Home Cronaca Marche Completato il restauro del primo trittico di Valle Castellana di Carlo Crivelli: un capolavoro rinascimentale torna a splendere ad Ascoli Piceno
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Completato il restauro del primo trittico di Valle Castellana di Carlo Crivelli: un capolavoro rinascimentale torna a splendere ad Ascoli Piceno

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Restaurato il primo trittico di Carlo Crivelli, gioiello rinascimentale ad Ascoli Piceno - Unita.tv
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Il “Primo trittico di Valle Castellana” di Carlo Crivelli, opera chiave del Rinascimento marchigiano, ha terminato il suo recente percorso di restauro. Conservato nella Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno, il trittico risalente al 1470 recupera ora la luminosità e la precisione originale, permettendo ai visitatori di ammirare ancora una volta la finezza dei colori e il disegno dettagliato di questo capolavoro.

L’intervento di restauro: ritorno alla vivacità originale del trittico

Il restauro ha rappresentato un lavoro minuzioso per riportare alla luce tutte le caratteristiche estetiche che rendono unico il trittico firmato da Crivelli. Il processo ha eliminato il deterioramento accumulato nel corso dei secoli, attenuando illeggibilità e sbiadimenti che avevano alterato i toni e i dettagli. I tecnici hanno analizzato i pigmenti, rimuovendo i depositi superficiali e le vecchie vernici che offuscavano l’opera. Questo ha permesso di restituire intensità ai colori e di rendere più nitide le figure e gli elementi decorativi.

Il restauro si è inoltre concentrato sull’unità compositiva dell’opera, particolarmente importante data la struttura articolata del trittico con pannelli laterali e centrale. Le delicate manipolazioni hanno evidenziato la raffinatezza del disegno, la cura negli effetti di luce e ombra e il tratto emblematico di Crivelli, tutto recuperato in modo fedele al linguaggio artistico del XV secolo.

L’intervento ha portato anche a una più precisa lettura iconografica e storica del dipinto, compensando i danni subiti ma rispettando la materia originale. Questo risultato valorizza il patrimonio culturale marchigiano, confermando il ruolo fondamentale della Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno come custode di opere significative per la storia dell’arte.

Diocesi Di Ascoli Piceno e il sostegno all’opera: ringraziamenti e collaborazioni per un progetto condiviso

La Diocesi di Ascoli Piceno, proprietaria legittima del trittico, ha espresso apprezzamento per tutte le persone e le realtà coinvolte nel restauro. Il sindaco di Ascoli, Marco Fioravanti, ha contribuito insieme allo staff della Pinacoteca guidato dal professore Stefano Papetti. Il progetto ha visto inoltre il sostegno di enti come Rigoni di Asiago e Fondaco Italia, che hanno incluso l’opera nel programma “La Natura nel cuore di…” in occasione del decimo anniversario dell’iniziativa.

La Soprintendenza, parte integrante nella tutela e nella supervisione dell’opera, ha continuato a garantire l’attenzione necessaria alla conservazione e al rispetto delle procedure. Questo mosaico di collaborazioni ha permesso di preservare un bene culturale di grande rilievo, mettendo in luce l’importanza di un lavoro collettivo tra istituzioni e realtà locali che custodiscono e valorizzano l’arte.

Il riconoscimento della proprietà da parte della Diocesi è stato sempre saldo nel tempo, anche quando in passato qualche confusione documentale aveva messo in discussione la titolarità. L’orgoglio per la gestione diretta e la tutela dell’opera si combina con la prospettiva di promuovere ulteriormente la conoscenza e la fruizione del trittico.

Origini e provenienza del trittico: una storia radicata nelle chiese di Valle Castellana

Il trittico di Carlo Crivelli ha origini ben documentate e legate a due chiese storiche di Valle Castellana, nell’area della diocesi di Ascoli Piceno: Santa Maria dell’Assunta e San Pietro in San Vito. Le fonti archivistiche confermano questa origine, ricostruendo il legame tra l’opera e il territorio da cui proviene.

Nel 1916, il trittico era stato trasferito ad Ascoli per un primo intervento restaurativo promosso da Federico Hermanin, figura centrale per la tutela dei beni artistici locali dell’epoca. Nel corso del Novecento l’opera ha mantenuto la titolarità giuridica e morale della Diocesi, anche se negli anni si sono create incertezze e fraintendimenti legati alla sua appartenenza.

Questa storicità definisce il valore non solo artistico ma anche identitario dell’opera. Ripristinare condizioni ottimali di conservazione non significa soltanto migliorare l’aspetto visivo, ma ridare voce a una narrazione culturale precisa. Il restauro effettuato restituisce al trittico un posto riconosciuto e definitivo, pronto per essere ammirato e studiato come testimonianza di un’epoca e di una comunità legata a quel territorio.

Il restauro come valorizzazione culturale: oltre il recupero estetico

La conclusione del restauro del Primo trittico di Valle Castellana rappresenta una tappa significativa nella tutela del patrimonio artistico delle Marche. Oltre a restituire la brillantezza al dipinto, l’intervento ribadisce l’identità storica e la proprietà legittima della Diocesi di Ascoli Piceno, elementi fondamentali per una gestione consapevole e condivisa dell’opera.

Questo impegno rinnova l’interesse nei confronti degli spazi espositivi locali e stimola iniziative volte a far conoscere al pubblico un capolavoro spesso poco accessibile al grande pubblico. La Pinacoteca Civica di Ascoli assume un ruolo centrale come luogo in grado di ospitare opere di rilievo internazionale e locale.

Il restauro, quindi, non modifica solo l’apparenza dell’opera ma alimenta una riflessione più ampia sul valore del patrimonio artistico come patrimonio comune. Favorire visite, studi e progetti culturali diventa parte integrante del futuro del trittico, assicurandone la conservazione nel tempo e la diffusione delle storie che attraversa.

Ultimo aggiornamento il 17 Luglio 2025 da Matteo Bernardi

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Matteo Bernardi

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