Quattro giovani di Pesaro-Urbino non potranno più mettere piede nei locali pubblici dove si vendono cibo e bevande. La decisione arriva dopo una serie di aggressioni e rapine messe a segno tra febbraio e marzo 2025 a Fano. La questura ha preso questa misura per bloccare sul nascere ulteriori episodi di violenza, che nelle ultime settimane hanno preoccupato non poco le autorità locali.
A Fano il problema della violenza giovanile esplode tra febbraio e marzo
Negli ultimi mesi l’attenzione si è concentrata su Fano, dove un gruppo di ragazzi giovanissimi è finito al centro delle cronache per aggressioni a calci e pugni, e anche per rapine. I fatti sono avvenuti sia in strada sia all’interno di locali pubblici dove si consumano cibi e bevande. La popolazione, allarmata, ha chiesto un intervento rapido e deciso. Le forze dell’ordine sono scese subito in campo per mettere un freno a questa escalation.
Gli attacchi, anche se spesso improvvisati, sono stati violenti e mirati a vittime scelte sul momento. Le indagini hanno permesso di ricostruire una serie di episodi e di individuare chiaramente i ragazzi coinvolti. Di fronte a questa situazione, il questore ha deciso di bloccare l’accesso di questi giovani ai locali pubblici, per evitare che si ripetano altre aggressioni.
La polizia al lavoro e il ruolo della questura di Pesaro-urbino
Dietro ai divieti c’è un lavoro di indagine serrato da parte della polizia di Stato. Gli agenti hanno raccolto testimonianze, controllato i luoghi degli episodi e analizzato ogni particolare per identificare i responsabili. Così sono riusciti a mettere nero su bianco i nomi dei ragazzi coinvolti, consegnando il dossier alla magistratura. Da lì è partita la decisione del questore Francesca Montereali di firmare le ordinanze che vietano ai sospettati di entrare in tutti i locali pubblici della provincia.
Questi provvedimenti non sono una semplice punizione. Sono pensati per bloccare sul nascere comportamenti pericolosi, impedendo che i ragazzi tornino a frequentare gli stessi posti dove sono avvenuti gli episodi violenti.
Divieti severi e multe pesanti: il messaggio alla città
Chi viola il divieto rischia pene serie: dai uno ai tre anni di reclusione e multe che vanno da 10mila a 24mila euro. Le autorità vogliono così mostrare la loro fermezza nel difendere la sicurezza pubblica e nel prevenire altri atti violenti nei luoghi di ritrovo.
Il segnale è chiaro, soprattutto per la comunità di Fano, dove la paura aveva preso piede. Limitare gli incontri tra questi giovani è un modo per ridurre il rischio di nuovi scontri e rapine. L’obiettivo è riportare la tranquillità e far tornare i cittadini a vivere senza timori i locali e le strade della zona.
Le forze dell’ordine controlleranno con attenzione che i divieti vengano rispettati. L’applicazione rigorosa delle sanzioni non serve solo a punire chi trasgredisce, ma anche a scoraggiare chiunque pensi di usare la violenza come arma per risolvere i problemi, garantendo così una convivenza civile nei luoghi pubblici e nei punti di ritrovo della provincia.
Ultimo aggiornamento il 21 Luglio 2025 da Rosanna Ricci