Un gruppo di attivisti del Movimento Centopercentoanimalisti ha fatto irruzione oggi nel primo pomeriggio nella sede della Regione Liguria. La protesta era rivolta contro la caccia e le ultime decisioni della giunta regionale. Le guardie giurate sono riuscite a fermarli prima che potessero salire ai piani superiori. Sul posto è intervenuta la Digos per identificare i manifestanti.
Animalisti bloccati in Regione: tensione e intervento delle forze dell’ordine
Nel cuore del pomeriggio, gli attivisti sono entrati nei cancelli della Regione Liguria con cartelli contro la caccia e contro i politici che la sostengono. Le guardie giurate li hanno fermati prima che potessero occupare i piani alti, evitando che la protesta degenerasse.
Poco dopo sono arrivati gli agenti della Digos, specializzati nel gestire disordini e manifestazioni non autorizzate. Hanno identificato i partecipanti, che si sono presentati come membri del Movimento Centopercentoanimalisti. L’intervento si è svolto senza incidenti, ma ha mostrato come la tensione intorno al tema della fauna e alle scelte della Regione sia in crescita.
Animalisti durissimi contro Bucci e la giunta
Il Movimento Centopercentoanimalisti ha diffuso una nota molto critica verso la giunta regionale guidata da Marco Bucci. Accusano la Regione di aver aperto le porte a nuove uccisioni di animali, in particolare fringuelli e storni. Nel comunicato, il presidente Bucci viene accusato di aver fatto “un regalo” ai cacciatori con queste decisioni.
Nel testo si ricorda anche un episodio recente che ha fatto infuriare gli attivisti: la morte di un cinghialetto, salvato da qualcuno ma poi ucciso a sangue freddo da guardie della Regione. Questo fatto ha scatenato nuove critiche verso le istituzioni locali e la gestione della fauna selvatica.
La polemica politica vola fino a Dante
Nella stessa nota, gli animalisti attaccano anche quei politici che hanno giustificato la caccia citando Dante Alighieri. Definiscono questa difesa “scellerata” e offensiva nei confronti di Genova, città con una lunga tradizione di rispetto e cultura.
La protesta si chiude con un’immagine simbolica: se Dante tornasse, scriverebbe un decimo cerchio dell’inferno dedicato ai cacciatori, condannandoli alle sofferenze inflitte agli animali. Un giudizio severo, che mette in luce la durezza delle critiche verso chi sostiene la caccia.
L’episodio di oggi conferma uno scontro aperto tra animalisti e autorità liguri, con tensioni che ruotano attorno alla gestione della fauna e al ruolo della politica nel permettere l’eliminazione degli animali con la caccia. Il dibattito su questo tema, molto sentito sul territorio, resta aperto.
Ultimo aggiornamento il 25 Luglio 2025 da Matteo Bernardi