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Ancona al centro del dibattito contro la caccia selvaggia: in gioco la tutela di animali e biodiversità nelle Marche

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Ancona protagonista nella lotta contro la caccia selvaggia per proteggere fauna e biodiversità. - Unita.tv
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A Ancona è tornata sotto i riflettori la questione della caccia e dei suoi effetti sull’ambiente e sulla fauna. Nel corso di un incontro che ha messo attorno allo stesso tavolo politici e associazioni ambientaliste, si è parlato soprattutto di una legge in arrivo che potrebbe cambiare le regole del gioco. Al centro del dibattito, le ricadute sulle Marche: si teme un’espansione delle aree di caccia e un uso maggiore di armi, con conseguenze dirette sugli animali selvatici e sulla sicurezza delle persone.

Una legge che potrebbe rivoluzionare la caccia: cosa cambia davvero

L’incontro, organizzato a Ancona da Andrea Nobili, candidato consigliere regionale per Alleanza Verdi Sinistra, ha messo a fuoco i dettagli di una proposta di legge del governo attuale. La riforma mira a modificare vari aspetti della caccia in Italia. In pratica, verrebbero ampliate le zone dove si può cacciare, i cacciatori avrebbero a disposizione più armi e si introdurrebbero strumenti per ridurre il rumore, come i silenziatori.

Un punto cruciale è che questa legge indebolirebbe il ruolo degli organi scientifici che oggi controllano l’equilibrio tra protezione dell’ambiente e autorizzazioni alla caccia. Si perderebbe così un controllo tecnico fondamentale per valutare l’impatto dell’attività venatoria sugli ecosistemi e sulla biodiversità locale.

Nobili ha sottolineato come, se approvata, questa normativa metterebbe a rischio la legge 157 del 1992, che ancora oggi regola la caccia in Italia. La nuova legge aprirebbe la porta a una gestione meno rigorosa e più permissiva dell’attività venatoria.

Regioni in prima linea: il vero potere sta nel governo locale

Il candidato di Alleanza Verdi Sinistra ha ricordato che, sebbene la legge nazionale fissi le linee generali, le Regioni conservano ampi margini per gestire ogni anno i piani di caccia. Questo significa che le autorità regionali possono decidere come, quando e dove si può cacciare sul proprio territorio.

Per chi aspira a un posto in Consiglio regionale, la questione è politica e concreta. Difendere gli animali e la biodiversità locale passa anche dalla capacità di contenere un’attività venatoria che rischia di espandersi senza controllo, mettendo a repentaglio habitat naturali e la sicurezza dei cittadini.

La richiesta di mobilitazione nasce dalla percezione che la precedente giunta regionale guidata da Francesco Acquaroli abbia trascurato questi temi. Secondo Nobili, “l’ambiente non è mai stato trattato con la dovuta attenzione, con possibili conseguenze negative per gli ecosistemi.”

Ambientalisti e istituzioni a confronto: caccia sì, ma con regole chiare

L’incontro organizzato dal laboratorio politico “Il Punto” ha visto la partecipazione di esponenti come Danilo Baldini, delegato Marche della Lega Anticaccia, e l’avvocato Tommaso Rossi, delegato Marche del WWF. Rappresentanti di associazioni impegnate nella tutela della natura che hanno portato testimonianze e argomenti a favore di regole più strette, per evitare danni e garantire una convivenza pacifica tra uomo e fauna.

Il dibattito ha messo in luce i rischi sociali e ambientali di una caccia poco regolata. La caccia selvaggia non è un problema solo per gli animali, ma anche per la sicurezza delle persone, soprattutto in zone densamente abitate, dove aumentano i pericoli di incidenti. La protezione dei cittadini, insomma, è un altro aspetto da non sottovalutare, strettamente legato alla tutela della biodiversità.

Le associazioni presenti hanno ribadito la necessità di mettere la salvaguardia degli habitat naturali al centro, rispettando le norme esistenti e senza cedere a pressioni che potrebbero favorire un’espansione incontrollata della caccia. Questo confronto tra politica e mondo ambientalista è stato un momento importante per sottolineare quanto sia essenziale mantenere solide le regole a difesa di animali e ambiente.

Marche, una sfida aperta tra caccia e ambiente da affrontare subito

Trovare il giusto equilibrio tra uso del territorio per attività come la caccia e protezione degli habitat è una delle sfide più importanti per le Marche nel 2025. Una legge nazionale che allarga le aree di caccia obbliga le istituzioni regionali a regolamentare con attenzione e responsabilità.

Coinvolgere cittadini, ambientalisti e forze politiche in un confronto aperto è fondamentale per evitare scelte che mettano a rischio ecosistemi fragili e per costruire una convivenza equilibrata tra uomo e natura. La discussione di Ancona ha mostrato come la tutela della fauna e della biodiversità sia un tema complesso, che riguarda anche la sicurezza e l’uso del territorio.

La prossima legislatura regionale dovrà avere chiaro questo quadro. Servirà agire con decisione sul piano venatorio, rafforzare le misure di protezione e assicurare che la caccia si svolga in modo responsabile, senza mettere in pericolo gli equilibri naturali delle Marche.

Ultimo aggiornamento il 18 Luglio 2025 da Rosanna Ricci

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Rosanna Ricci

Rosanna Ricci racconta il presente come se stesse scrivendo una pagina di diario collettivo. La sua voce è intima, ma mai distante: attraversa con delicatezza temi complessi come cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute, cercando sempre il lato umano delle notizie. Ogni suo post è uno sguardo personale sul mondo, tra empatia e consapevolezza.

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