L’accordo siglato oggi ad Ancona tra la fondazione Cariverona e la fondazione Carifac prevede un nuovo assetto per il supporto economico e sociale nella provincia di Ancona. L’intesa è stata presentata nella sala giunta del Comune, alla presenza dei rappresentanti delle due fondazioni, del sindaco Daniele Silvetti, dell’università politecnica delle Marche e di altri attori istituzionali locali. L’obiettivo principale è rafforzare le risorse destinate al territorio anconetano attraverso una riorganizzazione degli impegni finanziari e patrimoniali.
L’incontro in comune ad ancona: chi c’era e cosa si è deciso
La presentazione dell’accordo si è svolta nel cuore amministrativo della città, con la partecipazione dei presidenti Bruno Giordano e Dennis Luigi Censi . Sono intervenuti anche esponenti del Comune di Ancona, dell’università politecnica delle Marche oltre a rappresentanti culturali, sociali ed economici della provincia. Durante l’incontro sono stati illustrati i punti salienti dell’intesa che coinvolge trasferimenti patrimoniali significativi, contributi finanziari straordinari ed un nuovo assetto nell’organizzazione territoriale delle due fondazioni.
Principali decisioni e trasferimenti
Tra le decisioni principali spicca il trasferimento prevalente della competenza territoriale da Cariverona a Carifac per quanto riguarda la provincia di Ancona. Questo passaggio permette a Carifac di assumere un ruolo centrale nel sostegno alle iniziative locali. Inoltre è previsto un contributo straordinario una tantum pari a 35 milioni di euro da parte di Cariverona verso Carifac destinato esclusivamente al territorio anconetano. Questa somma si aggiunge agli impegni già assunti da Cariverona che ammontano a circa 10 milioni euro erogati o programmati in favore dello stesso territorio.
Un altro aspetto rilevante riguarda il patrimonio immobiliare: viene infatti trasferito a favore della Fondazione Carifac il suolo su cui sorge Palazzo Camerata ad Ancona; questo bene era precedentemente concesso in proprietà superficiaria al Comune stesso. Il passaggio mira probabilmente a facilitare interventi futuri sulla struttura o nuove destinazioni d’uso nell’ambito locale.
La nuova governance con comune e università nelle scelte strategiche
L’accordo prevede anche modifiche negli organi decisionali della Fondazione Carifac: entra infatti come membro designato dall’intesa tra Comune di Ancona e università politecnica delle Marche un rappresentante scelto congiuntamente dalle due istituzioni pubbliche locali. Questa novità introduce maggior controllo diretto sulle attività erogative rispetto alle esigenze specifiche del territorio cittadino ma anche provinciale.
Il sindaco Daniele Silvetti ha seguito l’intera fase preparatoria fino alla firma definitiva; ha partecipato ai momenti chiave per garantire dialogo costante fra enti coinvolti ed evitare disallineamenti fra le richieste della comunità locale – soprattutto nei comuni fuori dall’area diretta d’intervento originaria – ed i progetti sostenuti dalle Fondazioni stesse.
Iter burocratico verso l’approvazione ministeriale
Dopo aver ottenuto via libera dagli organi direttivi interni alle due Fondazioni coinvolte l’accordo passa ora all’esame del Ministero dell’Economia e Finanze che deve autorizzare le modifiche statutarie previste dalla normativa vigente sulle fondazioni bancarie italiane.
Questa fase rappresenta uno step obbligatorio affinché tutte le variazioni diventino operative sul piano legale; solo dopo tale approvazione sarà possibile mettere concretamente in atto gli impegni finanziari previsti dal piano sottoscritto oggi ad Ancona.
Il commento dal mondo associativo nazionale
Giovanni Azzone presidente nazionale Acri ha definito questa operazione “unica nel suo genere” ricordando casi simili avvenuti recentemente ma sottolineando come questa intesa possa migliorare l’efficacia degli interventi sul tessuto sociale ed economico anconetano grazie alla maggiore vicinanza ai bisogni locali garantita dalla nuova configurazione territoriale affidata alla Fondazione Carifac.
Le parole pronunciate evidenziano come queste fusioni o accordi mirati possano generare effetti concreti sia nella distribuzione dei contributi sia nell’ascolto diretto delle realtà territorialmente più distanti dai centri decisionali tradizionali.