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Chiusura anticipata della pesca al mosciolo selvatico nelle Marche: il punto sulla gestione 2025

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Pesca al mosciolo nelle Marche: stop anticipato nel 2025. - Unita.tv
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La pesca al mosciolo selvatico, tipica delle coste marchigiane, subirà un cambiamento nella stagione 2025 con la chiusura anticipata fissata al 15 agosto invece di ottobre. L’intervento mira a proteggere una specie che negli ultimi anni ha mostrato segni di forte calo. La decisione è frutto di un confronto tra enti locali, associazioni di pescatori e rappresentanti scientifici. Accanto alle misure di stop alla pesca, la Regione ha stanziato risorse per sostenere gli operatori colpiti e promuove un programma di recupero ambientale.

Decisioni ufficiali e confronto tra istituzioni e stakeholder sulla gestione del mosciolo

Il 2024 ha visto un incontro importante convocato dall’assessore regionale Andrea Maria Antonini insieme al sindaco di Ancona Daniele Silvetti, alla presenza di rappresentanti di associazioni di pescatori, dell’Università Politecnica delle Marche, del Cnr, della Capitaneria di Porto e di Slow Food. Durante questo tavolo si è deciso all’unanimità di anticipare la chiusura della pesca del mosciolo selvatico al 15 agosto 2025, una misura mai adottata prima.

Si è confermato inoltre il divieto totale di pesca ricreativa, misura che indica la volontà di tutelare completamente la risorsa nei mesi cruciali. L’idea centrale che unisce tutti è quella di fermare il prelievo nelle fasi più delicate della vita del mosciolo per favorire il ripristino delle popolazioni. Il Comune di Ancona, assieme alla Regione Marche, ha inoltre assicurato 310.000 euro di fondi per sostenere economicamente i pescatori costretti a interrompere l’attività prima del solito, limitando così il danno economico per le famiglie e le imprese coinvolte.

La crisi del mosciolo selvatico di portonovo: fattori ambientali e impatti sul territorio

Il mosciolo selvatico presente lungo la costa tra Ancona e Sirolo rappresenta una delle specie più caratteristiche della biodiversità del promontorio del Conero. Negli ultimi anni, ricerche condotte da istituti scientifici e testimonianze dei pescatori indicano un preoccupante declino delle popolazioni naturali del mitilo. I dati raccolti evidenziano una diminuzione numerica significativa.

Le cause principali vengono attribuite al cambiamento climatico che ha modificato la temperatura media del mare, influenzando negativamente i cicli vitali del mosciolo. Questo fenomeno, unito alla riduzione del ricambio generazionale tra i molluschi, spiega il calo osservato. Inoltre la pressione esercitata dalla pesca tradizionale ha avuto un impatto sulla capacità della specie di rigenerarsi spontaneamente. Il contesto ambientale del Conero, pur ricco di biodiversità, necessita di interventi mirati per preservare il mosciolo come patrimonio naturale e culturale.

Interventi e sperimentazioni in corso per il rilancio della popolazione del mosciolo

Per contrastare gli effetti del calo delle popolazioni, è stato messo in piedi un programma di iniziative scientifiche e pratiche promosso da enti come Regione Marche, Comune di Ancona, Slow Food, Università Politecnica delle Marche, Ispra e Parco del Conero. Anche i pescatori si sono coinvolti attivamente nell’attuazione delle strategie.

Tra le azioni di maggior rilievo figurano le “casse nursery” sommerse, strutture create per offrire un ambiente protetto dove le larve di mosciolo possono svilupparsi senza troppa pressione predatoria o ambientale. Queste vasche subacquee fungono da incubatrici naturali favorendo la sopravvivenza dei giovani mitili. Parallelamente sono state sperimentate boe galleggianti dotate di supporti per il reclutamento larvale, ovvero spazi artificiali dove le larve possono trovare superfici adatte per aderire e crescere. Queste soluzioni riducono lo sfruttamento degli scogli naturali, una zona critica soggetta a sovrappesca.

Il progetto gode del sostegno economico europeo tramite Fondo Europeo per Affari Marittimi e la Pesca , che ha riservato 310.000 euro per tali attività di tutela ecologica e recupero.

Modifiche alle date di apertura e anticipazioni sulla stagione di pesca 2025

Le difficoltà della specie avevano già portato a una revisione della data di apertura della pesca per la stagione 2025. La Consulta regionale della Pesca aveva deciso di spostare l’inizio della pesca dal 15 maggio al primo luglio, grazie anche alle indicazioni dei pescatori locali e di Slow Food. Questo cambiamento si è dimostrato necessario per ridurre la pressione antropica su esemplari ancora in fase di crescita o riproduzione.

Con la decisione più recente di anticipare la chiusura al 15 agosto, si allunga il periodo di sospensione complessiva del prelievo. Il divieto totale di pesca ricreativa completa il quadro delle azioni messe in campo. Questi interventi hanno l’obiettivo di garantire un recupero duraturo della specie e il mantenimento di un’attività economica sostenibile nei prossimi anni. I dati e le osservazioni verranno monitorati con attenzione per valutare l’efficacia di queste misure sia sul piano ambientale che socioeconomico.

Ultimo aggiornamento il 16 Luglio 2025 da Serena Fontana

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Serena Fontana

Serena Fontana è una blogger e redattrice digitale specializzata in cronaca, attualità, spettacolo, politica, cultura e salute. Con uno sguardo attento e una scrittura diretta, racconta ogni giorno ciò che accade in Italia e nel mondo, offrendo contenuti informativi pensati per chi vuole capire davvero ciò che succede.

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