A Milano sono comparsi manifesti con la scritta “Israeli not welcome”, un segnale che ha acceso un dibattito sul diffondersi di sentimenti anti-israeliani che sfociano in antisemitismo. Davide Romano, direttore del Museo della Brigata ebraica di Milano, ha espresso preoccupazione per questa escalation di ostilità rivolta non solo contro lo Stato d’Israele ma contro tutto un popolo. Le sue parole richiamano le istituzioni cittadine a intervenire senza indugi per contrastare questo clima di intolleranza.
La denuncia del direttore del museo della brigata ebraica
Davide Romano ha definito l’attacco nei confronti dell’intero popolo israeliano come una forma chiara di razzismo. Secondo lui, non cambia nulla se si parla di palestinesi, israeliani o italiani: “attaccare collettivamente una comunità è sempre discriminazione.” Il manifesto comparso a Milano rappresenta per lui un esempio evidente dell’odio anti-israeliano che da tempo circola nella città lombarda e che rischia ormai di travalicare i confini politici per diventare odio verso gli ebrei in generale.
Romano sottolinea come questa situazione richieda una risposta immediata da parte delle autorità locali. La sua posizione invita a riconoscere il legame stretto tra critiche politiche e fenomeni più ampi legati all’intolleranza religiosa ed etnica. Nel suo appello emerge la necessità urgente di mettere fine al silenzio su questi episodi “prima che degenerino ulteriormente.”
Il contesto milanese tra odio anti-israeliano e antisemitismo
Milano negli ultimi tempi ha visto crescere segnali preoccupanti legati all’antisemitismo mascherato da contestazioni politiche verso Israele. Manifestazioni pubbliche, slogan offensivi sui social network e ora anche cartelloni stradali contribuiscono a creare un clima teso nel capoluogo lombardo. Questo fenomeno si manifesta spesso sotto forma di generalizzazioni ingenerose nei confronti degli israeliani come popolo intero.
La linea sottile tra critica politica legittima allo Stato d’Israele e atteggiamenti discriminatori verso gli individui o le comunità ebree viene superata quando si colpisce indiscriminatamente ogni persona appartenente alla nazione o alla religione associata allo Stato stesso. L’amministrazione cittadina è chiamata ad affrontare questa complessa realtà sociale con strumenti efficaci capaci sia di tutelare la libertà d’espressione sia i diritti fondamentali dei cittadini vittime dell’intolleranza.
Appello alle istituzioni milanesi per reagire all’intolleranza antiebraica
Il direttore Romano chiede alle istituzioni locali una presa di posizione netta contro queste forme d’odio dilagante nella città meneghina: dalla Commissione comunale contro il razzismo fino all’università Statale deve partire un confronto aperto sul tema dell’antisionismo trasformato in antisemitismo reale.
Secondo lui è indispensabile aprire dibattiti pubblici dove cultura ed educazione possano contrastare idee sbagliate radicate nell’ignoranza o nel pregiudizio profondo verso gli israeliani considerati collettivamente responsabili delle azioni dello Stato d’Israele.
L’appello coinvolge anche tutte le realtà culturali milanesi affinché assumano responsabilità attive nel combattere ogni forma d’intolleranza basata sulla religione o sull’origine etnica dei cittadini residenti nella metropoli lombarda.