particolarmente esposti.