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Macerata accoglie “La Vedova Allegra” con applausi, cancan e fuochi d’artificio

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“La Vedova Allegra incanta Macerata tra applausi e spettacolo” - Unita.tv
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La stagione estiva del Macerata Opera Festival è partita alla grande con la prima italiana de “La Vedova Allegra” di Franz Lehár, messa in scena ieri nell’imponente Arena Sferisterio. Mai rappresentata prima in questo storico spazio, l’opera ha richiamato una folla numerosa e entusiasta, desiderosa di assistere a uno spettacolo che mescola musica, teatro e scenografie di grande impatto. Sul palco, una commedia musicale ambientata nella belle époque, un’epoca ricca di contrasti e di atmosfere che stavano per cambiare per sempre.

Dal lutto alla festa: l’addio all’impero prende vita

Si parte con una scena di funerale, che racconta la morte improvvisa di Glawari, un milionario del piccolo stato immaginario di Pontevedro. È morto appena otto giorni dopo aver sposato la giovane e ricca vedova Hanna, lasciandole un’ingente fortuna e la libertà di decidere il proprio futuro. L’atmosfera cupa si dissolve quasi subito in un’esplosione di colori e allegria: quel funerale si trasforma in una festa in pieno stile parigino, con balli sfrenati e risate che richiamano il clima spensierato della belle époque. Un periodo luminoso, certo, ma anche carico di tensioni sociali e politiche, con l’impero austro-ungarico che si avviava verso la fine.

Il contrasto tra morte e vita, tra lutto e divertimento, è il filo rosso che attraversa tutta la vicenda. Gli abiti neri cedono il passo a costumi sgargianti, che evocano feste in spiaggia, sale da ballo eleganti e serate animate dal cancan. L’opera mescola così il dramma personale con una fotografia più ampia di una società in bilico tra passato e futuro.

Hanna Glawari, donna libera e affascinante

Hanna Glawari è un personaggio dal carattere sfaccettato. Indipendente e curiosa, incarna una femminilità che va oltre gli schemi rigidi del suo tempo. Il suo passato con il conte Danilo Danilovic si intreccia con i tentativi dell’ambasciata di Pontevedro di impedirle di sposare un francese, per non mettere a rischio le finanze del piccolo stato. Per questo cercano di convincere Danilo a riprendersi Hanna, giocando sulla storia d’amore mai davvero chiusa tra i due.

Questo intreccio sentimentale si sviluppa lungo i tre atti, accompagnato da una trama parallela fatta di gelosie e sotterfugi. Come la relazione segreta tra Camille de Rossillon e Valencienne, moglie dell’ambasciatore. La comicità trova spazio soprattutto nel personaggio di Njegus, un impiegato un po’ goffo, con battute in dialetto napoletano che stemperano la tensione della trama.

Il regista Arnaud Bernard ha saputo sfruttare al massimo il grande palco, riempiendolo con un folto gruppo di coristi e ballerini che hanno creato un’atmosfera corale e vivace. I costumi d’epoca, firmati da Maria Carla Ricotti, e le scenografie – tra divanetti di velluto, ombrelloni e lampioni in stile liberty – hanno aggiunto profondità e colore alla narrazione.

Voce e scena: il cuore pulsante dello Sferisterio

Sul podio, la direzione di Marco Alibrando non è riuscita sempre a catturare tutta la vivacità e il carattere brillante dell’opera, risultando a tratti meno incisiva nel rendere le sfumature musicali di Lehár. Ma il pubblico non ha fatto mancare il suo entusiasmo, applaudendo a lungo soprattutto le voci dei protagonisti. Mihaela Marcu, dalla Romania, ha vestito i panni di Hanna con tecnica e presenza scenica.

Alessandro Scotto di Luzio ha interpretato Danilo con sicurezza, affiancato dal giovane e convincente Alberto Petricca nel ruolo del barone Mirko Zeta. Gli altri interpreti hanno mantenuto un buon livello sia nel canto sia nella recitazione.

Il Coro Lirico Marchigiano ‘V. Bellini’, diretto da Christian Starinieri, ha sostenuto con precisione tutta la parte corale, arricchendo l’atmosfera con inni e cori pieni di energia. Le coreografie di Gianni Santucci, che ha curato anche la traduzione del libretto, hanno portato movimento e vita sul palco, culminando in una lunga scena finale. Dieci minuti di applausi, fuochi d’artificio e un’esibizione travolgente di cancan hanno chiuso la serata con un’esplosione di allegria.

Le repliche sono in programma il 27 luglio, il 2 e il 9 agosto, quando lo spettacolo tornerà a illuminare lo Sferisterio con nuove serate all’aperto.

Ultimo aggiornamento il 19 Luglio 2025 da Giulia Rinaldi

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Giulia Rinaldi

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