Un ingente patrimonio immobiliare e mobiliare, stimato intorno al milione di euro, è stato posto sotto sequestro dal Tribunale di Ancona su richiesta della Direzione distrettuale antimafia locale. Il provvedimento riguarda un uomo con numerosi precedenti penali legati a reati di natura mafiosa, residente da anni nelle Marche. Le indagini hanno portato a identificare i beni riconducibili a lui e al suo nucleo familiare, accertando una netta sproporzione tra i redditi dichiarati e il valore degli investimenti posseduti.
Il profilo del soggetto colpito dal sequestro e le condanne definitive
L’indagine ha coinvolto un soggetto di origine calabrese noto per la sua lunga fedina penale e la sua presenza consolidata sul territorio marchigiano. Le autorità hanno evidenziato come fosse destinatario di condanne definitive per associazione a delinquere e traffico di sostanze stupefacenti, con una pena complessiva superiore ai venti anni di carcere. Nel settembre 2024, l’uomo risultava ricercato a livello nazionale ma era stato individuato e arrestato in Slovenia dopo un periodo di latitanza.
Il tribunale ha riconosciuto il carattere mafioso dell’associazione criminale operante nelle Marche, di cui faceva parte. Tale organizzazione era impegnata in una serie di attività illecite, tra cui estorsioni e violenza contro le persone. Questi fatti sono stati oggetto di indagini approfondite della Procura distrettuale di Ancona, che ha portato a sentenze definitive sulla natura criminale e organizzata del gruppo.
Dettagli sugli asset sequestrati tra immobili, terreni e conti correnti
Il provvedimento riguarda diversi beni immobili e mobili. Sono stati confiscati sei immobili tra Ancona, Montegranaro e Porto Recanati, aree che coprono le province di Ancona, Fermo e Macerata. Tra i beni oggetto di sequestro c’è anche una Porsche Cayenne, un’auto di lusso che rientra nel patrimonio personale del soggetto.
In aggiunta, sono state bloccate quote di partecipazione in varie società, insieme a conti correnti in Italia e in Polonia. La presenza di risorse finanziarie oltreconfine evidenzia una gestione economica complessa, probabilmente destinata a eludere i controlli. Il valore complessivo degli asset sequestrati supera il milione di euro, un divario considerevole rispetto ai redditi ufficiali dichiarati dal soggetto e dal suo nucleo familiare, quest’ultimo formalmente destinatario del provvedimento.
Iter giudiziario e futuri sviluppi legali del procedimento di prevenzione
Il sequestro è stato disposto prima dell’apertura di un contraddittorio completo, che si terrà davanti al Tribunale di Ancona. Questo confronto servirà a verificare se sussistono le condizioni per procedere con la confisca definitiva del patrimonio. Il meccanismo previsto mira ad accertare l’ingiustificata sproporzione tra il valore degli investimenti e le capacità economiche dichiarate.
L’azione eseguita dal Gico del Nucleo Polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza ha previsto il coordinamento con la Direzione antimafia per tutelare gli interessi pubblici e gestire la complessità dei beni disponibili. L’intero processo segue il percorso previsto dalla normativa antimafia, mirata a colpire le risorse economiche utilizzate per sostenere attività criminali e impedire la loro ricostruzione.
Il procedimento di prevenzione offrirà ulteriori dettagli sulla provenienza delle risorse e sulle implicazioni penali collegate alle condotte già accertate nel corso delle indagini. Le autorità mantengono alta la vigilanza sul territorio marchigiano, considerando la pericolosità del soggetto e la rete criminale su cui poggiano alcune delle attività illecite individuate.
Ultimo aggiornamento il 23 Luglio 2025 da Elisa Romano