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Processo Ponte Morandi, pm accusa ex amministratore delegato di autostrade per scelte tecniche negli anni ’90

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Ex ad di Autostrade sotto accusa per scelte tecniche negli anni ’90 nel processo Ponte Morandi. - Unita.tv
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Il processo per il crollo del ponte Morandi, avvenuto il 14 agosto del 2018 con la perdita di 43 vite, procede verso la pausa estiva. Nella recente udienza, la procura ha concentrato l’attenzione su responsabilità risalenti agli anni ’90, criticando la gestione tecnica sotto la direzione di figure chiave di Autostrade per l’Italia. L’ex amministratore delegato Pierluigi Ceseri, presente in aula, è stato al centro di contestazioni sul piano delle verifiche e delle convenzioni firmate allora, giudicate dai pm elementi che avrebbero inciso sul destino del viadotto.

Pm e accusa sulle scelte gestionali di Pierluigi Ceseri negli anni ’90

L’inchiesta ha evidenziato che durante gli anni ’90, sotto la supervisione di Pierluigi Ceseri, che allora ricopriva ruoli dirigenziali elevati in Autostrade – ancora concessionario pubblico – furono introdotti test sperimentali per la manutenzione del ponte. Questi test, secondo l’accusa, non godevano di piena attendibilità e portarono a “scelte fatali” nella gestione della struttura. Il riferimento è diretto alle modalità con cui venivano condotti i controlli e le valutazioni tecniche sullo stato del ponte Morandi, forse inadeguate rispetto alle reali condizioni.

I pm Marco Airoldi e Walter Cotugno, che stanno conducendo la requisitoria, hanno sottolineato come decisioni prese in quel periodo, inclusa la sottoscrizione di accordi tecnici, abbiano contribuito a indebolire i protocolli di sicurezza. Airoldi ha evidenziato come il sistema di verifica sia stato modificato in modo tale da perdere qualità e precisione nei controlli. La critica si fa più severa perché si tratta di interventi e convenzioni firmate da chi aveva la responsabilità di guidare quel settore.

La revisione del 1998 tra autostrade e spea e i nodi sulle verifiche tecniche

Un punto chiave nel dibattito giudiziario riguarda la revisione della convenzione tra Autostrade per l’Italia e Spea Engineering, firmata nel 1998. Spea era l’ente tecnico incaricato delle ispezioni. Secondo i pm, quel rinnovo della convenzione ha rappresentato uno peggioramento rispetto a quanto previsto dal contratto originario del 1985. Quest’ultimo, a sua volta, faceva riferimento a una circolare del 1967 che imponeva controlli trimestrali, annuali, straordinari, con attenzione particolare alla stabilità del ponte.

La riformulazione del 1998, avvenuta durante la dirigenza di Ceseri, tolse al responsabile di tronco di Spea il ruolo di coordinatore generale di tutte le informazioni sulla sicurezza del viadotto. La frammentazione di questo coordinamento, sempre secondo l’accusa, generò una “cronica mancanza di informazioni”, riducendo la visione d’insieme della manutenzione e causando possibili ritardi nell’individuare criticità. Per i pm questa lacuna organizzativa ha inciso sulla capacità di prevenire guasti o cedimenti.

La difesa dell’ex dirigente, rappresentata dall’avvocato Mitja Gialuz, ha partecipato attivamente all’udienza, contestando le accuse e sottolineando la complessità delle scelte tecniche fatte in un’epoca in cui le normative e le tecniche di controllo evolvevano. Ceseri ha assistito alla requisitoria senza rilasciare dichiarazioni pubbliche.

Rilievo legale e stato del procedimento sul caso Ponte Morandi

Il processo riguarda un vasto gruppo di 57 imputati, tutti chiamati a rispondere per la tragedia del 2018. Ognuno ha un ruolo e una responsabilità diversa nelle fasi antecedenti e successive al crollo. La richiesta della procura di concentrarsi sulle scelte degli anni ’90, rappresenta un passo importante nell’individuare le radici gestionali che avrebbero compromesso la sicurezza.

L’attenzione posta sulle convenzioni tecniche e sui test utilizzati mira a ricostruire quali decisioni abbiano influito in modo determinante su un’infrastruttura così delicata. Le udienze riprenderanno a settembre con nuovi passaggi processuali e le testimonianze dei tecnici e degli altri registri coinvolti.

Nel frattempo la pausa estiva segna un momento di riflessione sulle posizioni emerse, mentre le famiglie delle vittime e la città continua a seguire con interesse e aspettativa l’esito di una vicenda giudiziaria che resta uno dei casi più complessi e dolorosi legati alle infrastrutture italiane.

Ultimo aggiornamento il 22 Luglio 2025 da Andrea Ricci

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Andrea Ricci

Andrea Ricci non cerca l’ultima notizia: cerca il senso. Blogger e osservatore instancabile, attraversa cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute con uno stile essenziale, quasi ruvido. I suoi testi non addolciscono la realtà, la mettono a fuoco. Scrive per chi vuole capire senza filtri, per chi preferisce le domande alle risposte facili.

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