Messaggi vocali di Paola Cappa: l’ex manager Francesco Chiesa Soprani parla dei contenuti e della procura
Nuovi dettagli sull’omicidio di Chiara Poggi emergono dalle conversazioni tra Paola Cappa e Francesco Chiesa Soprani, testimone chiave, che potrebbero influenzare l’indagine in corso.

Emergono nuovi dettagli sulle conversazioni tra Paola Cappa e Francesco Chiesa Soprani, che potrebbero influenzare l’indagine sull’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco. - Unita.tv
Nel quadro dell’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, emergono nuovi dettagli sulle conversazioni avute da Paola Cappa, cugina della vittima. A riferirli è Francesco Chiesa Soprani, ex manager dello spettacolo e testimone, che ha parlato dei messaggi vocali scambiati con Paola proprio nel giorno del prelievo del dna di Andrea Sempio, indagato per omicidio in concorso. Le sue dichiarazioni gettano una luce inedita sulle dinamiche che circondano l’indagine, e aprono nuovi interrogativi sulla vicenda.
Chi è francesco chiesa soprani e il legame con paola cappa
Francesco Chiesa Soprani ha una storia variegata nel mondo dello spettacolo italiano. È stato agente di personaggi come Noemi Letizia, noto volto del gossip politico, e ha avuto un ruolo come teste nel processo Ruby ter. Il suo rapporto con Paola Cappa risale al 2007, anno in cui i due si sono conosciuti.
Il coinvolgimento con fabrizio corona
Chiesa Soprani ha precisato che è stato lui a portare Fabrizio Corona a Garlasco immediatamente dopo l’omicidio di Chiara Poggi. Corona era interessato a coinvolgere le gemelle K, cioè Paola e Stefania Cappa, nelle interviste e nei passaggi televisivi legati al caso. Quell’episodio ha segnato l’inizio di un’amicizia, che ha portato a un’interazione continuativa su cui si basano i nuovi sviluppi.
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I messaggi vocali inviati da paola cappa e il loro contenuto
Il 2025 riporta alla luce messaggi vocali inviati da Paola Cappa proprio il giorno in cui fu effettuato il prelievo di dna ad Andrea Sempio. Francesco Chiesa Soprani ha raccontato di aver salvato quei vocali in cartelle distinte, ognuna con un titolo a memoria, per non perdere traccia delle conversazioni.
Secondo quanto riferito, quei messaggi non lascerebbero spazio a interpretazioni semplicistiche. In particolare, un messaggio che in passato è stato associato a un presunto tentativo di incastrare Stasi, l’ex fidanzato di Chiara Poggi, non corrisponderebbe esattamente alla realtà.
Chiesa Soprani ha spiegato che il titolo dato a uno dei messaggi era “incastrare Stasi”, ma che probabilmente chi ne ha parlato si è limitato a riprendere quel titolo senza approfondire davvero il contenuto. I vocali effettivi avrebbero una portata diversa da quella comunicata, e su questo punto l’ex manager ha mantenuto uno stretto riserbo.
La collaborazione con la procura e l’indagine sull’omicidio
Francesco Chiesa Soprani si è detto disponibile a consegnare i messaggi vocali alla procura qualora gli venissero richiesti. La sua dichiarazione è netta: «Se la procura me li chiede, li fornisco». Finora non ha voluto divulgare dettagli sul contenuto dei vocali oltre a quanto già riferito, per motivi che possono riguardare la delicatezza dell’indagine e la riservatezza richiesta.
La procura continua a esplorare ogni pista nell’ambito della ricostruzione dell’omicidio di Chiara Poggi, e l’ascolto di conversazioni come quelle scambiate tra Paola e Chiesa Soprani rappresenta un elemento da tenere in considerazione per fare chiarezza su dinamiche e relazioni fra i coinvolti.
Parole fuori dal contesto mediatico
La vicenda ha vissuto una forte esposizione mediatica, con molte interpretazioni pubbliche che hanno alimentato ipotesi e versioni contrastanti. Francesco Chiesa Soprani si è mostrato critico verso alcune ricostruzioni basate su letture superficiali dei messaggi vocali.
Ha sottolineato che l’estrapolazione di frasi o titoli senza considerare il contesto vero dei vocali può portare a errori di interpretazione. Ad esempio, un messaggio in cui Paola smentirebbe alcuni racconti fatti dalla sorella gemella Stefania non è stato approfondito né commentato perché si tratta di aspetti delicati e interni alle dinamiche familiari e investigative.
Questo conferma come la complessità del caso Poggi richieda un esame rigoroso e giudizioso delle fonti e delle prove, tenendo ampia la possibilità di verificare ogni informazione nel rispetto delle procedure legali.