Le Marche e l’Umbria sono state inserite nella Zona economica speciale , ma il provvedimento resta un disegno di legge senza stanziamenti concreti. Matteo Ricci, europarlamentare Pd e candidato presidente della Regione Marche, commenta l’annuncio del governo come una mossa politicamente poco realistica, che non porterà benefici immediati alla situazione economica locale. Il tema torna a sollevare dubbi e polemiche mentre si avvicinano le elezioni regionali.
L’annuncio della premier meloni sulla zona economica speciale per Marche e Umbria
Il 3 maggio 2025 ad Ancona, in una conferenza stampa con la premier Giorgia Meloni, è stato ufficializzato l’ingresso delle Marche e dell’Umbria nella Zona economica speciale. Questo strumento, pensato per favorire investimenti e rilanciare la produzione in aree svantaggiate, è visto dal governo come un’occasione per stimolare lo sviluppo regionale. Il Consiglio dei ministri ha presentato la proposta come parte di una strategia economica nazionale.
Il provvedimento però è un disegno di legge, non un decreto legge. Ciò significa che non potrà entrare immediatamente in vigore ma dovrà passare attraverso l’iter parlamentare. Questa scelta rallenta i tempi per l’attivazione delle agevolazioni fiscali e dei vantaggi previsti nella Zes. La decisione si colloca in un quadro politico delicato, con le elezioni regionali a pochi mesi di distanza, e accende il dibattito tra chi vi vede un annuncio elettorale e chi una possibilità reale per le imprese.
La struttura della Zes riguarda principalmente la riduzione di tasse e contributi per le aziende che investono nei territori coinvolti. Secondo il governo questo dovrebbe aiutare le Marche e l’Umbria a recuperare terreno dopo anni di stagnazione economica e crisi produttiva. Tanti operatori economici però attendono ancora dettagli concreti sulle risorse a disposizione e sulle modalità operative, che restano per ora molto vaghe e teoriche nel testo di legge presentato.
Le critiche di Matteo Ricci sulla mancanza di fondi e realismo nella proposta
Matteo Ricci ha preso una posizione attendista sul primo annuncio, ma ha rapidamente fatto emergere molte riserve sull’efficacia reale del provvedimento. Secondo Ricci, la Zes illustrata dal governo appare come una promessa vuota, priva di risorse finanziarie certe. Non essendo un decreto legge ma un disegno di legge, questa misura verrà discussa soltanto dopo le elezioni regionali, ritardando qualunque impatto tangibile sull’economia locale.
Il leader Pd sottolinea che nel testo manca qualsiasi stanziamento economico. Le agevolazioni fiscali annunciate devono essere accompagnate da coperture di bilancio, che invece non sono previste. In aggiunta, la nota ‘a invarianza dei conti dello Stato’ indica che la Zes non deve modificare i saldi di bilancio, quindi nessun euro nuovo viene destinato agli investimenti. Ricci usa parole dure, definendo questa formula come una “terza finzione”, che riproduce la stessa strategia già usata in passato per altri annunci elettorali.
L’ex sindaco di Pesaro richiama l’attenzione sulle difficoltà che la Regione Marche attraversa, aggravate dalla mancanza di investimenti strutturali. Secondo lui, il governo regionale attuale non ha saputo affrontare la crisi, e questa Zes è più un’operazione politica che un progetto serio. Ricci propone di chiamare l’area “Zona Elettorale Speciale” anziché Zona Economica Speciale, con un chiaro riferimento ironico al fatto che la misura servirebbe più ad raccogliere consensi che a risolvere i problemi economici.
La crisi economica delle marche e le conseguenze sull’export e sviluppo locale
Ricci insiste sul fatto che la situazione economica delle Marche è fragile da mesi, contraddetta solo da annunci propagandistici. Dati recenti di Bankitalia e Svimez confermano che la regione non ha registrato crescita nelle produzioni e negli investimenti. Questi studi evidenziano come la ripresa post-pandemia fatichi a partire e come molte imprese siano ancora bloccate, con l’aggravio dei dazi internazionali che pesano negativamente sulle esportazioni.
Il riferimento ai 14 miliardi stanziati per la ricostruzione dopo il terremoto del 2016 evidenzia come, a fronte di grande disponibilità di risorse, manchi una governance capace di trasformarle in sviluppo concreto. Sempre secondo Ricci, la Giunta Acquaroli ha spesso ostacolato progetti utili, votando contro alcuni fondi del Pnrr dedicati alle Marche. Le difficoltà strutturali e le scelte politiche prese negli ultimi anni hanno portato la regione a una stagnazione economica.
L’inserimento nella Zes viene qui interpretato come il riconoscimento implicito di una crisi profonda. Ricci fa notare come il governo regionale in carica, invece di lavorare con proposte solide, si sia limitato a festeggiare un annuncio arrivato dopo due anni di opposizione al progetto. In questa lettura, la Zes non risolve problemi immediati e certifica una realtà economica debole, aggravata da scelte politiche che hanno rallentato la crescita.
Le reazioni politiche e l’impatto sull’avvicinamento alle elezioni regionali
Il discorso di Matteo Ricci si inserisce nel contesto politico che guida la campagna elettorale nella Regione Marche. La Zes, definita come dichiarazione di crisi, assume un significato simbolico, più che operativo, in vista del voto. La polemica si accentua perché questo provvedimento arriva quando alcuni programmi non sono stati ancora messi in pratica e risorse non sono state utilizzate completamente.
Ricci mette in evidenza come la comunicazione della Giunta di centrodestra tenda a mascherare le difficoltà reali dietro annunci di facciata. Accusa il governo regionale di aver venduto agli elettori una misura dichiarata “istituzionale”, ma in realtà gestita come iniziativa di partito. Questo, spiega, si traduce in un peso sugli abitanti marchigiani, che pagano con le proprie tasse una strategia politica poco efficace.
Sullo sfondo rimangono i temi dello sviluppo economico regionale e delle ricadute occupazionali, fondamentali per il futuro delle Marche. L’attesa ora è per l’iter parlamentare che dovrà convertire il disegno di legge in norma vigente. Solo allora si capirà se le parole di annuncio si tradurranno in interventi concreti o resteranno una promessa rimandata. Nel frattempo, questo episodio alimenta il dibattito sulla gestione regionale e le priorità economiche della regione.
Ultimo aggiornamento il 5 Agosto 2025 da Andrea Ricci