L’amministrazione regionale delle Marche ha avviato un progetto in collaborazione con enti locali e Snam per tutelare la biodiversità in una porzione significativa della faggeta del Monte San Vicino, situato nel territorio di Ancona. L’iniziativa punta a rafforzare le risorse naturali attraverso tecniche che favoriscono il ripristino e la protezione dell’ambiente boschivo, considerato un elemento chiave per il contrasto al cambiamento climatico.
Protocollo di collaborazione per la tutela dei boschi marchigiani
La giunta regionale ha ratificato un protocollo d’intesa che coinvolge la Regione Marche, l’Unione Montana Potenza Esino Musone e la società Snam Rete Gas. L’accordo rappresenta un passo concreto verso la gestione attiva degli ecosistemi forestali, riconosciuti come infrastrutture naturali indispensabili. L’obbiettivo è mettere in campo azioni mirate al potenziamento della biodiversità di flora e fauna, migliorando la qualità ecologica del bosco.
Il coinvolgimento di un operatore privato come Snam indica inoltre un modello di collaborazione pubblico-privato orientato alla sostenibilità ambientale. Le parti intendono monitorare i risultati con strumenti scientifici, con l’intento di verificare la produzione di crediti di sostenibilità, cioè la quantificazione dei benefici generati da interventi specifici sulla foresta.
Il Monte San Vicino come laboratorio per la biodiversità
Il progetto pilota prenderà avvio su una superficie di circa 40 ettari nella faggeta del Monte San Vicino, area compresa nella rete europea Natura 2000 e all’interno della Riserva Naturale Regionale Monte San Vicino e Canfaito. Questa zona, caratterizzata da una foresta poco diversificata, sarà oggetto di interventi volti a incrementare la varietà biologica, sia vegetale che animale.
L’approccio prevede una gestione forestale che favorisca la rigenerazione naturale delle specie tipiche e il miglioramento delle condizioni ambientali, in modo da aumentare la capacità dell’ecosistema di assorbire anidride carbonica e resistere alle pressioni climatiche. Si creerà così un “laboratorio a cielo aperto”, dove ricerca e pratica si intrecciano per valutare gli effetti ambientali nel tempo.
Impegni e obiettivi dichiarati dall’assessore all’ambiente
Stefano Aguzzi, assessore regionale all’Ambiente, ha descritto il progetto come un’azione concreta di cura del patrimonio forestale. Ha evidenziato come la biodiversità rappresenti la base per ecosistemi più resistenti e ricchi di vita, capaci di sostenere il territorio di fronte ai cambiamenti climatici.
L’assessore ha sottolineato l’importanza di un approccio scientifico, finalizzato a misurare i risultati in termini di assorbimento di anidride carbonica e recupero della biodiversità, per giustificare investimenti e scelte di governo del territorio. La speranza è che questa iniziativa rappresenti un punto di partenza per sviluppare pratiche simili in altre aree delle Marche, valorizzando così il patrimonio naturale regionale e proteggendolo con metodi collaudati.
Ultimo aggiornamento il 24 Luglio 2025 da Elisa Romano