Home Mace al district 272: cinque notti di musica dal vivo con artisti emergenti e nomi affermati

Mace al district 272: cinque notti di musica dal vivo con artisti emergenti e nomi affermati

Mace, dj e producer milanese, torna al district 272 per una residency di cinque notti, unendo artisti affermati e nuovi talenti per rivitalizzare la cultura clubbing attraverso la musica.

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Il dj e producer Mace torna con una residency di cinque notti al district 272, unendo sperimentazione e club culture in crisi, con una line-up che mescola artisti affermati e nuovi talenti per valorizzare la musica elettronica dal vivo. - Unita.tv

Il dj e producer milanese Simone Benussi, noto come Mace, torna a esibirsi in una residency che unisce la voglia di sperimentazione a un legame profondo con la scena clubbing. Da oggi fino a domenica sera sarà alla consolle del district 272 per cinque notti consecutive, portando sul palco una line-up che mescola amicizie di lunga data e nuovi talenti in cui crede molto. L’evento prende forma in un momento delicato per la cultura dei club, mettendo al centro la musica come strumento di vicinanza e libertà.

La line-up: un equilibrio tra amicizie e proposte nuove

Insieme al team di C2C, Mace ha messo a punto un calendario che alterna nomi affermati e volti emergenti della musica elettronica. Tra gli ospiti attesi, Venerus, Go Dugong, Lamusa II, Luce Clandestina, Evissimax, Miss Jay, Bianca Intensa, Blinky, Luwei e XIII. Ogni artista porta un proprio stile, offrendo al pubblico esperienze diverse legate al dancefloor.

Il progetto punta a includere sia chi è già conosciuto dalla comunità dei club, sia chi sta muovendo i primi passi con approcci originali. L’intenzione è quella di dare spazio a suoni freschi senza distogliere attenzione da chi ha già consolidato un percorso artistico rilevante. Questa combinazione cerca di mantenere viva la scena, ampliandola con nuove identità e scelte sonore, tutte capaci di stimolare l’ascolto diretto nelle notti del district 272.

Il lavoro creativo dietro al palco

Non solo dj set per Mace, che ha raccontato di aver passato alcune settimane in studio nelle campagne toscane per dedicarsi al prossimo album. In dieci giorni si sono avvicendati una cinquantina di collaboratori, tra musicisti, cantanti, rapper e poeti. La convivenza delle varie influenze ha dato vita a un cantiere creativo dove idee e stili differenti si sono mescolati senza fatica.

La natura del lavoro in studio è stata descritta come un “caos organizzato” capace di generare un flusso continuo di ispirazione. Le diverse età e provenienze musicali hanno contribuito a un ambiente stimolante, lontano dagli schemi tradizionali, che ha permesso di sperimentare e costruire qualcosa di nuovo e autentico. Questo tipo di esperienza testimonia quanto le radici della musica elettronica restino ancora fonte di novità e contaminazione.

Un ritorno alle origini per Mace

Simone Benussi racconta come questa residency rappresenti per lui un cambio di passo rispetto agli anni recenti. Dopo essersi esibito quasi esclusivamente su grandi palchi e festival, sentiva il bisogno di tornare a un contesto più raccolto. Il district 272 diventa così spazio ideale per uno scambio diretto con il pubblico, senza filtri. Suonare a stretto contatto con la pista permette a Mace di creare ogni sera un percorso musicale unico, calibrato sulle persone presenti.

Questa nuova avventura non è solo un ritorno a qualcosa di più intimo, ma anche un messaggio chiaro rivolto alla scena musicale elettronica e ai suoi appassionati. L’industria oggi privilegia eventi di grandi dimensioni, lasciando in ombra i club, che spesso attraversano fasi di difficoltà. Mace evidenzia come questi luoghi siano fondamentali per la sperimentazione sonora e per l’instaurarsi di un legame sociale forte, valorizzando libertà di espressione e contaminazioni tra generi.

Club culture in crisi ma ancora necessaria

La scelta di Mace di puntare sui club assume un significato importante per la scena elettronica. Negli ultimi anni molti locali hanno chiuso o ridotto le attività, colpiti da vari fattori che hanno ridotto le occasioni di confronto musicale dal vivo. L’esigenza di spazi dove poter ballare, incontrarsi e scoprire suoni nuovi non è scomparsa, anzi.

Si tratta di ambienti vitali per il tessuto sociale che ruota attorno alla musica elettronica. L’esperienza del club, con la sua immediatezza e la potenza del contatto diretto con la musica, non può essere sostituita dal format di festival sempre più grandi e affollati. Per Mace, mantenere in vita questa dimensione significa difendere una forma di cultura che preserva autonomia creativa e vicinanza umana nei confronti del pubblico.

Le serate al district 272 vogliono perciò essere un richiamo, un impulso a riflettere sull’importanza dei club e del loro ruolo nella produzione e diffusione di nuova musica. Questa residency parte dal bisogno di riscoprire l’essenza del rapporto tra dj e ascoltatori, riportando l’attenzione su ciò che succede veramente nella stanza dove la musica prende corpo e coinvolge in modo diretto.