Home Maxi indagine a prato su evasione fiscale: tre professionisti indagati e numerose perquisizioni

Maxi indagine a prato su evasione fiscale: tre professionisti indagati e numerose perquisizioni

Un’inchiesta a Prato svela un caso di evasione fiscale che coinvolge tre professionisti e diverse imprese, con perquisizioni della Guardia di Finanza e misure legali per contrastare il fenomeno.

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Un'indagine a Prato ha scoperto un vasto sistema di evasione fiscale gestito da tre professionisti tramite società "apri e chiudi", con perquisizioni, sequestri e una collaborazione rafforzata tra Procura, Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate per contrastare il fenomeno. - Unita.tv

Un’inchiesta in corso a Prato ha portato alla luce un vasto caso di evasione fiscale che coinvolge tre professionisti e diverse imprese locali. I dettagli emergono tra accuse di utilizzo di aziende “apri e chiudi” e una rete di collaborazioni mirate a contrastare un fenomeno che da tempo grava sull’economia cittadina. Qui di seguito i fatti più rilevanti, il contesto e le conseguenze di questa operazione.

Perquisizioni mirate alla ricerca di prove e documenti

Nelle ultime settimane, la Guardia di Finanza ha eseguito diverse perquisizioni, entrando negli studi professionali e nelle sedi delle aziende coinvolte. In particolare, lo studio del commercialista è stato oggetto di attenzione per reperire documenti contabili e fiscali utili a confermare le ipotesi investigative. Le operazioni hanno coinvolto anche altre aziende riconducibili ai soggetti indagati, con l’obiettivo di sequestrare materiale significativo.

Questa fase ha permesso di raccogliere elementi concreti come contratti, registri contabili e corrispondenze, tutti pezzi chiave per accertare la reale attività economica delle imprese “apri e chiudi”. I controlli hanno evidenziato una sistematica prassi di mancata dichiarazione dei ricavi e la creazione di una copertura fittizia volta a garantire impunità fiscale. Oltre alla documentazione, le autorità sono alla ricerca di prove di coordinamento tra i professionisti e i titolari delle società.

Implicazioni per l’economia locale e conseguenze legali

Le ripercussioni del fenomeno sull’economia di Prato sono evidenti. L’evasione alimenta situazioni di concorrenza sleale, poiché le aziende che rispettano le regole si trovano in svantaggio rispetto a chi agisce occultando redditi. Inoltre, la perdita di entrate fiscali limita le risorse per servizi pubblici e investimenti sul territorio. Il caso preso in esame dimostra come singoli professionisti possano contribuire a un sistema più ampio di frode.

Recentemente la Procura ha disposto la confisca di beni del valore complessivo di circa 4 milioni di euro appartenenti a imprenditori cinesi implicati in casi simili. Questa azione testimonia l’efficacia delle nuove strategie coordinate tra le autorità, che cercano di evitare il rischio di prescrizioni e blindare il recupero dei fondi sottratti al fisco. Le misure legali impongono un controllo più stretto su chi favorisce attività illecite, con possibili conseguenze penali e amministrative.

Tre professionisti al centro dell’indagine per evasione fiscale

Gli investigatori hanno individuato tre persone risultate al centro delle accuse: un commercialista italiano di 65 anni insieme a due consulenti del lavoro cinesi, un uomo e una donna. Questi soggetti sono sospettati di agevolare l’evasione fiscale mediante l’uso di società “apri e chiudi”. Tali società vengono spesso aperte e chiuse nell’arco di poco tempo, presentandosi quasi mai con attività regolari o reali. Lo stratagemma utilizzato consiste nel far figurare i titolari come semplici dipendenti, così da evitare il carico fiscale e contributivo.

Questa modalità, pur conosciuta nel territorio, risulta difficile da contrastare per le autorità. Le aziende “apri e chiudi” sfruttano la natura effimera della loro esistenza giuridica e la mancanza di documentazione fiscale consistente. Nei fatti, creano un vuoto normativo dal quale gli evasori traggono vantaggi concreti, eludendo le imposte e sollevando dubbi sul reale volume d’affari. Le indagini vogliono accertare il ruolo diretto degli indagati nel promuovere o gestire queste società, così da ricostruire la rete di evasione.

Problemi emersi e difficoltà nel combattere l’evasione

Il caso a Prato mette a nudo alcune criticità che rendono arduo il contrasto all’evasione. Da un lato, l’adattabilità degli evasori alle nuove norme li aiuta a rimanere un passo avanti alle autorità. La rapidità con cui si aprono e chiudono società rende complicata la tracciabilità. Dall’altro, la lentezza dei processi giudiziari rischia di favorire la prosecuzione delle attività illecite durante le indagini.

Questo scenario ha spinto a misure più incisive, come la recente confisca preventiva di beni, che prescinde dalla conclusione definitiva dei procedimenti per evitare che il tempo giochi a favore degli indagati. Il nodo della trasparenza resta difficile da sciogliere, dato il contesto normativo e la frammentarietà degli atti aziendali nel caso delle società fantasma.

Il lavoro in corso punta a superare queste barriere sfruttando la collaborazione e l’approfondimento delle prove raccolte, per ridurre le aree d’ombra e interrompere le catene economiche che alimentano l’evasione fiscale.

Il contesto economico e sociale che favorisce il fenomeno a prato

Prato si presenta come una città con un sistema produttivo solido specie nel settore tessile, accompagnato da una numerosa comunità cinese integrata nel tessuto economico locale. Questa realtà ha creato specifiche condizioni in cui certi comportamenti irregolari riescono a diffondersi. Le aziende “apri e chiudi” nascono proprio in questo ambiente, dove la complessità fiscale e normativa offre spazi rilevanti di intervento per chi vuole aggirare le leggi.

La presenza di numerose imprese di piccole dimensioni, spesso a conduzione familiare o straniera, facilita la proliferazione di attività poco trasparenti. Il procuratore Luca Tescaroli ha più volte evidenziato come l’evasione fiscale sia fenomeno radicato nella zona, anche per la difficoltà di intercettazione dovuta ai sistemi adottati dagli evasori. Da dicembre 2023, un protocollo tra Procura, Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza ha intensificato lo scambio di informazioni, al fine di ridurre il ricorso a queste pratiche elusive.

Reazioni ufficiali e strategie investigative

Il procuratore Luca Tescaroli ha sottolineato il ruolo decisivo della collaborazione tra i vari enti per individuare e bloccare gli evasori. L’attività congiunta della Procura, dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza ha permesso di scoprire in anticipo le mosse di chi usa aziende fittizie per evitare tasse. Questa cooperazione ha facilitato sequestri e indagini più rapide, così da non lasciare spazio di manovra ai soggetti sospetti.

Le autorità ribadiscono il proprio impegno per proseguire nel contrasto con una linea dura e senza sconti, orientata a tutelare il mercato regolare e a ristabilire equilibrio fiscale. Nelle dichiarazioni si evidenzia l’importanza di garantire parità di condizioni per tutte le imprese, sostenendo sia la legalità sia la trasparenza delle attività economiche sul territorio.

«La lotta contro l’evasione fiscale richiede uno sforzo congiunto e determinato, senza lasciare alcuno spazio a pratiche illecite», ha affermato Tescaroli.