Lombardia registra tredicimila cattedre vuote: la scarsità di insegnanti nelle scuole pubbliche 2025
La Lombardia nel 2025 affronta una grave crisi scolastica con oltre tredicimila cattedre vacanti, compromettendo la qualità dell’istruzione e causando disagi per studenti e famiglie.

Nel 2025 la Lombardia affronta una grave carenza di insegnanti nelle scuole pubbliche, con oltre 13.000 cattedre vacanti che compromettono la qualità dell’istruzione; le cause includono pensionamenti, scarsa attrattività della professione e lentezza dei concorsi, mentre le istituzioni adottano misure per migliorare reclutamento e condizioni di lavoro. - Unita.tv
La Lombardia nel 2025 si trova ad affrontare una crisi scolastica legata a un numero insolitamente alto di cattedre vacanti nelle scuole pubbliche. Circa tredicimila posti da insegnante restano senza ricoprimento, una condizione che complica fortemente le attività didattiche e rischia di compromettere la qualità dell’istruzione in una delle regioni italiane più popolose e industrializzate.
La situazione delle cattedre vuote nelle scuole lombarde
Nelle scuole della Lombardia mancano insegnanti in varie discipline, e questo fenomeno si è accentuato rispetto agli anni precedenti. A gennaio 2025, il ministero dell’Istruzione ha segnalato oltre tredicimila cattedre scoperte, di cui la maggior parte riguarda materie scientifiche, tecniche e lingue straniere. Questo vuoto deriva da carenze nella formazione professionale, pensionamenti precoci e un flusso di candidati insufficienti rispetto alle esigenze reali degli istituti scolastici.
Le scuole pubbliche lombarde faticano a trovare personale qualificato, soprattutto nelle zone della provincia dove la mobilità verso altre regioni o verso l’estero risulta più marcata tra i giovani docenti. Le condizioni contrattuali e retributive non sempre competono con quelle offerte in altri territori o in settori privati, scoraggiando la candidatura in Lombardia. A questo si aggiungono difficoltà logistiche come gli orari estesi e l’elevato carico di lavoro richiesto a chi accetta incarichi temporanei. La presenza di queste criticità si ripercuote sulla qualità dell’insegnamento e sul funzionamento ordinario delle scuole.
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Il dato delle cattedre libere non si limita a un problema numerico. Gli istituti devono spesso ricorrere a supplenze brevi e a chiamate frequenti e d’emergenza, che non garantiscono continuità didattica agli studenti. A volte gli alunni si trovano senza un insegnante per giorni o settimane, compromettendo anche il rispetto del calendario scolastico. La carenza di personale ha portato alcune scuole a rimandare l’apertura di classi o gruppi, creando disagi anche per le famiglie.
In tutta la regione è stata avviata una serie di iniziative per rendere più attrattiva la professione di insegnante. Si punta a integrare percorsi di formazione più pratici, incrementare i bonus per chi svolge servizio nelle zone svantaggiate e migliorare le condizioni lavorative generali. Ma i risultati restano ancora timidi rispetto all’urgenza del fenomeno.
Le cause principali della scarsità di insegnanti in lombardia
L’affollamento di cattedre scoperte si collega a diverse cause profonde ed emergenti. La prima riguarda la riduzione del numero di aspiranti docenti nei corsi universitari abilitanti. Molti giovani preferiscono intraprendere carriere in altri ambiti, soprattutto in città più dinamiche dal punto di vista lavorativo, lasciando vuoti importanti in campi come matematica e fisica.
Parallelamente, gli insegnanti già in servizio tendono a spostarsi in regioni o Paesi che offrono stipendi più alti o condizioni di lavoro meno gravose. Questo fenomeno di fuga dal territorio lombardo rende difficile per le scuole mantenere stabile la propria forza lavoro. La Lombardia, pur essendo una regione ricca, non è immune a flussi migratori interni tra docenti.
L’andamento delle pensioni è un altro elemento da considerare. Diverse ondate di pensionamenti anticipati hanno lasciato scoperte molte cattedre, senza che il sistema riuscisse a rimpiazzarle rapidamente. Se a questa pressione si sommano le nuove offerte di insegnamento legate all’ampliamento dell’organico in alcune scuole, il quadro si fa più complesso.
Il sistema dei concorsi pubblici resta spesso lento, e molte procedure di assegnazione delle cattedre necessitano di revisioni per velocizzarne i tempi. Questo rallentamento facilita la permanenza di vuoti che si prolungano oltre i mesi iniziali dell’anno scolastico, aggravando il disagio.
Infine, alcuni aspetti organizzativi, come la difficoltà di adattamento degli istituti all’uso di nuove tecnologie didattiche e la carenza di supporti logistici nelle scuole di periferia, contribuiscono a frenare il reclutamento di nuove forze. Questi fattori non solo diminuiscono l’attrattività della professione, ma riducono anche le chance di un incarico stabile e coinvolgente.
Interventi regionali e nazionali per il reclutamento e il sostegno agli insegnanti
Nel corso del 2025, il governo regionale lombardo e il ministero dell’Istruzione hanno intensificato gli sforzi per affrontare la crisi delle cattedre scoperte. Alcune misure sono già operative, volte a migliorare le condizioni economiche per gli insegnanti, soprattutto quelli impegnati in provincia o in ambiti meno richiesti.
Sono stati potenziati i corsi di formazione abilitante con l’apertura di nuovi posti e incentivi a favorire l’ingresso di giovani laureati in discipline scientifiche. Inoltre, si è dato spazio alla creazione di percorsi semplificati per le supplenze lunghe, con procedure più rapide per coprire i posti ancora vacanti durante l’anno scolastico.
Le amministrazioni locali collaborano con le università per costruire modelli di apprendimento che rispecchino in modo più diretto le esigenze delle scuole sul territorio. In diverse province lombarde sono stati lanciati bandi di concorso regionali, per dare una spinta ulteriore al reclutamento.
Al di là delle risorse economiche, si è puntato su un maggiore dialogo con i docenti per capire quali siano i bisogni ancora insoddisfatti. Tra questi, il sostegno psicologico e logistico nelle scuole, la riduzione del numero di alunni per classe e il miglioramento delle strutture. Questi aspetti sono fondamentali per assicurare un ambiente di lavoro più stabile e sostenibile.
Non manca il confronto con sindacati e associazioni di categoria, spesso coinvolti nelle trattative per la stabilizzazione dei contratti e la definizione di nuove modalità di lavoro flessibili. Il quadro resta complicato, ma il sistema si muove per evitare che la mancanza di insegnanti possa condizionare gli standard formativi della regione.
L’impatto sulle scuole, gli studenti e le famiglie lombarde
La scarsità cronica di insegnanti nella Lombardia del 2025 ha effetti diretti sull’esperienza scolastica degli studenti. Molte classi hanno assenze frequenti di docenti, causando ritardi nei programmi e lacune nelle competenze acquisite, soprattutto nelle materie scientifiche considerate fondamentali per il futuro lavorativo.
Gli istituti, sotto pressione, devono spesso riorganizzare le attività e temporaneamente unire gruppi di studenti o utilizzare laboratori in modo non ottimale, per far fronte agli spazi adatti alla didattica. Le famiglie si trovano a gestire situazioni impreviste, come stravolgimenti degli orari o l’obbligo di supportare più intensamente i figli a casa.
In alcuni casi, si sono registrate richieste di spostamenti verso scuole più vicine o con organici più completi, con conseguenze anche sul sistema del trasporto pubblico locale. L’insicurezza sul piano formativo genera preoccupazioni sulla preparazione degli alunni in vista degli esami di Stato e dei percorsi universitari.
Per gli insegnanti, l’assenza di collega stabile significa talvolta un carico di lavoro superiore e la necessità di coprire diverse classi o materie, aumentando lo stress e riducendo la qualità dell’attività educativa. Il turn-over elevato rende difficile costruire relazioni durature con gli studenti e garantire un supporto pedagogico efficace.
Il settore scolastico lombardo è al centro di una sfida complessa, che mette a dura prova le risorse disponibili e chiama a soluzioni che vadano oltre il semplice reperimento numerico di insegnanti. Solo con un coinvolgimento costante di istituzioni, educatori e famiglie si potrà restituire equilibrio a questo sistema cruciale.