Milano aggiorna le regole per la commissione comunale paesaggio dopo lo scandalo piazza aspromonte

Milano introduce nuove norme per la Commissione comunale Paesaggio, aumentando i requisiti di esperienza, riducendo il numero dei commissari e vietando conflitti d’interesse per garantire trasparenza e efficienza.
Milano riforma la Commissione comunale Paesaggio con criteri più severi, selezione diretta dei professionisti, divieto di conflitti d’interesse e mandato ridotto per garantire trasparenza e affidabilità dopo lo scandalo di piazza Aspromonte. - Unita.tv

Milano ha deciso di intervenire con nuove norme per la selezione dei membri della Commissione comunale Paesaggio, dopo il caso che ha coinvolto alcuni componenti indagati per il progetto di piazza Aspromonte. Il Comune vuole ristabilire trasparenza e sicurezza nelle nomine, eliminando situazioni di conflitto di interesse. La modifica del regolamento, già approvata dalla giunta di Palazzo Marino, aspetta solo il via libera del Consiglio comunale per entrare in vigore.

Nuove modalità di candidatura diretto ai professionisti e criteri più severi

Il cambiamento più evidente riguarda la procedura per scegliere i membri della Commissione. Fino a oggi, l’avviso pubblico veniva diffuso principalmente tramite Ordini professionali, Collegio, Associazioni e istituzioni culturali o accademiche. Ma a Milano hanno deciso di eliminare questi passaggi intermedi. Ora l’invito sarà diretto, rivolto senza filtri a tutti i professionisti interessati. Questo per garantire una partecipazione più aperta e ridurre le interferenze di gruppi o lobby.

In parallelo, i requisiti per candidarsi diventano più rigorosi. Prima bastavano tre anni di esperienza per i laureati, cinque per i diplomati. Adesso servono almeno dieci anni di attività qualificata per chi possiede una laurea e dodici per chi ha solo il diploma. L’esperienza deve essere maturata nel lavoro autonomo o come dipendente pubblico, anche nel campo accademico. Così si punta a far entrare solo figure solide e preparate, evitando casualità o scelte di comodo.

Queste novità vanno a correggere il passato, dove le selezioni sembravano troppo lasche o influenzate. Si cerca di ricostruire la fiducia, sorvegliando ogni passo per evitare nuovi casi di incarichi assegnati senza criteri chiari.

Nuovi requisiti per il presidente e riduzione del numero dei commissari

Il presidente della Commissione comunale Paesaggio deve essere una figura con alta esperienza e competenza specifica. La recente delibera impone che abbia almeno dieci anni di esperienza come libero professionista o pubblico dipendente, soprattutto in ruoli legati alla tutela e valorizzazione dei beni paesaggistici. Non più solo l’abilitazione professionale quindi, ma anche un’attività concreta collegata al paesaggio e all’ambiente urbano.

Un’altra modifica riguarda il numero totale dei commissari, che diminuisce da 15 a 11. L’obiettivo è ottenere un gruppo più snello, capace di lavorare in modo più diretto senza dipendere troppo dalle sottocommissioni. Ridurre le dimensioni rende più semplice il confronto e accelera le decisioni, favorendo una gestione efficace delle pratiche edilizie e di tutela del territorio.

Con meno membri sarà anche più semplice verificare la coerenza delle scelte e tenere alta la qualità dei pareri. I commissari saranno esperti selezionati con criteri più rigidi, pronti a valutare progetti senza lasciarsi influenzare da interessi personali o professionali.

Divieto di incarichi nel territorio comunale per evitare conflitti di interesse

Uno dei punti più importanti della revisione riguarda il conflitto di interesse. Finora la norma vietava incarichi professionali nel territorio di Milano a metà più uno dei membri. Adesso la limitazione si estende a tutti i commissari. Chi siede nella Commissione non potrà avere rapporti di lavoro con soggetti attivi nel territorio milanese durante tutta la durata dell’incarico e per i successivi 18 mesi.

Questo divieto serve a prevenire situazioni in cui professionisti coinvolti nell’esame di progetti possano trovarsi in conflitto diretto o indiretto con progettisti o committenti attivi nel comune. Il rischio di favoritismi o influenze scorrette si riduce così di molto. Chi opera nella stessa area urbanistica di Milano, nel periodo di mandato, deve stare lontano dalla Commissione.

Con questa scelta si spera di mettere un freno ai casi di scarsa trasparenza emersi con lo scandalo di piazza Aspromonte.

Riduzione della durata della carica per favorire rotazione e trasparenza

L’ultima modifica riguarda l’incarico che ora durerà tre anni invece dei quattro previsti. La scelta punta a favorire una ricambio più frequente, garantendo alternanza nei ruoli e limitando il consolidarsi di posizioni troppo stabili che possono diventare terreno fertile per conflitti di interesse.

Una carica più breve permette anche di rivedere spesso la composizione della Commissione e di assicurare che la selezione risponda sempre alle esigenze del momento. Un ricambio più rapido può migliorare il controllo e ridurre il rischio che i membri si fossilizzino su vecchi schemi o interessi particolari.

La riduzione del mandato vuole quindi rinsaldare il legame tra Commissione e cittadini, tenendo alto il grado di attenzione su ogni passaggio del processo decisionale.

Reazione del Comune e rilancio della commissione dopo il clima di tensione

La delibera nasce dalla necessità di reagire alle indagini della Procura e ai problemi emersi con l’ordinanza del gip del 21 febbraio 2025, che ha messo in luce le debolezze nei criteri di nomina dei commissari. Il Comune ha evidenziato che il clima teso degli ultimi mesi ha compromesso la serenità con cui la Commissione poteva lavorare.

Il cambio di regole vuole restituire uno spazio di lavoro più trasparente e affidabile, evitando interferenze esterne e creando un organismo più incisivo nella tutela del paesaggio cittadino. Milano sembra pronta a voltare pagina su un problema che aveva scosso anche la fiducia nei processi amministrativi.

Il percorso ora passa per il Consiglio comunale, che dovrà approvare definitivamente il nuovo regolamento. A quel punto la Commissione potrà essere rinnovata con criteri più chiari e un mandato breve, ridisegnando il modo in cui si proteggono gli spazi urbani e il decoro della città.