
A Roma, migliaia di persone hanno manifestato insieme a PD, M5S e AVS contro le violenze a Gaza, mostrando un’inedita unità politica e chiedendo un cambio di rotta al governo italiano. - Unita.tv
La protesta a Roma per la situazione a Gaza ha visto insieme esponenti di PD, movimenti 5 stelle e AVS, accomunati contro quello che definiscono un massacro in corso. Il corteo è partito da Piazza Vittorio per arrivare a Piazza San Giovanni, richiamando migliaia di persone con slogan e bandiere, e segnando un momento importante nell’intesa tra questi partiti, spesso divisi su altri temi.
Una manifestazione che ha raccolto diverse migliaia di persone
La giornata di sabato 4 maggio 2025 ha portato nelle strade di Roma una folla numerosa per chiedere la fine delle violenze a Gaza. Gli organizzatori, rappresentanti di PD, M5S e AVS, hanno parlato di oltre 300 mila partecipanti, una cifra che le forze dell’ordine hanno valutato invece intorno alle 50 mila. In ogni caso, l’omogeneità del pubblico e il colpo d’occhio lungo il percorso hanno mostrato un evento ben riuscito, capace di unire varie componenti della sinistra e del centro sinistra.
Il percorso e gli slogan
Il corteo, partito da Piazza Vittorio, ha attraversato il centro della capitale fino a raggiungere Piazza San Giovanni, con manifestanti pronti a scandire slogan come “Palestina libera” e “Unità”. La presenza di bandiere dei tre partiti segnalava la volontà di mettere da parte le differenze per concentrarsi su questo tema drammatico. I leader politici si sono mossi insieme, mostrando visibilmente questa alleanza almeno per la durata della manifestazione.
La manifestazione ha evidenziato come il tema della questione palestinese riscaldi gli animi e riesca a far convergere diverse anime politiche, sia pure con riserve e sfumature diverse. L’evento ha avuto una forte eco mediatica, offrendo la scena a una protesta che cerca di far sentire chi chiede un cambio di paradigma negli equilibri diplomatici e militari nella regione.
I messaggi dei leader: un fronte comune con sfumature differenti
Durante la manifestazione, i rappresentanti di PD, M5S e AVS hanno pronunciato discorsi dal palco di Piazza San Giovanni, ognuno con un taglio personale ma accomunati dall’obiettivo di fermare le violenze nella striscia di Gaza e di chiedere un intervento del governo italiano.
Gli interventi principali
Elly Schlein, co-portavoce del PD, ha usato toni decisi definendo la situazione in corso “pulizia etnica” e ha chiesto al governo di non rinnovare il memorandum militare con Israele. Il suo appello è stato rivolto direttamente a Giorgia Meloni, affinché ascolti quella piazza che si oppone alla linea attuale, che definisce una complicità silenziosa.
Giuseppe Conte, leader del M5S, ha ribadito la definizione di “genocidio” per quanto accade contro la popolazione palestinese. Dal palco ha respinto con forza le accuse di antisemitismo che periodicamente vengono rivolte a chi critica l’azione militare israeliana. Conte ha sottolineato che la critica si concentra esclusivamente sui fatti di Gaza, non su altre questioni di natura politica o religiosa. Dopo l’intervento è stato avvicinato da giornalisti che gli hanno chiesto dell’alleanza politica con PD e AVS: ha risposto che oggi il loro impegno è chiaro e determinato sui diritti umani, quindi unire le forze per questa battaglia è la via da seguire.
Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, entrambi impegnati con AVS e Sinistra Italiana, hanno puntato il dito contro il governo italiano e partiti come Lega, contestati per i legami con Israele. Bonelli ha affrontato direttamente Matteo Salvini definendolo “la vergogna d’Italia” per aver stretto “la mano insanguinata” a Netanyahu. Fratoianni ha chiuso invitando a mantenere alta l’unità delle forze di opposizione e dando appuntamento a future iniziative politiche per cambiare la linea del paese nei rapporti internazionali.
La manifestazione senza tensioni, ma con un segnale chiaro contro il governo
Nonostante le preoccupazioni, la manifestazione non ha registrato episodi antisemiti o scontri, salvo qualche fischio contenuto a Gad Lerner, ospite della piazza, quando si è definito sionista. Questo ha dimostrato che chi è sceso in piazza voleva concentrare l’attenzione solo sulle vittime palestinesi.
Il clima è apparso compatto e il richiamo all’unità si è sentito anche nel coro spontaneo “unità! unità!” tra i manifestanti. Le parole dei leader hanno avuto chiave più politica e critica verso il governo Meloni che poco o nulla ha fatto secondo loro per fermare le violenze.
Chiusura con musica e invito al voto
A chiudere la manifestazione è stata una toccante performance di “Bella ciao” interpretata dal trombettista Paolo Fresu, seguita dall’invito corale a recarsi alle urne per i prossimi referendum, scelta che ha sottolineato l’importanza di un momento politico decisivo per il paese.
In definitiva, la manifestazione di Roma per Gaza ha messo in scena una alleanza politica a tratti inaspettata, con partiti che sanno mettersi insieme in nome di una causa umanitaria condivisa, mostrando però anche i limiti di questa unione, più forte nelle piazze che nelle scelte efficaci a livello istituzionale.