Il 17 maggio 2025 a Milano è previsto un incontro chiamato “remigration summit” che ha scatenato forti reazioni e polemiche nel tessuto sociale e politico della città. L’Arci di Milano, Lodi e Monza-Brianza ha organizzato una mobilitazione pubblica per contestare questa manifestazione, definita pericolosa e divisiva. L’appuntamento antifascista si svolgerà in piazza Duomo alle 15, puntando a ribadire il rifiuto di ogni forma di odio e discriminazione.
Il remigration summit e le cause della protesta a milano
Il cosiddetto remigration summit, in programma il 17 maggio, è un evento che ha raccolto critiche perché si basa su idee che propongono il rimpatrio forzato di persone straniere, siano esse in regola o meno, oltre che di cittadini italiani di seconda o terza generazione ritenuti “non assimilabili”. Queste posizioni hanno suscitato allarme tra associazioni e gruppi democratici che vedono in queste tesi una violazione dei diritti civili e una pericolosa derivazione da ideologie xenofobe.
In particolare, Arci ha definito la visione sostenuta dal convegno “aberrante” e contraria ai principi di inclusione e rispetto. La richiesta avanzata da diverse realtà democratiche di impedire lo svolgimento dell’incontro a Milano non ha ottenuto risposta dalle autorità cittadine. Questo silenzio istituzionale ha spinto Arci e gli alleati a scegliere la strada della mobilitazione pubblica per manifestare la propria contrarietà.
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La mobilitazione antifascista in piazza duomo il 17 maggio
Il 17 maggio alle 15 in piazza Duomo, Arci insieme a numerose altre organizzazioni ha convocato una grande manifestazione antifascista. L’intento è quello di trasformare la piazza centrale di Milano in uno spazio aperto alla partecipazione civile, dove si possa far sentire un rifiuto netto verso chi promuove ideologie di odio e intolleranza.
L’iniziativa vede coinvolti diversi soggetti: Anpi, Cgil, partiti politici, associazioni civiche e altre realtà impegnate nella difesa dei diritti umani e della democrazia. Il richiamo è forte e chiaro, richiamando Milano come simbolo storico di resistenza al fascismo e di inclusione sociale. La città medaglia d’oro alla Resistenza viene evocata come cornice ideale per ribadire un messaggio opposto a quello del summit.
Le ragioni storiche e sociali dietro la scelta di milano come luogo della protesta
Milano ha una storia densa di lotte antifasciste e di accoglienza civica. La memoria della Resistenza occupa ancora un posto centrale nel dibattito pubblico, rendendo impossibile per molti la tolleranza verso la diffusione di idee che richiamano logiche di discriminazione e deportazione.
Le organizzazioni promotrici della manifestazione vedono proprio nella storia milanese un argomento in più per alzare la voce contro il remigration summit e per sostenere una città aperta e accogliente. In un contesto nazionale e internazionale segnato da tensioni migratorie e crescenti movimenti xenofobi, la mobilitazione di Milano si propone come una risposta civile, pacifica ma decisa.
Il significato simbolico del richiamo al 25 aprile e le reazioni della società civile
Nel comunicato Arci sottolinea un richiamo diretto al 25 aprile, festa della Liberazione, come simbolo dell’impegno antifascista che vuole continuare a guidare le scelte della comunità. L’idea è quella di replicare idealmente quell’ondata di mobilitazione democratica che rappresenta uno spartiacque tra democrazia e regimi autoritari.
Le reazioni nella società milanese sono state varie, ma la partecipazione annunciata di Associazioni, sindacati, partiti e collettivi civili indica un fronte ampio e coeso contro l’evento nazionalista. L’incontro di Martin Sellner e delle persone collegate a movimenti nazi-fascisti viene respinto con fermezza come un tentativo di diffondere ideologie pericolose, da contrastare con la presenza attiva in città.
Il confronto sul tema rimane teso, ma la mobilitazione in piazza Duomo conferma che una parte significativa della cittadinanza milanese non intende cedere spazi a messaggi di intolleranza. L’appuntamento del 17 maggio può rappresentare un momento di testimonianza civile e di richiamo ai valori che hanno formato – e continuano a formare – la società di oggi.