Il tema degli aiuti alle popolazioni di Gaza e Cisgiordania torna a far discutere in Regione. Un emendamento del Partito Democratico, che chiedeva un contributo per interventi umanitari, è stato bocciato dal Consiglio regionale. La capogruppo dem Anna Casini non ha risparmiato critiche, puntando il dito contro la giunta guidata da Francesco Acquaroli.
L’emendamento Pd e il clima politico in Regione
Il testo, firmato dalla consigliera Manuela Bora, proponeva uno stanziamento per sostenere le ong che operano direttamente nelle zone colpite dal conflitto. L’idea era di usare la fase di assestamento di bilancio per dare un segnale concreto di solidarietà.
Ma la maggioranza di centrodestra ha detto no. La giunta Acquaroli ha giudicato l’intervento fuori luogo, preferendo concentrarsi sulle priorità locali. La decisione arriva in un momento di forti tensioni politiche, con forti divisioni sulle strategie da adottare rispetto al conflitto israelo-palestinese.
Le accuse di Anna Casini alla maggioranza
Anna Casini, capogruppo del Pd, ha definito la bocciatura un segnale di “grave mancanza di sensibilità” da parte della destra marchigiana. Per lei, il rifiuto si inserisce in un più ampio silenzio istituzionale davanti alla crisi umanitaria. Casini ha ricordato come a livello nazionale il governo Meloni sia tra i principali sostenitori di Benjamin Netanyahu, sottolineando un ruolo attivo nel mantenere aperto il conflitto.
La capogruppo ha parlato di “ipocrisia” da parte della giunta Acquaroli, che ha negato anche un contributo simbolico. Ha chiarito che questo tipo di aiuti non ha nessuna connotazione politica, ma rappresenta un dovere morale verso le popolazioni civili in difficoltà.
Dopo il voto, le reazioni e il futuro del dibattito
Il no all’emendamento ha scatenato un acceso confronto nelle istituzioni regionali. Le forze di centrosinistra chiedono più impegno e responsabilità, invitando la maggioranza ad ascoltare la società civile e le associazioni impegnate nel soccorso.
La giunta, invece, conferma la sua linea di prudenza. Non vuole assumere impegni che possano sembrare una presa di posizione in un contesto geopolitico delicato. La scelta di non destinare risorse pubbliche a questi aiuti riflette una strategia politica che punta a non mettere a rischio i rapporti con alleanze nazionali e internazionali.
Il dibattito è tutt’altro che chiuso. Il voto sul contributo Pd segna però un punto chiaro: la Regione Marche per ora mantiene la sua rotta, con posizioni nette sulle priorità da seguire nei prossimi mesi.
Ultimo aggiornamento il 30 Luglio 2025 da Davide Galli