Home Mancata supervisione e pianificazione nello stage a Lauzacco: il caso di Lorenzo Parelli

Mancata supervisione e pianificazione nello stage a Lauzacco: il caso di Lorenzo Parelli

Il caso di Lorenzo Parelli, morto durante uno stage a Lauzacco, evidenzia gravi carenze nella sicurezza e formazione degli studenti nei tirocini aziendali, portando a condanne per omicidio colposo.

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Il tragico incidente mortale di Lorenzo Parelli durante uno stage ha evidenziato gravi carenze nella supervisione e nella sicurezza dei tirocini scuola-lavoro, portando alla condanna per omicidio colposo di due responsabili aziendali. - Unita.tv

Il tragico incidente che ha causato la morte di Lorenzo Parelli, giovane di 18 anni, durante uno stage scuola-lavoro nel gennaio 2022 a Lauzacco , ha sollevato interrogativi sull’organizzazione e la sicurezza dei tirocini aziendali. La vicenda, oggetto di un processo a Udine, mette in luce le carenze nella supervisione delle attività affidate agli studenti e nella pianificazione delle operazioni svolte. Il caso è ora al centro di una sentenza che ha condannato due persone per omicidio colposo.

Le condizioni in cui avvenne l’incidente a lauazacco

Il 18enne Lorenzo Parelli era impegnato in un’attività di smontaggio di bulloni su una piastra in acciaio all’interno dell’azienda Burimec di Lauzacco. Secondo quanto ricostruito dalla gup Carlotta Silva, Parelli non avrebbe dovuto svolgere in prima persona quel lavoro, bensì limitarsi a osservare. Al momento dell’incidente, Parelli si trovava in una situazione di rischio non gestita da chi avrebbe dovuto garantirgli sicurezza. L’incidente si è consumato nell’ultimo giorno dello stage, diventando fatale proprio a causa della mancanza di direttive e di un’adeguata presenza formativa.

La sentenza evidenzia che la formazione specifica sui rischi legati all’attività che lo studente stava svolgendo era completamente assente. La scelta di affidargli compiti per i quali non era preparato, senza definire chiaramente le azioni consentite e quelle da evitare, ha contribuito direttamente alla tragedia. Le falle nel sistema di tutela della sicurezza sul lavoro degli stagisti sono emerse attraverso una comprensione precisa delle condizioni operative quel giorno.

Responsabilità attribuite agli imputati e ruolo nella vicenda

Sono stati condannati in primo grado due uomini imputati di omicidio colposo: Claudio Morandini, operaio presente durante le operazioni ma assente al momento dell’incidente, e Emanuele De Cillia, tutor aziendale dello studente. Morandini ha ricevuto una pena detentiva di tre anni. Il suo comportamento è stato ritenuto colpevole per non avere vigilato su Parelli né avuto la prontezza di intervenire per impedirne la morte, anche se aveva la facoltà di agire in quella direzione.

De Cillia, assente per motivi di salute quel giorno, ha avuto una condanna a due anni e quattro mesi. La sua posizione di garanzia prevedeva l’obbligo di pianificare e controllare le attività assegnate allo studente. Non averlo fatto ha rappresentato una grave violazione delle norme di sicurezza. Entrambi i condannati avevano scelto il rito abbreviato e hanno presentato appello, rimandando la decisione definitiva.

Il tribunale ha sottolineato come la supervisione avrebbe dovuto impedire che Parelli si trovasse in una situazione di pericolo, proprio per il suo ruolo di stagista senza competenze tecniche complete. L’omissione di controlli e di una programmazione precisa ha giocato un ruolo chiave nella dinamica mortale.

Mancanza di formazione e carenze nell’organizzazione dello stage

La sentenza sottolinea nettamente l’assenza totale di una formazione adeguata per Parelli riguardo ai rischi presenti nell’ambiente di lavoro specifico. Non solo non era stato preparato a conoscere i pericoli legati allo smontaggio della piastra d’acciaio, ma non era nemmeno stato limitato a compiti semplici e sicuri, compatibilmente con il suo status di studente in tirocinio.

Questa mancanza di sostegno impedì a Parelli di operare in sicurezza. Il ruolo di osservatore a cui era destinato sarebbe dovuto restare chiaro e rispettato, come previsto dalle regole per i percorsi scuola-lavoro. Invece si ritrovo suo malgrado come protagonista di un’impresa pericolosa senza alcuna tutela formativa.

Il sistema di gestione degli stage, in questo caso, ha fallito nel limitare le attività dei tirocinanti, nel definire chi doveva seguire lo studente e nel predisporre misure di sicurezza specifiche. Questi errori organizzativi hanno permesso che un ragazzo di 18 anni affrontasse operazioni complesse senza alcuna preparazione e sorveglianza.

Implicazioni sul tema sicurezza nei tirocini scuola-lavoro

Il caso di Lorenzo Parelli ha acceso il dibattito sull’effettiva tutela degli studenti durante i tirocini in azienda. Le regole previste per la sorveglianza, pianificazione delle attività e formazione spesso restano disattese. L’accaduto dimostra come la negligenza in questi aspetti può ripercuotersi in tragedie facilmente evitabili.

Le istituzioni e le imprese dovranno preoccuparsi di stabilire protocolli più rigidi che impongano la presenza costante di supervisori con competenze precise. I percorsi degli studenti dovranno essere programmati in modo da assegnare loro solo compiti compatibili con il loro livello di conoscenze, vietando ogni pratica che possa esporli a rischi elevati.

Una normativa più attenta a questi elementi dovrà accompagnare casi come questo per evitare che si ripetano episodi simili. Il lavoro in impresa per gli studenti può rappresentare un’occasione importante solo se si garantiscono standard di sicurezza stringenti e controlli costanti.

Il processo in corso e i successivi provvedimenti giudiziari rappresentano un momento di riflessione per tutti gli attori che si occupano di alternanza scuola-lavoro. Il ricordo di Lorenzo Parelli impone di operare con maggiore rigore per difendere la vita e la salute dei più giovani impegnati in questi percorsi formativi.