La peste suina africana non dà tregua al Nord-Ovest, con la Liguria che fa registrare un’impennata nei casi di carcasse di cinghiale positive al virus. Da quando è comparsa la prima segnalazione nel 2022, l’epidemia si è allargata a molti comuni, soprattutto nell’entroterra, mettendo a dura prova i sistemi di controllo sanitario. Rispetto alla Liguria, la situazione in Piemonte appare più sotto controllo, ma la guardia resta alta da entrambe le parti.
Liguria, i numeri della peste suina africana aggiornati al 2025
L’ultimo bollettino dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta conta 1.141 carcasse di cinghiale positive in Liguria dall’inizio dell’emergenza. Il primo caso risale all’11 gennaio 2022, a Isola del Cantone, in provincia di Genova. Un numero che supera di molto i 789 casi accertati in Piemonte, dove invece la prima positività è stata rilevata il 7 gennaio 2022 a Ovada, in provincia di Alessandria.
La Liguria è così la regione con il maggior numero di casi tra i cinghiali selvatici in Italia. La peste suina africana è una malattia altamente contagiosa che colpisce suini e cinghiali, con pesanti conseguenze per l’allevamento suinicolo e l’economia rurale, oltre che per l’equilibrio dell’ecosistema locale. Il monitoraggio si concentra soprattutto sulle carcasse degli animali, che sono la chiave per capire quanto si sta diffondendo il virus fuori dagli allevamenti.
In Piemonte, invece, il numero di casi è stabile e indica una circolazione del virus più contenuta rispetto alla Liguria. Ma questo non significa che si possa abbassare la guardia: veterinari e tecnici mantengono alta la sorveglianza.
Nuovi casi in Liguria: dove si concentrano
Ad agosto 2025 sono stati segnalati 5 nuovi casi di carcasse positive in Liguria, sparsi in tre province. In provincia di Genova il caso è stato trovato a Sestri Levante. A Savona i nuovi positivi sono tre: due ad Albisola Marina e uno a Cairo Montenotte. Infine, nella Spezia è stata trovata una carcassa positiva a Zignago.
Questi dati confermano che il virus è ancora ben presente in molte aree della regione. Genova resta il comune più colpito, con 276 casi dall’inizio della crisi. Altri centri dell’entroterra hanno numeri importanti: Sassello , Rovegno , Uscio , Rossiglione . Seguono poi Torriglia , Borzonasca , Varazze , Serra Riccò , Lumarzo , Fontanigorda , Bargagli e Davagna , fino a Busalla con 17 casi.
Le zone interessate sono soprattutto boschi e colline, dove i cinghiali vivono in gran numero. Il ritrovamento delle carcasse è frutto di un lavoro continuo di squadre specializzate che pattugliano il territorio per tenere sotto controllo la diffusione del virus e cercare di impedirne l’ingresso negli allevamenti.
Il ruolo degli istituti zooprofilattici nel controllo dell’epidemia
Gli Istituti zooprofilattici sperimentali di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta sono i punti di riferimento per l’identificazione e la gestione dei casi di peste suina africana in queste regioni. Questi enti lavorano insieme per aggiornare costantemente i dati sui focolai nei cinghiali selvatici, garantendo così un monitoraggio efficace su tutto il territorio.
Il loro lavoro si basa sull’analisi delle carcasse e la conferma del virus con test di laboratorio, con particolare attenzione alle aree boschive e ai confini degli allevamenti. Ad oggi non sono stati segnalati nuovi focolai tra i suini d’allevamento, ma la presenza continua del virus tra i selvatici rimane una minaccia concreta per la salute degli ecosistemi e per l’industria suinicola di Liguria e Piemonte.
Le autorità veterinarie hanno messo a punto protocolli per isolare le zone colpite, informare i Comuni interessati e svolgere controlli mirati. Questo sistema di sorveglianza è fondamentale per rallentare la diffusione della peste suina africana e limitare i danni economici che potrebbero arrivare nei prossimi mesi.
La situazione aggiornata al 2025 mostra una criticità soprattutto in Liguria, dove l’aumento dei casi richiede un impegno costante e un buon coordinamento tra gli enti coinvolti. In Piemonte, anche se sotto controllo, resta fondamentale mantenere alta l’attenzione per evitare nuovi focolai.
Ultimo aggiornamento il 24 Agosto 2025 da Giulia Rinaldi