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L’incidente probatorio a milano per il dna nell’indagine sull’omicidio di chiara poggi

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La nuova fase delle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, avviata dalla Procura di Pavia, farà tappa negli uffici della Questura di Milano. Dopo diciotto anni dalla tragedia, si riapre una partita giudiziaria importante che ruota attorno a profili genetici e impronte digitali. L’attenzione è puntata su Andrea Sempio, indagato nuovamente, amico del fratello della vittima, con gli esiti degli accertamenti scientifici destinati a fare chiarezza, in modo diverso rispetto alla precedente condanna ad 16 anni per Alberto Stasi.

La preparazione dell’incidente probatorio in via fatebenefratelli

L’incidente probatorio prende il via a Milano, negli uffici di via Fatebenefratelli, dove ha sede la polizia scientifica, alle 10.30 di domani. In quella sede si raduneranno i protagonisti tecnici e legali dell’inchiesta: periti di parte e consulenti chiamati dalla gip daniela garlaschelli, insieme ai consulenti della procura e della difesa. Tra loro spicca Luciano Garofano, ex comandante dei Ris di Parma coinvolti nella prima fase del caso, e Luigi Bisogno, istruttore superiore di polizia con esperienza nel campo della dattiloscopia.

Accanto a loro, ci saranno i rappresentanti delle famiglie: per i parenti di Chiara Poggi opereranno marzio capra, dario redaelli e calogero biondi, mentre per Alberto Stasi agiranno gli avvocati ugo ricci e oscar ghizzoni. Il confronto sarà serrato, con tutte le parti legali presenti per osservare il lavoro dei tecnici chiamati a esaminare il materiale genetico e le tracce raccolte anni fa.

I profili genetici al centro del dibattito forense

Il punto nodale dell’incidente riguarda soprattutto la validità, allo stato della tecnica forense attuale, dei profili genetici estratti dai margini ungueali di Chiara Poggi durante il processo di appello bis contro Stasi. Questi profili saranno sottoposti a una nuova comparabilità con il Dna di Andrea Sempio, che è stato recentemente inserito nelle indagini, e con quello di Stasi, oltre a quello di tutte le persone che hanno frequentato la villetta di Garlasco.

L’attenzione si concentrerà anche sul materiale trovato sulle fascette para-adesive, incluso un particolare pezzo, la fascetta numero dieci, rinvenuta sulla porta dell’abitazione della famiglia Poggi. Si analizzerà il Dna presente non solo su questi reperti, ma pure su oggetti e campioni raccolti e conservati all’epoca, alcuni scartati in origine perché ritenuti inutili per gli esami. Questo lavoro potrebbe mettere in luce elementi scientifici fino ad oggi sconosciuti o trascurati.

La verifica della custodia dei reperti e i passaggi successivi

Il primo atto dell’incidente probatorio sarà la verifica dei verbali di custodia dei reperti recuperati di recente. Si tratta di documenti molto dettagliati, redatti durante la prima inchiesta immediatamente dopo il delitto. In quei verbali sono indicati nomi e modalità di conservazione di tutto il materiale raccolto, con particolare attenzione a garantire che non sia stato manomesso o alterato.

Dopo questa operazione, verrà definito un calendario di lavoro per i successivi esami scientifici. I periti dovrebbero partire da alcuni oggetti di uso quotidiano ritrovati nella spazzatura poco dopo l’omicidio, come un barattolo di fruttolo e confezioni di cereali con cucchiaini, utilizzati dalla vittima la mattina della tragedia ma mai terminati. Le analisi proseguiranno poi negli spazi tecnici dell’ospedale Fatebenefratelli, fino a esaurire i quesiti affidati dal giudice.

Il tempo a disposizione è di novanta giorni, ma già appare probabile che sarà un termine difficile da rispettare, considerata la complessità e la mole di prove da riesaminare.

L’interesse mediatico e le prime misure di sicurezza in questura

Con l’avvio dell’incidente probatorio, negli uffici della Questura di Milano sono già arrivate le prime telecamere di varie testate giornalistiche, intenzionate a seguire da vicino l’evolversi della vicenda. L’interesse mediatico per il caso di Garlasco si mantiene alto, alimentato anche dai social network, che amplificano il dibattito intorno all’inchiesta.

Proprio per evitare eccessi e garantire un minimo di equilibrio, il vicepresidente del consiglio superiore della magistratura, Fabio Pinelli, ha chiesto un passo indietro a tutti gli operatori dell’informazione. L’attenzione resta massima, con la consapevolezza che ogni novità nella ricostruzione di uno dei casi di cronaca nera più seguiti in Italia potrà cambiare il quadro giudiziario e restituire nuovi elementi alle famiglie coinvolte e alla giustizia.

Written by
Giulia Rinaldi

Giulia Rinaldi osserva il mondo con occhio critico e mente curiosa. Blogger fuori dagli schemi, scrive di cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute con uno stile personale e tagliente, mescolando analisi e sensibilità in ogni articolo. Il suo obiettivo? Dare voce a ciò che spesso passa inosservato.

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