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Rigoletto torna all’arena sferisterio con una messa in scena tra degrado e malinconia

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Rigoletto all’Arena Sferisterio, tra ombre di degrado e malinconia. - Unita.tv
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Il 19 luglio 2025 riparte il Macerata Opera Festival con il Rigoletto di Verdi, diretto da Federico Grazzini. Il regista ripropone la sua versione ambientata in un luna park dismesso, evocazione di un’umanità corrotta e violenta, percorso da personaggi trasformati in malavitosi moderni. L’opera, ormai classico del lirico, viene così rimessa al centro di un racconto che scava nelle ombre dei protagonisti, invitando il pubblico a riflettere sul nostro tempo.

Rigoletto: un dramma di passioni e vendetta nella mantova del cinquecento

L’opera nasce dal dramma di Victor Hugo “Le roi s’amuse”, ambientato nella Mantova del 1500. Il duca di Mantova domina la città con potere assoluto, seducendo senza scrupolo ogni donna, compresa Gilda, figlia del conte di Monterone. Rigoletto, buffone deformato di corte e padre ossessivo, cerca di proteggere la figlia da un destino crudele. Ma gli inganni dei cortigiani e la finta identità dello studente innamorato di Gilda, che in realtà è il duca, trasformano la vicenda in un turbine di passione, tradimento e violenza. Il finale vede Gilda sacrificarsi per salvare il duca, aggiungendo una tensione emotiva profonda alla tragedia.

Il luna park abbandonato come simbolo di un mondo che si sfalda

La scelta di ambientare la rappresentazione in un luna park dismesso evidenzia il degrado morale che permea l’opera. Un luogo un tempo di gioco e divertimento, ora ridotto a scenario di desolazione, riflette le vite rovinate dei personaggi. Il volto del giullare, ingigantito e inquietante, domina la scena per sottolineare la deformità interiore di Rigoletto, specchio di un male profondo che non si limita all’aspetto fisico. La scena è spoglia: tendoni logori, luci spente, un furgone malmesso, qualche panchina. Tutto contribuisce a creare un’atmosfera di abbandono che cinge un dramma personale trasformato in lotta per la sopravvivenza e la vendetta.

Interpretazioni fresche grazie a cast internazionale e giovani interpreti

Federico Grazzini tiene fede alle edizioni precedenti, affidando però grande rilievo all’apporto dei cantanti. I protagonisti stranieri non portano con sé pregiudizi legati a interpretazioni consolidate, dando nuova vita ai personaggi con un approccio naturale e meno stereotipato. I giovani interpreti, cresciuti tra cinema e serie televisive, sono capaci di muoversi con disinvoltura nel dialogo tra musica e azione scenica, rendendo la performance molto più dinamica. La direzione musicale è affidata a Jordi Bernacer sul podio della FORM, con un cast che comprende nomi come Nikoloz Lagvilava, Damiano Salerno, Ivan Magrì e Ruth Iniesta, chiamati a dare un volto contemporaneo a questa tragedia senza tempo.

Elementi scenici e costume: un allestimento essenziale e simbolico

L’allestimento porta la firma di Andrea Belli per le scene e Valeria Donata Bettella per i costumi, puntando su un minimalismo che accentua il contesto di decadenza. Il luna park diventa così un teatro simbolo di squallore, mentre gli abiti richiamano un’immagine di persone abbandonate a un destino di violenza e dolore. Il Coro Lirico Marchigiano “V. Bellini” accompagna la narrazione con voci che aggiungono intensità al racconto. Ogni elemento, dal botteghino malandato agli spazi vuoti, sottolinea il senso di isolamento e desolazione dei personaggi, facendo risuonare con forza il peso delle scelte e delle conseguenze nella storia di Rigoletto.

Ultimo aggiornamento il 16 Luglio 2025 da Andrea Ricci

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Andrea Ricci

Andrea Ricci non cerca l’ultima notizia: cerca il senso. Blogger e osservatore instancabile, attraversa cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute con uno stile essenziale, quasi ruvido. I suoi testi non addolciscono la realtà, la mettono a fuoco. Scrive per chi vuole capire senza filtri, per chi preferisce le domande alle risposte facili.

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