Il soccorso alpino e speleologico delle Marche ha condotto due interventi a Montefortino, in provincia di Fermo, per assistere due donne rimaste ferite durante un’escursione nella gola dell’Infernaccio. Le operazioni sono terminate nel tardo pomeriggio, coinvolgendo anche i vigili del fuoco e il personale medico del 118. Entrambe le escursioniste hanno riportato lesioni alle caviglie che hanno richiesto soccorso medico e supporto nel trasporto a valle.
Intervento sulla prima escursionista: recupero con pick-up e stabilizzazione in loco
Il primo soccorso è stato effettuato su una donna che si era infortunata mentre attraversava la galleria dell’acquedotto. Gli operatori del soccorso alpino hanno raggiunto la zona utilizzando un pick-up che ha consentito di guadagnare rapidamente terreno in un’area difficile da percorrere con mezzi tradizionali. Sul posto, il personale medico ha provveduto a stabilizzare la lesione alla caviglia, valutando la mobilità e il dolore prima di procedere al trasferimento. L’intervento ha imposto attenzione particolare, vista la conformazione accidentata del territorio che circonda la gola dell’Infernaccio, rispetto alla quale un equipaggiamento adeguato si è rivelato fondamentale per garantire la sicurezza della ferita e della paziente.
Il soccorso in questa fase si è concentrato anche sulla rapidità e precisione nell’impostare il trattamento, per evitare peggioramenti e garantire un recupero più agevole durante il trasporto verso la zona accessibile ai mezzi di soccorso.
Secondo intervento: uso della barella portantina per incidente a escursionista
Per la seconda donna il soccorso ha imposto un’azione più complessa: le condizioni della ferita non permettevano semplici manovre per la mobilità, e si è dovuto ricorrere all’uso di una barella portantina. Questo ha richiesto uno sforzo maggiore del team per trasportare l’escursionista da una zona meno accessibile della gola fino a punti più agevoli sotto il profilo logistico. L’immobilizzazione dell’arto è avvenuta sul luogo dell’incidente, con un presidio medico qualificato che ha escluso complicazioni di entità superiore.
Durante il trasporto, gli operatori hanno mantenuto la postura più stabile possibile, accorgimento essenziale per evitare movimenti bruschi che avrebbero potuto peggiorare la ferita alla caviglia. Una volta raggiunta la base della montagna, la donna è stata affidata a un’ambulanza del 118, pronta a proseguire con esami e cure specialistiche.
Il ruolo del soccorso alpino e la frequenza degli interventi nel fermano
In tre giorni, il soccorso alpino delle Marche ha portato a termine sei interventi per soccorrere escursionisti in difficoltà o feriti. Questo dato sottolinea la complessità del territorio e la necessità di un servizio efficiente e rapido, soprattutto in luoghi appena fuori dai percorsi turistici principali ma comunque frequentati da amanti della montagna e del trekking. La collaborazione con il 118 e i vigili del fuoco dimostra un coordinamento operativo fondamentale in caso di emergenze sportive o ricreative in aree montane.
Il territorio di Montefortino, con i suoi sentieri ripidi e i passaggi attraverso la gola dell’Infernaccio, rappresenta un ambiente particolarmente insidioso per escursionisti non esperti o per chi subisce incidenti improvvisi. Il soccorso alpino fornisce un supporto indispensabile, grazie alla conoscenza meticolosa delle zone e alla disponibilità di mezzi specifici per raggiungere i punti più difficili. La sinergia tra i vari enti operativi, testimoniata dagli interventi recenti, è un esempio di come si possa rispondere tempestivamente alle emergenze in montagna, garantendo un’assistenza efficace e sicura.
L’infortunio alle caviglie è uno degli incidenti più frequenti tra gli escursionisti e richiede un trattamento attento per evitare complicazioni. Gli interventi sul campo, come quelli registrati nelle ultime giornate, rimarcano la necessità di preparazione, pronto intervento e mezzi adatti per il soccorso rapido. La presenza continua sul territorio resta l’unico modo per limitare i rischi derivanti dall’escursionismo in aree montane dure e poco accessibili.
Ultimo aggiornamento il 11 Agosto 2025 da Giulia Rinaldi