Nel cuore del foggiano, a borgo mezzanone, migliaia di migranti affrontano condizioni di vita estreme sotto un caldo opprimente che mette a rischio la loro sicurezza. Le baracche fatte di lamiere sottili si scaldano fino al punto da poter prendere fuoco, mentre la carenza di servizi essenziali aggrava ulteriormente una situazione già precaria. La denuncia arriva dalla flai cgil di foggia e mette in luce una crisi umanitaria che richiede attenzione immediata.
A borgo mezzanone vivono circa 5mila migranti stipati in insediamenti informali costruiti con materiali fragili come le lamiere sottili. Durante queste giornate estive le temperature raggiungono livelli estremi: il suolo tocca i 49 gradi mentre le superfici metalliche si riscaldano fino a 40 gradi o più. Questo crea un ambiente pericoloso non solo per il disagio fisico ma anche per il rischio concreto che le strutture prendano fuoco.
Molti abitanti cercano soluzioni fai-da-te costruendo moduli abitativi con mattoni nella speranza di creare ripari più solidi e meno infiammabili rispetto alle semplici lamiere. Purtroppo mancano ancora servizi igienici adeguati e l’acqua potabile viene distribuita solo alcuni giorni alla settimana tramite autobotti o cisterne mobili, rendendo difficile mantenersi idratati e puliti.
La maggior parte dei residenti proviene da paesi africani come nigeria, mali e ghana. Nonostante le difficoltà legate alla convivenza forzata in spazi ristretti, molti cercano sollievo dal caldo recandosi alle fontane sparse nella borgata dove trovano momentaneo refrigerio.
Il segretario generale della flai cgil foggia Giovanni tarantella evidenzia come negli anni passati siano stati assegnati oltre cento moduli abitativi ma ciò non basta a garantire condizioni dignitose ai migranti presenti nel ghetto. Serve una foresteria vera che possa offrire un alloggio stabile capace di restituire dignità alle persone coinvolte.
Molti ospiti del campo vivono senza permessi di soggiorno validi; questa condizione li espone ad ulteriori difficoltà soprattutto nell’accesso al lavoro regolare aumentando così la vulnerabilità economica ed esistenziale delle famiglie presenti sul posto.
La richiesta è chiara: occorre maggiore attenzione umanitaria da parte delle istituzioni nazionali ed europee affinché vengano messe in atto misure concrete per migliorare rapidamente la qualità della vita nel ghetto evitando tragedie dovute al caldo intenso o agli incendi accidentali.
Nel pomeriggio è prevista una visita ufficiale al ghetto organizzata dalla flai cgil insieme ad effatt, federazione europea dei sindacati dell’agroindustria e turismo con sede a bruxelles. All’incontro parteciperanno parlamentari italiani ed europei oltre ai rappresentanti della commissione UE impegnati nell’elaborazione di strategie contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo nei territori meridionali d’Italia.
Questa iniziativa vuole mostrare direttamente ai decisori politici europei quali sono le condizioni reali vissute dai migranti nelle aree informali come borgo mezzanone dove spesso mancano alternative abitative sicure ed accessibili. L’obiettivo dichiarato è trovare soluzioni concrete capaci anche di spezzare i circuiti dello sfruttamento attraverso proposte abitative dignitose fuori dai campetti abusivi disseminati nel sud italia.
Giovanni tarantella sottolinea come questa occasione rappresenta un momento cruciale perché “l’europa venga davvero a vedere cosa succede dentro il ghetto” dando così impulso ad interventi urgenti sul territorio prima che emergenze climatiche aggravino ancora maggiormente situazioni già drammatiche dal punto vista umano ed ambientale.
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