Un’operazione della guardia di finanza ha portato a perquisizioni nella sede del brescia calcio e alla contestazione di reati tributari e di riciclaggio a carico di 25 indagati tra persone fisiche e giuridiche. L’inchiesta riguarda crediti di imposta inesistenti usati per pagare contributi e ha avuto pesanti conseguenze per la squadra lombarda.
La perquisizione nella sede del brescia e i soggetti coinvolti
Il 2025 ha visto l’intervento della guardia di finanza nella sede del brescia calcio, con l’obiettivo di svolgere accertamenti su un presunto giro di crediti fiscali falsi. In totale gli indagati sono 25, comprendendo 11 persone fisiche e 14 società. Tra loro figurano nomi di spicco come Massimo Cellino, noto imprenditore e presidente della squadra, e Marco Gamba, commercialista incaricato del supporto nelle operazioni fiscali del club.
Le accuse principali riguardano riciclaggio e reati tributari collegati alla commercializzazione di crediti inesistenti. Questi crediti, presentati come crediti d’imposta, sarebbero stati utilizzati per pagare contributi relativi ai mesi di febbraio e aprile, consentendo al Brescia calcio di ridurre i propri oneri fiscali in modo illegittimo. La gravità della vicenda è testimoniata dalla penalizzazione inflitta alla squadra: otto punti di penalità e la retrocessione in Serie C.
Lo schema fraudolento e il meccanismo dietro i crediti fiscali falsi
Le indagini hanno portato alla luce un sistema complesso che ha permesso a diversi imprenditori di ottenere indebitamente crediti iva inesistenti. Il meccanismo prevedeva l’uso di società prive di sede operativa reale, spesso rappresentate da persone con precedenti per reati fiscali. Queste società “cartiere” emettevano fatture per operazioni inesistenti creando così crediti fiscali fittizi per oltre quattro milioni di euro.
I crediti e il ruolo delle società veicolo
I crediti venivano poi ceduti a società terze tramite una società “veicolo“, il cui ruolo era appunto quello di rendere più difficile il tracciamento delle operazioni. Tra i soggetti beneficiari di questi crediti c’era anche la stessa società Brescia calcio spa. L’obiettivo era quello di abbattere il carico fiscale e contributivo tramite crediti d’imposta non reali, aggirando così la normativa tributaria.
I riscontri investigativi sulla società alfieri e il coinvolgimento di uno studio professionale
Tra le società coinvolte spicca la Alfieri, con sede formale a Milano, in via Montenapoleone. Le indagini hanno confermato che questa società non possedeva le autorizzazioni per svolgere attività finanziaria e non aveva una struttura imprenditoriale reale. Senza un’organizzazione concreta, Alfieri avrebbe avuto un ruolo chiave nel facilitare il trasferimento e la cessione dei crediti fiscalmente inesistenti.
Inoltre, è emerso il coinvolgimento di uno studio professionale che opera principalmente nella provincia di Brescia. Questo studio avrebbe svolto funzioni di supporto nell’organizzazione e nella documentazione di alcune operazioni, ampliando il raggio dell’indagine oltre i singoli imprenditori e società. Si indaga per capire fino a che punto è stata coinvolta la rete di professionisti nel favorire le operazioni irregolari.
Le conseguenze per il brescia calcio e il contesto sportivo
Le accuse di frode fiscale e riciclaggio hanno portato la giustizia sportiva a comminare una penalizzazione di otto punti al brescia calcio. Questo provvedimento, adottato nei primi mesi del 2025, è stato determinante nella retrocessione della squadra dalla Serie B alla Serie C. Il caso, oltre a danneggiare economicamente il club, ha avuto ripercussioni sul suo ruolo nel calcio italiano e sulla credibilità della società.
Non a caso, le sentenze sportive sono arrivate a seguito delle complesse indagini della guardia di finanza e sottolineano come la manipolazione dei crediti fiscali abbia inciso sull’equità della competizione. La vicenda resta sotto stretta osservazione da parte degli organi di controllo sportivi e fiscali, mentre il Brescia calcio si trova ad affrontare una situazione delicata sia fuori che dentro il campo.
L’indagine rimane aperta e l’attenzione sul tema della gestione fiscale delle società calcistiche registra un aumento. Il caso brescia potrebbe rappresentare un campanello d’allarme per verifiche più ampie nel mondo dello sport e della finanza.