Le Marche stanno attraversando un periodo complesso nel settore turistico, caratterizzato da una bassa affluenza di visitatori stranieri e da un mercato interno in difficoltà. Questo quadro ha suscitato critiche sul modello di sviluppo adottato finora dalla Regione, ritenuto incapace di valorizzare appieno le risorse del territorio. Operatori e rappresentanti locali chiedono un cambiamento urgente e investimenti mirati per recuperare terreno rispetto ad altre aree del Paese.
Le difficoltà del turismo marchigiano tra crisi interna e flussi esteri insufficienti
Le Marche occupano una posizione svantaggiata a livello nazionale per quanto riguarda il turismo internazionale. I dati recenti le collocano al terzultimo posto in Italia per arrivi stranieri, segnalando un mercato estero che fatica a decollare nella regione. Questo aspetto pesa soprattutto in un territorio che punta molto sull’attrazione di visitatori internazionali per sostenere l’economia legata al turismo.
Il problema non riguarda solo la crisi del mercato interno, che ha registrato una diminuzione degli arrivi, ma anche la mancanza di una strategia strutturata per intercettare e fidelizzare turisti stranieri. Nel Piceno, area particolarmente legata al settore, non si sono viste iniziative rilevanti a sostegno degli operatori e delle attrazioni turistiche. Senza un progetto chiaro e coordinato, è difficile immaginare un cambiamento.
Alcuni dati ufficiali indicano che il rilancio dell’Aeroporto delle Marche ha portato a un aumento delle presenze straniere del 28% rispetto al 2019, un segnale positivo che però non si è tradotto ancora in una crescita stabile e diffusa dell’incoming turistico. Si evidenzia così un divario tra le potenzialità infrastrutturali e i risultati concreti.
Atim: un modello di gestione sotto accusa per l’inefficacia degli investimenti
L’Agenzia per il Turismo e l’Internazionalizzazione, nota come Atim, è al centro delle critiche più dure sulla gestione delle risorse destinate al turismo. Tra il 2022 e il 2024 la Regione ha investito circa 12 milioni di euro in questa struttura, ma i risultati concreti faticano a emergere. Secondo opposizioni e operatori, Atim appare come un organismo costoso e poco efficace, incapace di trasformare i fondi in iniziative capaci di attrarre visitatori o sostenere il sistema ricettivo.
Nel Piceno, in particolare, l’assenza di attività significative legate all’agenzia è diventata un simbolo di una gestione che mantiene una struttura senza generare valore aggiunto. Mancano progetti che coinvolgano gli operatori locali o che promuovano efficacemente il territorio.
Il dibattito ha riguardato anche la partecipazione della Regione al Festival di Sanremo, dove la delegazione includeva la direttrice dell’Ast di Ascoli Piceno. Un evento costoso e poco efficace, considerato un esempio di pubblicità autoreferenziale che non ha prodotto risultati in termini di attrattività turistica. Questa situazione evidenzia una linea politica che punta su apparizioni e campagne di breve durata, anziché su interventi organici e duraturi.
Nuove richieste di rilancio: investire su eventi culturali e sportivi per il turismo
La necessità di cambiare rotta emerge con forza dalle dichiarazioni di esponenti politici, in particolare del segretario provinciale del Pd di Ascoli Piceno. Si sottolinea la fine della fase delle promesse vuote e della propaganda fine a se stessa, a favore di una programmazione concreta che metta il turismo al centro della ripresa economica regionale.
Il suggerimento più ricorrente è di puntare su iniziative culturali e sportive, eventi in grado di migliorare l’immagine della regione e di coinvolgere direttamente strutture ricettive e operatori locali. Il modello dovrebbe basarsi sulla qualità dell’esperienza offerta, superando le campagne pubblicitarie per sviluppare una proposta autentica e duratura.
Si evidenzia inoltre l’importanza di un dialogo costante con chi opera nel turismo, ascoltandone le esigenze e sostenendo l’attività con risorse che rappresentino un investimento reale. Solo così, nel medio periodo, sarà possibile trasformare le Marche in un punto di riferimento turistico capace di competere con altre regioni italiane e di favorire lo sviluppo anche dei territori meno noti.
Le Marche affrontano oggi sfide complesse, con segnali di cambiamento ancora troppo timidi. Spetta a istituzioni e operatori adottare decisioni concrete per non perdere terreno nel confronto nazionale ed europeo.
Ultimo aggiornamento il 26 Agosto 2025 da Davide Galli