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Export in sofferenza e sfide sulle condizioni di lavoro nel settore moda nelle Marche, parla il presidente calzaturieri

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Crisi export e lavoro nel settore moda marchigiano, il presidente dei calzaturieri interviene. - Unita.tv
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Il contesto economico globale si presenta estremamente complesso nel 2025, con segnali di difficoltà evidenti per settori chiave come la moda. Le tensioni internazionali, il calo dell’export e l’aumento dei dazi pesano sulla produzione e sulle strategie commerciali. In particolare, il comparto delle calzature nelle Marche affronta questioni specifiche legate al controllo della filiera produttiva e al costo del lavoro. Valentino Fenni, presidente della sezione calzature di Confindustria Fermo nonché vicepresidente di Assocalzaturifici, ha voluto richiamare l’attenzione su questi aspetti cruciali.

La pressione economica globale tra guerre e dazi pesa sulle esportazioni italiane

Il sistema economico mondiale è stato travolto negli ultimi anni da eventi che hanno complicato il commercio internazionale: due guerre prolungate nella sfera geopolitica hanno disturbato i flussi di merci e materie prime. A questo si aggiungono dazi commerciali sempre più restrittivi, che hanno innalzato i costi di esportazione per molte imprese italiane. Nel settore moda, tradizionalmente motore dell’export nazionale, le ricadute sono concrete e immediate. Le aziende si trovano a dover fare i conti con ordini in diminuzione e con margini di guadagno sempre più ridotti. Questa condizione induce una revisione profonda di strategie e modelli produttivi, cercando nuove soluzioni per recuperare competitività sui mercati esteri.

Fenni sottolinea che l’impatto sul settore calzaturiero, un’eccellenza regionale, è espressamente collegato ai cambiamenti di politica commerciale internazionale e alle fluttuazioni dei prezzi delle materie prime utilizzate nella produzione. La capacità di mantenere standard elevati senza trasferire integralmente i costi sui consumatori è il principale dilemma degli imprenditori. L’export in calo dunque non è un problema isolato, ma frutto di una complicata congiuntura che si intreccia con rischi geopolitici e nuove barriere economiche.

Inattesi nodi sul controllo della filiera produttiva nelle calzature made in Italy

Fenni evidenzia un altro aspetto critico che non può essere trascurato: il controllo della filiera produttiva. Nel settore moda e calzaturiero, la protezione del marchio Made in Italy passa anche dalla garanzia delle condizioni di lavoro nelle fabbriche. Si tratta di un tema che coinvolge le istituzioni e le aziende in primo piano. Le autorità devono vigilare rigorosamente sulle modalità di produzione, accertando che le norme di sicurezza e i diritti dei lavoratori siano rispettati. Questo è un passaggio fondamentale per conservare la fiducia dei consumatori, che sempre più spesso chiedono trasparenza e sostenibilità.

Il rischio concreto emerge quando le produzioni vengono spostate all’estero in paesi con standard di lavoro meno rigorosi. Fenni fa notare che scegliere consapevolmente di affidare parte della produzione a queste realtà implica anche una tacita accettazione di condizioni meno tutelate per i dipendenti. Un problema che non riguarda solo l’etica, ma anche la credibilità del brand che viene percepito come infedele ai valori italiani. Al tempo stesso, Fenni rimarca che alcune aziende dovrebbero riflettere sul proprio margine di guadagno. Vendere un capo a prezzi estremamente elevati rispetto ai costi di produzione non contribuisce a valorizzare il made in Italy, bensì crea distorsioni nel mercato e aumenta la sfiducia verso il settore.

Disparità salariali nelle Marche e confronto con il Veneto: un assetto da rivedere

L’attenzione di Fenni si sposta poi sulla questione salariale, con un focus sulla disparità tra regioni. Dati recenti indicano che nelle Marche la paga media di un dipendente del settore calzaturiero è inferiore di circa 2.400 euro all’anno rispetto a un collega con lo stesso ruolo in Veneto. Le cause di questa differenza sono molteplici, legate a fattori economici, storici e organizzativi. Fenni osserva che la disparità incide non solo sul potere d’acquisto dei lavoratori, ma anche sullo sviluppo socio-economico regionale. Questa situazione potrebbe alimentare un clima di disagio o incentivare lo spostamento verso territori più remunerativi.

Il confronto tra le due regioni mostra come anche all’interno del sistema nazionale esistano squilibri che meritano interventi mirati, pensati per valorizzare competenze e garantire condizioni più omogenee. Fenni sottolinea che mantenere un equilibrio tra sostenibilità economica delle aziende e giuste condizioni per i lavoratori è fondamentale per non compromettere la stabilità del settore. La diseguaglianza salariale diventa così un nodo da sciogliere per assicurare un tessuto produttivo coeso e duraturo.

Le marche tra tradizione e futuro: la sfida di assumersi responsabilità condivise

Il presidente della sezione calzature conclude indicando nelle Marche un territorio caratterizzato da una tradizione produttiva e uno stile di vita apprezzati. Fenni sostiene che questa realtà deve essere valorizzata mantenendo l’attenzione sulle questioni aziendali e sociali emerse. Per superare le difficoltà attuali, il dialogo tra imprenditori e istituzioni regionali appare indispensabile. Questa collaborazione può diventare il punto di partenza per definire politiche che favoriscano un lavoro di qualità, con salari adeguati e condizioni di produzione trasparenti.

Fenni invita le aziende a dare esempio con scelte responsabili, mentre si attendono segnali dalla Regione, indipendentemente dalla guida politica che emergerà prossimamente. L’impegno degli imprenditori resta una componente decisiva per sostenere l’identità produttiva e l’economia locale. Resta aperto il confronto su come affrontare le sfide di un mercato globale sempre più complesso, mantenendo al centro la qualità e l’etica del lavoro. Questi temi continueranno a occupare il centro del dibattito nel calzaturiero marchigiano nelle prossime stagioni.

Ultimo aggiornamento il 17 Luglio 2025 da Luca Moretti

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Luca Moretti

Luca Moretti è un blogger e analista indipendente con un forte focus su politica e cronaca. Con uno stile incisivo e documentato, approfondisce temi di attualità nazionale e internazionale, offrendo ai lettori chiavi di lettura chiare e puntuali. Il suo lavoro è guidato da una costante ricerca della verità e da un impegno verso l’informazione libera e consapevole.

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