Manfredi catella: serve chiarezza nelle regole per attrarre investimenti e sbloccare l’urbanistica a milano
Milano si conferma fulcro degli investimenti di Coima, con Manfredi Catella che sottolinea l’importanza di norme chiare per attrarre capitali esteri e affrontare le sfide urbanistiche locali.

Milano è al centro delle sfide urbanistiche e degli investimenti internazionali, con Coima e il suo AD Manfredi Catella che chiedono norme chiare per attrarre capitali esteri e sostenere la rigenerazione urbana e l’espansione europea. - Unita.tv
Milano appare ancora una volta al centro dell’attenzione per le sfide legate all’urbanistica e agli investimenti internazionali. Manfredi Catella, amministratore delegato di Coima, società impegnata nella trasformazione urbana del capoluogo lombardo, sottolinea come siano necessarie norme trasparenti e chiare per garantire stabilità e sicurezza ai mercati. Da piazza Gae Aulenti Catella spiega la visione nazionale e locale richiesta per affrontare il nodo dell’edilizia milanese, mentre il gruppo si prepara a lanciare nuove strategie di espansione in Europa, sostenute dall’interesse di centinaia di investitori nei vari continenti.
Chiarezza nelle norme per attrarre capitali esteri
Per attrarre investimenti stranieri, la certezza delle regole resta un requisito fondamentale. Manfredi Catella riporta come la stabilità politica italiana rappresenti un punto di forza imprescindibile agli occhi dei mercati. Senza un quadro normativo definito e trasparente, i capitali rischiano di tirarsi indietro, vanificando così i benefici derivati dalla prevedibilità istituzionale. La sfida si presenta acuta soprattutto in Italia, dove investitori internazionali cercano risposte su tempi, procedure e certezze prima di impegnare risorse importanti.
Una visione nazionale che si declina localmente
In questa prospettiva, Catella evidenzia che il livello di intervento deve partire da una visione nazionale e poi calarsi nel contesto cittadino. Ogni realtà urbana, infatti, ha peculiarità proprie che richiedono regole calibrate sulla base delle dinamiche locali. Tuttavia il punto di partenza resta un quadro unitario che indichi la direzione e l’orientamento delle città italiane su temi cruciali come la rigenerazione urbana o la transizione energetica. Tanto più in un momento storico in cui i tempi si fanno stretti e le scelte devono essere rapide, la qualità e la chiarezza delle disposizioni diventano elementi chiave.
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Catella invita a superare discussioni astratte sulla normativa e a concentrarsi su un progetto di sviluppo concreto, supportato da regole snelle ma ferme. Il punto è semplice: senza indicazioni precise a livello governativo difficilmente si potrà accelerare su un tema così urgente come la ristrutturazione degli spazi urbani e la trasformazione edilizia. Paradossalmente, una normativa complicata o incerta rischia di compromettere gli sforzi per innovare e adattare le città italiane alle nuove esigenze abitative e ambientali.
Milano: il cuore degli investimenti di coima e la sfida abitativa
Milano resta il perno delle attività di Coima, concentrando circa il 60% degli immobili gestiti dalla società. Questa città non solo rappresenta la punta di diamante per il gruppo ma anche un laboratorio concreto dove mescolare visioni d’insieme e azioni sul territorio. La popolazione milanese è in crescita, soprattutto nella fascia d’età 19-44 anni, aumentando così la domanda di abitazioni e spazi lavorativi di qualità. I dati dicono che mancano tra le 30.000 e le 40.000 case per rispondere alle necessità di chi vive in città e a chi vi si trasferisce.
Tempi e difficoltà burocratiche
La situazione urbana non è però semplice: il ritmo di costruzione si scontra con i tempi della politica e le incertezze dettate da vari processi autorizzativi. Coima è molto attiva anche nel progetto del Villaggio Olimpico, dove mancano ancora valutazioni definitive sugli extra costi da parte del Comune di Milano. I lavori seguono ritmi diversi: la parte industriale del Villaggio Olimpico è quasi ultimata e sarà consegnata a breve, mentre la restante porzione del cantiere attende l’approvazione finale del piano attuativo. Questo scenario ricorda quanto la dimensione burocratica possa evitare una accelerazione necessaria, rallentando progetti con scadenze improrogabili.
Dietro questa complessità si rivela un problema più ampio di urbanistica e programmazione urbana, che non riguarda solo Milano ma potenzialmente tutte le principali realtà italiane. Lo sviluppo deve bilanciare la domanda crescente con la sostenibilità ambientale e energetica ma anche con la certezza legale di ogni intervento. Fasi di stallo o incertezze su abusi edilizi, come quelle emerse con le inchieste della Procura, creano un clima di diffidenza e rallentano l’afflusso di capitali.
Strategie paneuropee di coima e il dialogo con investitori globali
Coima si prepara a un’espansione oltre i confini nazionali. Nei mesi scorsi Catella ha incontrato circa cento investitori sparsi su vari continenti, che complessivamente controllano oltre 13.000 miliardi di euro di capitale. Questi contatti alimentano le ambizioni del gruppo per definire due piani d’azione paneuropei da mettere a punto entro l’estate 2025. Si tratta di strategie pensate per intercettare flussi di investimento esterni, in un mercato che resta volatile e incerto per motivi geopolitici ed economici globali.
Il gruppo opera ancora al 100% in Italia, ma le proiezioni puntano a diversificare i rischi e a intercettare nuove opportunità in altre capitali europee. Questa scelta non viene solo da un desiderio di espansione ma anche da una presa d’atto della volatilità del contesto nazionale e internazionale. Lo spazio per crescere in Italia esiste, soprattutto grazie alla carenza di immobili di alta qualità, ma le instabilità globali impongono una gestione prudente e una strategia multilocazione.
Catella sottolinea come Milano rimanga il principale punto di ingresso per gli investitori stranieri sul mercato italiano, per ragioni demografiche, economiche e urbanistiche. La città riflette, in modo evidente, l’attrattiva italiana che, però, va accompagnata da segnali normativi chiari per evitare che le risorse disponibili si disperdano o si irrigidiscano su progetti bloccati. L’interesse degli investitori è concreto e palpabile ma la sfida resta nella capacità di giungere a regole condivise e applicabili nel breve termine.