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Santanchè sul caso Ricci: divergenze nette ma fiducia nei cittadini e no all’ingerenza della magistratura

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Santanchè: divergenze sul caso Ricci ma fiducia nei cittadini, no a ingerenze giudiziar - Unita.tv
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La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, si è espressa sull’inchiesta che coinvolge Matteo Ricci, candidato del centrosinistra alle prossime regionali delle Marche, accusato di corruzione. Le sue dichiarazioni, rilasciate a Senigallia durante un incontro con il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, hanno messo in luce un chiaro distacco politico tra lei e Ricci, insieme a una posizione netta sul ruolo del voto popolare e di quello della magistratura.

La posizione di Santanchè sul caso ricci e le distanze politiche evidenti

Santanchè ha sottolineato fin da subito le forti differenze che la separano da Matteo Ricci: “Tra me e Ricci c’è un mondo e la penso nella maniera opposta a lui”, ha affermato. Nonostante questa netta divergenza ideologica, la ministra ha scelto di mantenere una posizione garantista nei confronti di se stessa e di tutti, inclusi gli amministratori sottoposti a indagini giudiziarie. Nel suo intervento non ha negato l’esistenza delle accuse ma ha rimarcato come il suo interesse resti ancorato all’azione politica e alla qualità della gestione pubblica svolta dai candidati.

Ha infatti precisato che per lei “non interessa Ricci e delle sue indagini”, ma ciò che conta è il modo in cui si amministrano città e regioni. Tale affermazione apre alla distinzione tra responsabilità politica e accertamenti giudiziari, anticipando un possibile conflitto tra le due sfere che è ben presente nel dibattito pubblico. Santanchè ha voluto evitare che la magistratura sostituisca l’elettorato, ribadendo che la contestazione dei comportamenti amministrativi deve arrivare attraverso il voto popolare.

Il ruolo della magistratura e la necessità del giudizio popolare

Nel contesto del confronto riguardo all’inchiesta su Ricci, la ministra ha posto una linea netta tra ruolo della magistratura e sovranità degli elettori. Santanchè ha espresso un chiaro rifiuto verso un sistema dove i giudici finiscano per prendere il posto degli eletti. “Non voglio che ci sia una magistratura che si sostituisce al corpo elettorale”, ha dichiarato senza esitazione.

Questa osservazione riflette un punto di vista che attribuisce priorità al voto e alla scelta democratica dei cittadini nelle competizioni politiche, ritenendo che ogni giudizio sulle figure pubbliche debba passare in primo luogo attraverso le urne. Santanchè invita così a distinguere tra la responsabilità penale da accertare in tribunale e quella politica evidenziata dagli elettori nel momento del voto.

Il richiamo al principio garantista non implica una difesa a priori del candidato, ma sottolinea come, nel sistema democratico, la politica conservi il proprio spazio decisionale. La magistratura deve fare il suo lavoro, ha aggiunto, ma “gli avversari li vogliamo battere nelle urne”. È una ammonizione rivolta anche agli avversari politici, con l’intento di tenere distinta la competizione elettorale dagli strumenti giudiziari.

Confronto tra acquarelli e ricci e il modello amministrativo secondo santanchè

Nel suo discorso Santanchè ha citato anche il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, presentato come esempio di amministratore “che ha lavorato molto”. Ha espresso apprezzamento per un modo di fare politica meno rumoroso e più focalizzato sul lavoro concreto. Comparando questo modello con altre esperienze, implicitamente anche con quanto rappresentato da Ricci, la ministra ha evidenziato le differenze nella gestione e presentazione politica.

La sua lettura è chiara: la ricetta per vincere nelle regionali non si trova nei colpi di scena giudiziari o nelle scandali ma nella capacità dimostrata di realizzare risultati sul territorio. La politica, secondo Santanchè, deve basarsi sulla sostanza e non su un fatto giudiziario che attende accertamenti. Questa posizione testimonia uno scontro di visioni tra due modelli: uno più incline alla contestazione mediatica e uno più orientato all’azione amministrativa discreta.

In questo quadro, la ministra ha ribadito che il centrodestra intende affrontare gli avversari solo con gli strumenti offerti dalle elezioni, senza deviare verso altre forme di conflitto che passino per la magistratura o la delegittimazione. Il quadro politico delle Marche, quindi, resta aperto e teso in vista delle consultazioni regionali, con temi come legalità e buona amministrazione al centro dell’attenzione degli elettori.

Sviluppo del caso ricci nel contesto politico e giudiziario marchigiano

Il caso Ricci assume rilievo non solo come vicenda giudiziaria ma anche come elemento chiave nella competizione elettorale per le Marche, regione dove si voterà presto. Accusato di corruzione nell’ambito di presunte irregolarità durante l’amministrazione comunale di Pesaro, Ricci è finito sotto i riflettori di una Procura attenta alle assegnazioni e agli affidamenti pubblici.

L’interrogatorio a cui è stato sottoposto nei giorni scorsi rappresenta una fase delicata per il candidato e il suo partito. La magistratura, nel svolgere accertamenti, fa emergere tensioni che si riflettono nell’agone politico, dove le forze avversarie cercano di sfruttare la situazione per guadagnare terreno. Le reazioni pubbliche si articolano tra sostenitori del principio di innocenza fino a sentenza e chi vede invece nel giudizio penale un elemento fondamentale per valutare l’affidabilità degli aspiranti eletti.

La posizione di Santanchè risulta centrale in questo contesto, poiché rappresenta uno dei vertici del centrodestra che si confronta direttamente sull’argomento, motivando il proprio rifiuto di strumentalizzazioni giudiziarie e proponendo una linea politica chiara sulla separazione di ruoli tra magistratura e politica elettorale.

In questo clima, la comunità marchigiana segue con attenzione il prosieguo del procedimento e si prepara a esprimersi nelle urne. Il futuro politico della regione dipende anche dalle scelte dei cittadini, chiamati a valutare quanto emerso nel corso delle indagini insieme alle proposte programmatiche di tutti i candidati.

La politica regionale delle Marche si conferma quindi un terreno di scontro serrato in vista delle elezioni, con il caso Ricci al centro del dibattito pubblico e della strategia degli schieramenti in campo.

Ultimo aggiornamento il 30 Luglio 2025 da Luca Moretti

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Luca Moretti

Luca Moretti è un blogger e analista indipendente con un forte focus su politica e cronaca. Con uno stile incisivo e documentato, approfondisce temi di attualità nazionale e internazionale, offrendo ai lettori chiavi di lettura chiare e puntuali. Il suo lavoro è guidato da una costante ricerca della verità e da un impegno verso l’informazione libera e consapevole.

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