La decisione dell’assessora ai servizi alla persona e alle pari opportunità di Senigallia di istituire il 19 novembre come “Giornata internazionale dell’Uomo” ha acceso un acceso dibattito nella città di Ancona. L’iniziativa, volta secondo l’assessora Cinzia Petetta a valorizzare modelli maschili positivi e promuovere un confronto sulla violenza di genere, ha raccolto forti critiche da numerose realtà femminili e culturali del territorio, mettendo in luce tensioni ancora vive sulla gestione delle tematiche legate alla parità e al contrasto degli abusi.
La proposta dell’assessora Petetta: celebrare modelli maschili e combattere la violenza
Il 5 febbraio 2025, durante una seduta del Consiglio Comunale di Senigallia, l’assessora Cinzia Petetta ha annunciato l’intenzione di celebrare il 19 novembre come giornata dedicata all’uomo. L’obiettivo dichiarato è quello di promuovere modelli maschili positivi, mettere in rilievo il ruolo di padri, mariti e cittadini che si comportano responsabilmente, oltre a condannare la violenza perpetuata da una minoranza di uomini. L’idea sottolinea la necessità di affrontare i problemi comportamentali partendo da un dialogo con entrambe le parti: chi commette atti di violenza e l’“innumerevole maggioranza” degli uomini che si comportano correttamente.
Petetta ha motivato l’iniziativa sottolineando la necessità di un riconoscimento sociale per chi rappresenta un esempio di responsabilità maschile. Ha evidenziato come si debba parlare di violenza anche in quel contesto, senza negare le responsabilità, ma evitando anche generalizzazioni che rischiano di demonizzare l’intero genere maschile.
Le reazioni critiche delle associazioni femminili e culturali di Senigallia e Marche
La proposta dell’assessora, però, ha provocato una reazione veemente da parte di molte associazioni femministe e culturali del territorio marchigiano. Coordinamenti come Donne Spi Cgil Senigallia, l’Anpi locale, le donne del Partito Democratico, la lista civica ‘Vola Senigallia’, Avs Senigallia, il presidio Libera ‘Attilio Romanò’ e la Rete femminista Marche Molto+di194 hanno espresso un netto dissenso.
I loro rappresentanti hanno definito la scelta “pretestuosa” e “fuorviante”, perché creerebbe una contrapposizione indebita tra la giornata istituita dall’Onu il 25 novembre, dedicata alla lotta contro la violenza sulle donne, e una ricorrenza dal significato controverso e mai ufficialmente riconosciuta a livello internazionale, legata alla figura maschile e nata nel 1991 da iniziative non governative.
Secondo queste donne, l’idea di creare una giornata che pone in opposizione o in una falsa equivalenza la ricorrenza sui diritti e la tutela delle donne costituisce un problema politico e culturale molto serio. La discussione rischia di diluire l’impegno contro la violenza di genere, spostando il focus su una percepita “svalutazione” delle diverse forme di oppressione e discriminazione subite dalle donne.
Il dibattito sul ruolo degli uomini nel contrasto alla violenza di genere e la fragilità del messaggio istituzionale
Tra i punti più contestati emerge soprattutto la presunta contrapposizione tra uomini e donne proposta dall’assessora e l’assenza di un coinvolgimento attivo degli uomini sensibili nella lotta contro il femminicidio. Le organizzazioni intervengono dicendo che la società deve spingere verso un’alleanza che unisca entrambi i sessi contro un fenomeno mortale e strutturale come la violenza sulle donne, riconosciuta recentemente come reato specifico.
Il messaggio inviato dall’avvio della “Giornata internazionale dell’Uomo” nelle sedi istituzionali, specialmente se promosso da chi ricopre il ruolo di assessore alle pari opportunità, appare a queste componenti sociali troppo semplicistico e divisivo. Le risorse pubbliche, secondo le firme della protesta, dovrebbero essere destinate esclusivamente a campagne di sensibilizzazione contro le discriminazioni e per la tutela dei soggetti più vulnerabili, soprattutto nelle scuole.
Le associazioni chiamano quindi a mantenere alta l’attenzione sulla gravità della violenza maschile contro le donne, con iniziative che coinvolgano attivamente uomini consapevoli, senza trasformare il dibattito in una corsa a riconoscimenti paralleli ma separati.
Sfondo Culturale e contesto politico della discussione sulla parità a Senigallia
Questa accesa polemica riflette un clima più ampio che attraversa Senigallia e le Marche sul tema dei diritti di genere. Le battaglie culturali degli ultimi decenni hanno portato risultati sui piani legislativi e sociali, ma le tensioni restano alte soprattutto quando si toccano simboli, ricorrenze e messaggi istituzionali.
La presa di posizione dell’assessora e le repliche delle associazioni rivelano anche le difficoltà con cui in alcune comunità pubbliche si affronta il tema della parità e del rispetto reciproco tra uomini e donne. Il confronto, poco conciliabile al momento, pone in evidenza visioni del mondo che faticano a trovare uno spazio comune.
Nel 2025, la questione dei modelli di uomo e donna assume una connotazione rilevante nella definizione di politiche sociali locali. È proprio in questi momenti che i percorsi di integrazione e rispetto reciproco devono trovare strumenti e parole capaci di costruire ponti senza alimentare fratture.
Ultimo aggiornamento il 7 Agosto 2025 da Serena Fontana