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Milano 2025: michelangelo pistoletto espone il temp(l)i cambiano nel chiostro di san barnaba

Michelangelo Pistoletto presenta a Milano l’installazione “I tempi cambiano”, un’opera che esplora il rapporto tra arte, spiritualità e responsabilità ambientale, utilizzando materiali di recupero per promuovere la riflessione collettiva.

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Michelangelo Pistoletto, artista italiano, espone a Milano la sua installazione “I tempi cambiano” nel Chiostro di San Barnaba, un’opera che unisce arte, spiritualità e sostenibilità ambientale attraverso materiali di recupero, riflettendo sul cambiamento dei luoghi sacri e il rapporto con l’arte contemporanea. - Unita.tv

Michelangelo Pistoletto, artista italiano prossimo ai novantadue anni, continua a lasciare il segno con le sue opere cariche di significato sociale e culturale. A Milano, nel Chiostro di San Barnaba, la sua installazione “I tempi cambiano” racconta l’evoluzione della spiritualità e del rapporto con l’arte nei tempi moderni. Questo intervento artistico rimarrà esposto per tre anni, segnando una presenza duratura nel cuore della città.

L’arte e la spiritualità: il tempio che cambia funzione

Michelangelo Pistoletto parla del “tempio” soffermandosi sul passaggio dalla dimensione religiosa a quella museale che molte volte ha interessato le antiche chiese. Molte di queste ultime hanno chiuso o sono state trasformate in spazi espositivi, prendendo così il posto dell’antico luogo di culto.

L’idea di un tempio inteso come spazio di unione e riflessione continua a vivere, ma assume forme diverse. Nel suo dialogo emergono i dubbi e le speranze di chi riflette sulla crisi degli spazi sacri tradizionali. Passando dalle chiese ai musei, l’opera d’arte viene posta in contesti che la proteggono ma ne cambiano anche la natura.

Annunciazione terzo paradiso e l’arte a palermo

Una delle opere più recenti di Pistoletto, la “Annunciazione Terzo Paradiso”, si trova in una chiesa di Palermo, dove viene reinterpretato il tema della Natività ispirandosi a Caravaggio. L’artista ha mantenuto la centralità dell’angelo ma ha sostituito il tradizionale cartiglio con il simbolo matematico dell’infinito. Un gesto che rappresenta un equilibrio tra natura e artificio, ma soprattutto un invito a pensare a una nuova umanità che si fonde con il presente contemporaneo.

Il tempio di rifiuti elettronici: un messaggio di responsabilità ambientale

“I tempi cambiano” presenta un tempio costruito con materiali di recupero: cestelli di lavatrici e serpentine di frigoriferi compongono i pilastri e il fregio del tempio dorico. Questa scelta nasce da un incarico del 2009 da parte del Consorzio Erion, dedicato al trattamento dei rifiuti elettrici ed elettronici .

Pistoletto ha trasformato la materia di scarto in simbolo, mostrando come i rifiuti possano diventare un’opera d’arte capace di richiamare l’attenzione sul rispetto ambientale e la salvaguardia del territorio. L’idea è di chiamare tutti a una riflessione collettiva sulla responsabilità nell’uso delle risorse e nel riciclo.

Nel corso degli anni, il tempio ha visitato varie sedi italiane, dalla Triennale di Milano a Villa Necchi, fino al carcere di Bollate. Oggi si trova in un luogo che coniuga storia, spiritualità e architettura a Milano. Il Chiostro di San Barnaba, parte della Società Umanitaria, conserva l’atmosfera di serenità e raccoglimento, valorizzando così il messaggio dell’opera.

La storia del chiostro e la scelta di san barnaba: un luogo ricco di memorie

Il Chiostro di San Barnaba ha una storia complessa e significativa. Inizialmente ospitava il convento francescano di Santa Maria della Pace, fondato nel XV secolo. Dopo l’epoca napoleonica, l’edificio fu requisito e cambiò più volte funzione: da scuderia a magazzino, fino a ospedale e riformatorio.

Società umanitaria e prospero mosè loria

L’imprenditore Prospero Mosè Loria ne fece successivamente la sede della Società Umanitaria, una realtà che puntava a creare connessioni tra le persone per costruire un senso di comunità e solidarietà. Proprio qui, la presenza dell’opera di Pistoletto acquista un valore aggiunto. Il luogo non è solo uno spazio espositivo, ma un ambiente che dialoga con i temi umani e sociali cui l’artista è legato.

Questa scelta ribadisce come l’arte contemporanea possa riflettere sul passato e trasformare i luoghi in spazi di incontro e confronto. Il chiostro diventa custode di un messaggio che attraversa secoli, combinando storia, arte e impegno civile.

Milano e michelangelo pistoletto: una città di connessioni e creatività

Milano ha ospitato diverse volte le opere di Pistoletto, punteggiate da luoghi carichi di significato. Nel 2023, per il suo novantesimo compleanno, ha presentato “La pace preventiva” nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, uno spazio segnato dai danni della Seconda Guerra Mondiale.

La città simbolizza un crocevia di cultura, arte e memoria, dove la storia si intreccia con nuove visioni. Proprio a Milano si trova il Consorzio Erion, collegato al progetto artistico legato al riciclo, così come la “Mela Reintegrata”, opera di Pistoletto davanti alla Stazione Centrale, rappresenta il nodo tra tradizione e apertura verso il mondo.

Anche la sua abitazione a Biella riflette attenzione per l’ambiente e il riciclo quotidiano. Pistoletto sottolinea l’importanza delle scelte concrete, come la differenziazione dei rifiuti, in una vita semplice e orientata alla sostenibilità.

Il terzo paradiso e l’arte come strumento per la pace e il dialogo

La “Città dell’arte”, fondata in un ex opificio, è un centro per la creatività contemporanea. Qui convivono mostre, spettacoli e iniziative che abbracciano anche temi sociali, religiosi ed educativi.

Di recente, è nata una Tavola Interreligiosa per la pace preventiva, che promuove il dialogo tra diverse fedi attraverso l’arte. Un progetto che prevede la mostra “U.R.-R.A.” a Monza, dedicata all’unità delle religioni e alla responsabilità dell’arte.

Questo scenario mostra come l’arte di Pistoletto non si limita all’estetica, ma cerca di sviluppare relazioni e immaginare un futuro capace di affrontare le sfide del XXI secolo. Il suo lavoro resta ancorato a concetti materiali e sociali, aiutando a mantenere viva una discussione che si radica nella realtà di tutti i giorni.