La storica compagnia Stoccarda Ballet torna a Nervi con una nuova rappresentazione di “Romeo e Giulietta” firmata da John Cranko. Il balletto, grande successo sin dal suo debutto negli anni Sessanta, unisce la musica di Prokof’ev alla coreografia narrativa del celebre coreografo britannico. La replica a distanza di decenni conferma la forza di questo spettacolo, apprezzato per la coesione artistica e la qualità degli interpreti.
La trilogia di cranko a nervi: un ritorno alle origini del balletto narrativo
Nel corso degli anni Settanta, la Bayerische Staatsoper di Monaco portò a Nervi due balletti importanti di John Cranko: “Onegin” nel 1976 e “La bisbetica domata” nel 1978. Nel 1980, la Stuttgarter Ballet concluse questa trilogia di capolavori con “Romeo e Giulietta”, mettendo in scena un lavoro che da subito conquistò il pubblico per la sua originalità e la precisione narrativa. L’esibizione di ieri ha rievocato quell’evento, mantenendo vivo il legame tra Nervi e la compagnia tedesca.
Cranko lavorò a Stoccarda dagli inizi degli anni Sessanta fino al 1973. Durante questo periodo, riuscì a costruire un corpo di ballo solido e coeso, un gruppo di danzatori tecnicamente preparati che offrivano un vasto repertorio. Il balletto proponeva una narrazione chiara, basata sull’alternanza tra momenti corali e scene individuali, con una forte attenzione alla rappresentazione psicologica dei personaggi.
La scelta di riproporre “Romeo e Giulietta” a Nervi ha quindi un valore simbolico per la compagnia, che porta avanti una tradizione coreografica e musicale che risale al primo debutto del 1962. La messa in scena unisce alla bellezza della musica di Prokof’ev la capacità di Cranko di raccontare una storia senza bisogno di parole, coinvolgendo il pubblico con una gestualità espressiva e precisa.
Musica e coreografia: l’alleanza perfetta di prokof’ev e cranko
La partitura scritta da Sergej Prokof’ev nel 1936 accompagna fedelmente lo sviluppo della tragedia shakespeariana. La musica riflette i diversi sentimenti e situazioni, passando da momenti gioiosi, come il carnevale o la festa in casa Capuleti, a scene che esprimono emozioni più intense e delicate, come gli incontri segreti tra Romeo e Giulietta. La drammaticità esplode nei passaggi più tragici, con duelli e morti che segnano il destino inevitabile dei protagonisti.
John Cranko interpretò questa musica trasformandola in una coreografia che segue passo passo l’intensità emotiva del racconto. Questa fedeltà al testo fu ottenuta grazie a una danza narrativa, una forma in cui i personaggi sono mossi dalla sceneggiatura coreografica con chiarezza e precisione. I protagonisti e i ruoli secondari agiscono all’interno di una trama lineare, resa suggestiva con movimenti che evocano stati d’animo e situazioni.
Nello spettacolo di ieri lo stile del balletto narrativo di Cranko è emerso soprattutto negli ensemble corali, dove i vari danzatori si sono mossi insieme in sequenze corali compatte e vitali. Questi momenti di gruppo hanno dimostrato come la compagnia mantenga una preparazione tecnica che consente di sostenere scene di grande impatto visivo ed emotivo.
Interpreti e produzione tecnica: gli elementi che definiscono lo spettacolo
Elisa Badeness ha interpretato Giulietta mantenendo viva la tradizione di interpreti che hanno segnato questa parte, a partire da Marcia Haydée che nel 1980 rappresentava una giovane Capuleti capace di trasmettere forza e fragilità. Badeness ha mostrato una presenza elegante e una comunicazione intensa nei momenti più luminosi e quelli di tensione drammatica. La sua performance ha creato un legame con il pubblico e confermato la qualità del cast.
Altri ruoli principali hanno visto la partecipazione di Marti Paixa come Romeo, un ruolo interpretato con slancio nonostante alcune imprecisioni tecniche. Matteo Miccini ha dato vita a Mercuzio con brillantezza, mentre Jason Reilly si è distinto per l’energia riservata a Tebaldo. Questi interpreti insieme a tutto l’ensemble hanno formato un blocco coreografico equilibrato.
Le scenografie di Juergen Rose si sono presentate imponenti e coerenti con il tema del balletto. I costumi, disegnati dallo stesso artista, hanno valorizzato la resa visiva. L’unica nota dissonante è stata la scelta della musica registrata, che ha sostituito l’esecuzione live dell’orchestra del teatro adottata in passato. La platea, nonostante il rischio di pioggia, ha accolto con entusiasmo il balletto, terminato tra gli applausi e la promessa di una nuova replica.
Ultimo aggiornamento il 20 Luglio 2025 da Elisa Romano