
L’autopsia ha rivelato dettagli chiave sull’omicidio di Martina Carbonaro, 14 anni, uccisa dall’ex fidanzato Alessio Tucci ad Afragola; il ragazzo ha confessato e si trova in custodia cautelare mentre le indagini proseguono. - Unita.tv
L’autopsia sul corpo di Martina Carbonaro, la 14enne trovata morta nel palazzetto dello sport di Afragola, ha svelato particolari importanti sulla dinamica dell’omicidio. Il fatto è avvenuto in una struttura abbandonata durante lavori in corso, il 27 maggio 2025. Alessio Tucci, 19enne ex fidanzato della ragazza, ha confessato il femminicidio.
I risultati dell’autopsia e il quadro medico legale
L’autopsia è stata svolta all’ospedale San Giuliano di Giugliano in Campania dalla dottoressa Raffaella Salvarezza, su incarico della Procura di Napoli Nord. Il referto ha confermato che Martina non è morta all’istante, ma ha subito un’agonia prolungata. Sul cranio della vittima sono state individuate quattro ferite principali, concentrate tra la parte frontale e quella posteriore. Questi colpi sono stati inferti con una pietra, dicono gli accertamenti, per aver rifiutato un abbraccio. Una di queste ferite ha provocato un’emorragia grave, che probabilmente ha portato alla morte della ragazza in un lasso di tempo non ancora definito.
Incertezza sui tempi di agonia
Il medico legale non ha potuto stabilire con certezza per quanto tempo Martina sia rimasta in vita dopo l’aggressione. La situazione si complica dal momento che non si hanno elementi certi sul fatto che la giovane fosse ancora cosciente o respirasse quando il corpo è stato occultato sotto un vecchio armadio, in mezzo a rifiuti e materiali di risulta. Il colpevole, Tucci, ha riferito agli investigatori che la ragazza era già senza vita quando ha nascosto il corpo.
La Procura ha precisato che, prima di fornire una risposta definitiva su questo particolare importante, serviranno ulteriori analisi, tra cui esami istologici e anatomopatologici. La complessità del quadro emerge anche dai punti di indagine sul collo: l’autopsia ha evidenziato segni non ancora classificabili come un tentativo di strangolamento vera e propria.
Dinamica dell’omicidio e indagini sul luogo del ritrovamento
Martina è stata uccisa in un’area dismessa del palazzetto dello sport ad Afragola, attualmente in fase di restauro. Gli investigatori hanno effettuato due sopralluoghi. Durante il primo, nel pomeriggio del 27 maggio, sono stati trovati solo alcuni oggetti personali della ragazza, in particolare i suoi occhiali, e tracce di liquido ematico insieme a un sasso insanguinato. Il corpo non era stato invece ancora individuato.
Solo nel secondo controllo, intorno a dieci minuti dopo la mezzanotte, è stata scoperta la salma nascosta in uno spazio angusto, dietro un armadio stipato con rifiuti. Questi dettagli confermano che l’assassino ha compiuto un gesto premeditato per occultare il cadavere nel tentativo di nascondere le prove. Tucci è stato fermato in breve tempo dopo le indagini coordinate dal sostituto procuratore Alberto Della Valle e dallo sforzo dei carabinieri.
L’occultamento del corpo
Il gesto di nascondere il cadavere dietro un armadio e tra rifiuti evidenzia un chiaro tentativo di depistaggio, dicono gli inquirenti.
Profilo e comportamento dell’indagato secondo le autorità giudiziarie
In base alle testimonianze raccolte e ai documenti processuali, il giovane Alessio Tucci ha dimostrato un atteggiamento freddo e calcolatore. La giudice Stefania Amodeo ha sottolineato la “personalità allarmante” dell’indagato, incapace di contenere gli impulsi violenti. Lo stesso giudice ha disposto la custodia cautelare in carcere.
Nei primi verbali, Tucci ha ammesso di aver cancellato le conversazioni tra lui e Martina dai loro telefoni, un tentativo chiaro di eliminare tracce compromettenti. Dopo aver nascosto il corpo, si è lavato e si è presentato tranquillamente alle ricerche organizzate per la ragazza scomparsa, nascondendo così il suo coinvolgimento diretto nell’omicidio. Le parole usate nell’ordinanza definiscono il comportamento del 19enne come carico di “efferratezza“, “tranquillità” e “disinvoltura“.
Questi elementi sono stati raccolti durante le indagini della Procura e dall’analisi delle attività digitali dell’ex fidanzato, che aggiungono un quadro inquietante alla vicenda.
Il ruolo dei consulenti e il futuro delle indagini
Gli accertamenti autoptici si sono svolti con la partecipazione di periti nominati sia dalla Procura che dalle difese. Per la famiglia di Martina, assistita dall’avvocato Sergio Pisani, hanno seguito l’autopsia i medici Pietro Tarsitano e Omero Pinto. Il medico legale Antonio Palmiero ha collaborato per la difesa del giovane, rappresentato dall’avvocato Mario Mangazzo.
Punti aperti e indagini in corso
Tra i quesiti rimasti aperti, spicca la necessità di chiarire quanti colpi siano stati inferti, quali parti del corpo abbiano colpito e il momento esatto della morte. Un punto centrale riguarda la possibilità, o meno, di un intervento tempestivo che avrebbe potuto salvare la giovane se avesse ricevuto cure immediate.
La Procura attende i risultati completi delle analisi istologiche e anatomopatologiche per disporre ulteriori atti giudiziari. Nel frattempo, la salma è stata restituita alla famiglia, che ha fissato i funerali nella basilica di Sant’Antonio ad Afragola, presieduti dal cardinale Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, a partire dalle ore 15 del giorno successivo al rilascio.