La questione della candidabilità di Andrea Putzu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia condannato per falso ideologico, torna al centro del dibattito politico nelle Marche. Alessia Morani, esponente del Pd e candidata alle regionali, ha chiesto spiegazioni urgenti al presidente della Regione, Francesco Acquaroli, e sollevato diversi interrogativi legati alla normativa Severino e agli obblighi di autocertificazione da parte del consigliere. I nodi legali e politici della vicenda emergono con forza in vista delle prossime elezioni regionali.
I dettagli della condanna di Andrea Putzu e le implicazioni per la candidatura nel 2020
Andrea Putzu è stato condannato in via definitiva a otto mesi e 20 giorni di reclusione per falso ideologico. Il reato ha implicazioni dirette per la sua eleggibilità, specialmente alla luce della legge Severino che regola le cause di ineleggibilità e incandidabilità per persone con condanne penali. La Morani ha messo in dubbio se, nel 2020, Putzu potesse pubblicamente presentarsi come candidato e ricoprire la carica di consigliere regionale. Se si considera l’applicazione della norma Severino, una condanna definitiva avrebbe dovuto configurare un divieto a candidarsi o a mantenere incarichi elettivi.
Nel dettaglio, l’articolo 1 della legge Severino stabilisce decadenza e sospensione per i politici condannati per determinati reati, tra cui il falso ideologico. Secondo Morani, in assenza di sospensioni o misure straordinarie, Putzu avrebbe dovuto essere dichiarato decaduto o non candidabile. Questa precisazione riguarda un aspetto strettamente giuridico, che però ha evidenti ripercussioni politiche e sulla trasparenza dell’operato delle istituzioni regionali.
L’autocertificazione di Putzu e le verifiche chieste dalla candidata Pd Morani
Un punto chiave della questione riguarda l’autocertificazione presentata dal consigliere Putzu al momento della candidatura o durante il suo mandato. La legge richiede ai candidati di dichiarare di non trovarsi in situazioni di incompatibilità o incandidabilità legate a condanne penali. Morani ha chiesto se Putzu abbia fornito un’autodichiarazione conforme alla verità, e cosa contenesse nello specifico: se abbia negato di avere cause che ne impedissero la candidatura o la permanenza in carica.
L’autocertificazione ha valore legale e può avere conseguenze penali se risulta falsa. Nel caso di Putzu, questa dichiarazione appare dubbia, vista la condanna definitiva. La trasparenza sulle dichiarazioni rese dal consigliere è necessaria per comprendere se le procedure amministrative e legali siano state rispettate o se sia stata omessa qualche verifica da parte della commissione elettorale o dell’ufficio regionale competente.
L’imminente udienza per la riabilitazione di Putzu e le prospettive elettorali per le prossime regionali
Nel frattempo è imminente un’udienza che riguarda la richiesta di riabilitazione di Andrea Putzu, un procedimento previsto dalla legge italiana che può ridurre o eliminare gli effetti della condanna sul piano civile e politico. La riabilitazione è condizione essenziale per poter nuovamente candidarsi e assumere incarichi pubblici, purché concessa dal giudice.
La richiesta di riabilitazione entra nel merito della condanna e del comportamento successivo del condannato, valutando se vi siano stati cambiamenti significativi o elementi di riabilitazione sociale. La conclusione di questa procedura rappresenterà un passaggio decisivo per il futuro politico di Putzu, incidendo sulla sua eleggibilità alle prossime elezioni regionali nelle Marche.
Le richieste di chiarezza al presidente acquaroli e l’importanza della trasparenza in vista delle elezioni
Alessia Morani ha rivolto un appello esplicito al presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, per ottenere risposte precise e immediate sulla vicenda Putzu. Il dibattito si arricchisce di un profilo politico e istituzionale, perché coinvolge direttamente il comportamento della giunta regionale e la gestione delle candidature in una fase elettorale delicata.
Morani sottolinea come i cittadini marchigiani abbiano diritto a un’informazione trasparente su questo caso. Le risposte di Acquaroli dovranno chiarire sia l’applicazione della normativa vigente nel 2020 che le procedure seguite nell’autocertificazione e nella validazione delle candidature. La vicenda mette in luce questioni di legalità e correttezza amministrativa, che avranno eco nella prossima tornata elettorale regionale.
Ultimo aggiornamento il 2 Agosto 2025 da Davide Galli