Medico condannato a 10 anni per abusi sessuali su 9 pazienti tra milano e san donato

Un medico di guardia a Milano è stato condannato a dieci anni di reclusione per abusi sessuali su nove pazienti, con risarcimenti tra 20mila e 30mila euro per le vittime.
Il tribunale di Milano ha condannato a dieci anni un medico di guardia per abusi sessuali su nove pazienti in ambulatori di Milano e dintorni, disponendo risarcimenti per le vittime e per l’Agenzia per la tutela della salute. - Unita.tv

Il tribunale di Milano ha emesso una sentenza di condanna per un medico di guardia accusato di abusi sessuali su diverse pazienti. I fatti risalgono a controlli medici effettuati in ambulatori sparsi tra San Giuliano Milanese, Milano e San Donato Milanese. La vicenda riguarda un uomo originario del Camerun, residente nel Varesotto, al centro di un processo che ha coinvolto numerose vittime e la procura locale.

Il procedimento giudiziario e la pena inflitta

Il medico, che ha scelto il rito abbreviato, è stato condannato a dieci anni di reclusione, una sentenza che già include uno sconto di pena pari a un terzo. La decisione è stata adottata senza riconoscimenti di attenuanti, sulla base della richiesta formulata dal pubblico ministero Alessia Menegazzo. La scelta del rito abbreviato ha permesso di accelerare il procedimento evitando un dibattimento ordinario, ma non ha influenzato la severità della pena inflitta.

Il giudice per le indagini preliminari Luigi Iannelli ha svolto il ruolo decisivo nel fissare la condanna e ha stabilito anche gli importi dei risarcimenti da erogare in favore delle vittime. Tali risarcimenti variano tra i 20mila e i 30mila euro per ciascuna delle nove donne, tutte parti civili nel processo. Un risarcimento è stato previsto anche per l’Agenzia per la tutela della salute, coinvolta come parte lesa per i danni subiti nelle sue strutture.

Dettagli sugli importi dei risarcimenti

Le vittime riceveranno un risarcimento economico significativo, con somme comprese tra i 20mila e i 30mila euro, a testimonianza dell’importanza riconosciuta al danno subito.

I dettagli degli abusi e le vittime coinvolte

Le denunce che hanno avviato le indagini sono partite direttamente dalle donne che si sono rivolte ai medici nei tre ambulatori indicati. Le pazienti hanno raccontato molestie avvenute durante le visite mediche, episodi che hanno destato particolare preoccupazione per la posizione di fiducia che l’imputato occupava. I reati si sono consumati in momenti e luoghi diversi, ma tutti nell’ambito dello stesso ruolo professionale del medico.

L’indagine ha evidenziato un quadro grave, con nove persone colpite da comportamenti illeciti da parte dell’imputato. La loro scelta di presentarsi in tribunale come parti civili ha permesso di attivare il percorso giudiziario e ottenere il riconoscimento formale del danno subito. Le vittime provengono da diverse località, ma erano tutte pazienti degli ambulatori di San Giuliano Milanese, Milano e San Donato.

Testimonianze delle vittime

Le pazienti hanno descritto abusi che si sono verificati durante normali visite mediche, sottolineando come la posizione di fiducia del medico abbia aggravato la gravità degli episodi.

Implicazioni per l’agenzia per la tutela della salute e le strutture pubbliche

L’Agenzia per la tutela della salute ha subito danni precisi, legati alla responsabilità della sicurezza delle strutture in cui operano operatori sanitari. La sentenza ha stabilito l’obbligo di risarcimento anche a favore di questa entità pubblica. La decisione sottolinea come vada garantita un’adeguata sorveglianza del personale nelle strutture sanitarie, per evitare che simili casi possano ripetersi.

Gli episodi hanno acceso i riflettori sul ruolo delle strutture pubbliche nel monitorare il comportamento del proprio personale, specie in ruoli di fiducia come quelli medici. La risposta giudiziaria mira a ristabilire una forma di tutela per le persone che si rivolgono ai servizi sanitari e a rafforzare le misure preventive in questi ambienti.

Profilo dell’imputato e reazioni dell’ambiente locale

L’uomo è originario del Camerun e vive nel Varesotto da anni, dove esercitava la professione di medico di guardia. Il suo profilo è emerso chiaramente nel corso del procedimento, insieme alle testimonianze delle pazienti che hanno contribuito a delineare la dinamica degli abusi. L’attenzione pubblica ha riguardato anche la zona di Milano e dei comuni limitrofi dove l’uomo prestava servizio.

Non a caso la vicenda ha sollevato discussioni riguardo i controlli nei confronti del personale sanitario e i protocolli di sicurezza adottati nelle strutture. La sentenza arriva dopo un’inchiesta lunga e delicata, che ha coinvolto la procura e ha utilizzato le denunce raccolte per costruire una prova solida in aula.

Il verdetto definitivo chiude una fase importante di questa storia, lasciando sullo sfondo la necessità di adottare misure concrete a tutela dei pazienti nei presidi sanitari pubblici. La città di Milano e i suoi dintorni guardano con attenzione alle conseguenze di questo processo, che ha visto numerose vittime trovare finalmente un riconoscimento legale dei propri diritti.