
La Lombardia trasforma i beni confiscati alle mafie in spazi pubblici e progetti sociali, promuovendo legalità, memoria e partecipazione attiva nelle comunità di Rho, Busto Arsizio e oltre. - Unita.tv
La gestione e la restituzione dei beni confiscati alla criminalità organizzata rappresentano un segnale di presenza dello Stato e un passo importante per la legalità in Lombardia. La regione, con una delle più alte concentrazioni di immobili sottratti alle mafie, ha sviluppato progetti che trasformano questi beni in risorse pubbliche. Tra queste iniziative spiccano esperienze significative a Busto Arsizio e Rho, dove si valorizza il territorio attraverso la memoria e l’impegno civile.
La lotta alla criminalità passa per il sequestro e la destinazione dei beni
In Lombardia, il patrimonio immobiliare sequestrato alle mafie conta oltre 3mila unità, tra immobili gestiti e già destinati a usi pubblici. Questi beni rappresentano l’aspetto più tangibile e strategico delle mafie, la loro ricchezza materiale. Privare questi gruppi della disponibilità economica significa colpire al cuore la loro capacità di influenza territoriale. Regione Lombardia punta a restituire questi spazi alle comunità. Così, si costruisce un fronte di legalità in un confronto concreto con chi gestisce l’illegalità economica.
Intervento dell’assessore romano la russa
L’assessore alla sicurezza, Romano La Russa, ha sottolineato l’importanza di queste operazioni, non solo come atti normativi ma come segnali riconoscibili di una presenza dello Stato radicata nel territorio. La confisca non vuol dire solo togliere, ma soprattutto restituire: creare occasioni di uso sociale e civile che restituiscano dignità e memoria ai luoghi segnati dalla criminalità.
Progetti di trasformazione e riuso sociale dei beni confiscati in lombardia
Tra il 2019 e il 2024, Regione Lombardia ha finanziato 124 iniziative per riqualificare immobili sequestrati, investendo circa 8 milioni di euro. Questi interventi hanno consentito di far tornare fruibili una parte significativa dei beni, spesso collocati in zone a rischio o cittadine marginali, dando vita a servizi, spazi verdi e attività educative.
Il parco di via san bernardo a rho
Un esempio emblematico è il parco di via San Bernardo a Rho, realizzato su un terreno sottratto alla criminalità organizzata. Il progetto, sviluppato in collaborazione con istituti scolastici locali, si è trasformato in un’area verde simbolo del contrasto mafioso e luogo di memoria attiva. Qui si coltiva un legame diretto tra scuola, istituzioni e cittadinanza, basato sulla consapevolezza e sull’impegno collettivo.
L’aspetto educativo va di pari passo con quello simbolico: ogni pianta nel parco rappresenta una dedica alle vittime di mafia, ricordate nelle iniziative che si svolgono il 21 marzo, giornata nazionale per la memoria e l’impegno contro le mafie. Questo luogo si conferma punto di riferimento non solo per Rho ma per l’intera provincia, un esempio tangibile di cosa vuol dire recuperare spazi per la comunità.
Il ruolo delle amministrazioni locali nella promozione della legalità attiva
La visita dell’assessore Romano La Russa al parco della legalità di Rho, accompagnato da rappresentanti locali, evidenzia l’importanza del coinvolgimento istituzionale su più livelli. Nicola Violante, assessore al bilancio di Rho, e Clelia La Palomenta, presidente della commissione antimafia e legalità comunale, hanno sottolineato come questo luogo rappresenti una realtà consolidata su cui costruire iniziative di inclusione sociale e didattica.
Esperienze a busto arsizio e risposta del territorio
L’esperienza di Rho si affianca a quella di Busto Arsizio, dimostrando come il territorio lombardo sappia reagire e affermare una cultura della legalità attraverso azioni concrete. L’azione combinata tra amministrazioni e scuole si rivela fondamentale per radicare nei cittadini, specialmente i più giovani, la consapevolezza della pervasività delle mafie e l’importanza di combatterle anche attraverso la rigenerazione di patrimoni precedentemente utilizzati per fini illeciti.
La gestione condivisa e attiva di questi beni alfabetizza socialmente i cittadini e respinge la normalizzazione della presenza mafiosa, creando invece occasioni di aggregazione e partecipazione. Il parco inaugurato a Rho conferma che la memoria diventa azione quando tradotta in spazi vissuti e presidio quotidiano. Questo approccio assume un valore pratico e simbolico, rivolto a far crescere il senso di comunità responsabile e il rispetto delle regole.