Milano aderisce alla campagna nazionale per gaza con l’esposizione simbolica del sudario bianco a palazzo marino
Milano partecipa alla campagna “24 maggio – 50.000 sudari per Gaza” esponendo un lenzuolo bianco a Palazzo Marino, per denunciare il blocco degli aiuti umanitari e la crisi in corso a Gaza.

Milano aderisce alla campagna nazionale "50.000 sudari per Gaza" esponendo un lenzuolo bianco a Palazzo Marino per denunciare il blocco degli aiuti umanitari e la grave crisi umanitaria nella Striscia di Gaza. - Unita.tv
Il Comune di Milano si è unito a una mobilitazione nazionale che chiede di portare l’attenzione sul dramma che vive la popolazione di Gaza e dei territori palestinesi. La campagna “24 maggio – 50.000 sudari per Gaza” mira a denunciare l’interruzione degli aiuti umanitari in quella zona ormai da quasi tre mesi e il pesante bilancio umano provocato dal blocco imposto dal governo israeliano. A Milano, domani, la protesta si tradurrà nell’esposizione di un lenzuolo bianco, simbolo forte di lutto e di richiesta di giustizia, piazzato davanti a palazzo Marino.
Il blocco degli aiuti umanitari nella striscia di gaza e le conseguenze sulla popolazione civile
La situazione a Gaza sta precipitando, dopo che per 80 giorni non è entrato alcun aiuto alimentare o medico. Il governo israeliano ha imposto un blocco completo che impedisce l’ingresso di beni essenziali fondamentali. Questa crisi ha provocato gravi conseguenze sanitarie e umanitarie, soprattutto tra i gruppi più fragili: bambini, anziani e malati. Il ministro della Salute palestinese ha denunciato che almeno 29 bambini e anziani sono morti a causa di cause correlate alla fame.
L’assenza di cibo e medicinali influisce direttamente sulla vita quotidiana della popolazione. La rete sanitaria è ormai al limite, senza risorse né strumenti per fronteggiare emergenze basiche. Le organizzazioni internazionali segnalano che il blocco impedisce perfino il passaggio dei materiali per la riparazione delle infrastrutture distrutte dai bombardamenti. La crisi alimentare e sanitaria si intreccia così a un contesto di violenza che continua a mietere vittime civili. Donne e bambini sono tra i più colpiti, vittime invisibili in un conflitto che negli ultimi mesi ha acuito la sofferenza senza dare tregua.
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Il gesto simbolico di milano: il sudario bianco sulla facciata di palazzo marino
Per testimoniare vicinanza e attenzione verso chi vive questa emergenza, domani Milano esporrà un lenzuolo bianco, il cosiddetto “Sudario per Gaza”, davanti a palazzo Marino. Il telo rimarrà visibile per tutta la giornata, trasformando la facciata dell’edificio in un segnale di lutto pubblico e richiamo sociale. Secondo il Comune, questo gesto serve per spingere la cittadinanza a riflettere sulla gravità di quanto accade, richiamare la necessità di un intervento per la cessazione della violenza e far sentire una voce solidale dalla città.
Il sudario rappresenta molto più di un drappo bianco. È una forma di compassione e rispetto per chi ha perso la vita, un modo per dare dignità a una realtà fatta di dolore e ingiustizia. Il lenzuolo simboleggia una carezza ai corpi senza più voce di chi è morto nei raid o per gli effetti del blocco, ma anche una denuncia contro l’indifferenza che accompagna questo conflitto così prolungato. Palazzo Marino ha sottolineato che Milano mantiene un impegno con i valori della pace e della solidarietà, rivolgendo l’attenzione a tutte le vittime civili colpite da conflitti.
La campagna nazionale “50.000 sudari per gaza”: nascita e obiettivi
La mobilitazione è nata da un appello lanciato da studiosi e figure della società civile, tra cui Tomaso Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena, e Paola Caridi, giornalista esperta di Medio Oriente e Nord Africa. Il richiamo verte sull’uso del lenzuolo bianco, simbolo dei “sudari” usati per avvolgere i corpi dei palestinesi uccisi a Gaza. Questo oggetto, normale e ordinario nella tragedia, diventa segno di una distruzione che la comunità internazionale guarda con crescente silenzio.
Montanari e Caridi hanno spiegato che il sudario rappresenta un gesto estremo di cura, l’ultimo atto di rispetto per chi resta senza difese in un conflitto in cui gli esseri umani sembrano privati di valore. La campagna invita ogni cittadino a partecipare mostrando lenzuoli bianchi in piazze e finestre, cercando di raggiungere il numero simbolico di 50.000, che corrisponde ai caduti palestinesi registrati. La partecipazione dovrà diffondersi dall’Italia intera, occupando spazi pubblici e privati perché non si perda la memoria di un assedio durato quasi due anni e con una strage lenta e nascosta.
L’importanza del coinvolgimento delle città italiane nella solidarietà con i palestinesi
Il coinvolgimento di Milano si inserisce in un quadro più ampio, di risposta civile e pubblica che tocca molte città e comunità in Italia. La pressione dal basso mira a spingere i governi, le istituzioni internazionali e le Ong a intervenire concretamente per permettere il passaggio degli aiuti e fermare la violenza. Le amministrazioni locali si trasformano così in punti di osservazione e di sensibilizzazione, capaci di testimoniare la necessità di solidarietà oltre i confini nazionali.
Milano, città con una forte tradizione di impegno civile, ha scelto di andare oltre le parole occupandosi di un gesto visibile e simbolico. La scelta del “Sudario per Gaza” è un richiamo esplicito alla realtà del conflitto, ragionamento che invita chiunque veda il lenzuolo, anche distrattamente, a chiedersi cosa succede dietro quel muro d’ignoranza fatto dalle notizie frammentarie. Questo coinvolgimento pubblico mobilita la comunità cittadina nel riflettere sulle responsabilità politiche e umane che trascendono il presente locale.
La campagna avrà una risonanza nazionale e proseguirà in giorni segnati da iniziative collettive su tutto il territorio, volte a dare voce a chi non può più raccontare la propria storia per la devastazione del conflitto e del blocco. A Milano, il sudario bianco di palazzo Marino sarà dunque un segnale tangibile dell’urgenza che non si perda traccia di una tragedia in corso.